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Star Wars: l’impero dei sogni, il documentario che racconta la genesi della saga

5 minuti di lettura

Star Wars: una saga multimediale, stratificata e apparentemente infinita, che può contare su una galassia di storie da raccontare e sul potere di essere un mondo più che una semplice saga. Per celebrare al meglio la saga nel giorno a lei dedicato – il 4 maggio (la ragione è presto spiegata: May the Fourth be with you, che la forza sia con te) vi consigliamo di recuperare Star Wars L’impero dei sogni, film documentario del 2004 – ora disponibile in streaming su Disney+ -che racconta la genesi e l’inizio della trilogia originale, da cui tutto è iniziato. Ecco cosa racconta il film.

Anni ’70, Guerre Stellari in quel di Hollywood

Star Wars L'impero dei sogni George Lucas

Come è stato possibile raccontare quella magia, come si è riusciti a generare quel mondo e quell’immaginario? Star Wars L’impero dei sogni racconta esattamente questo, partendo dagli anni settanta fino ad arrivare al termine della saga, raccontandoci, sogni e speranze, incubi e frustrazioni che hanno accompagnato la produzione dei primi tre episodi, in ordine di uscita, della saga.

Gli anni Settanta. Un cinema governato dagli studios, che però iniziava ad arrancare mentre gli incassi si abbassavano e le sale si svuotavano. Per cercare di riprendersi da questa situazione gli studios iniziarono a dare maggiore libertà ad una nuova generazione di registi e cineasti, freschi di università e sogni. Tra questi Micheal Cimino, Steven Spielberg, Brian de Palma e George Lucas.

Quest’ultimo era il più indipendente, cresciuto a pane e serial televisivi, non concepiva il controllo dall’alto di produttori e dirigenti delle grandi case cinematografiche. Dopo i primi progetti indipendenti, la Universal gli commissiona American Graffiti, che diviene un successo commerciale dell’epoca. Il plus di Lucas era la sua abilità tecnica e la sua inventiva tecnologica, che dava alle riprese e al montaggio un look moderno. Forte del successo di American Graffiti, riesce a strappare alla Fox un contratto da 8 milioni per produrre un non specificato film di fantascienza. Un salto nel vuoto, per Lucas, che veniva da un successo e per i produttori che avevano creduto in lui.

Chi credeva in Guerre Stellari? pochi, nessuno

Star Wars Darth Vader backstage

Nessuno credeva veramente nel progetto e infatti il budget era molto basso rispetto alle ambizioni di Lucas. Il processo di lavorazione si rivelò complicato, con ritardi e aumenti dei costi di produzione che portarono la Fox a minacciare Lucas di chiudere la produzione.

Il film riuscì però inaspettatamente a catturare l’attenzione e divenne un successo commerciale. Lucas ci era riuscito; aveva bissato il successo dei suoi primi film, mantenendo la libertà creativa nonostante la pressione degli studios.

Aveva preso, nonostante le lamentele, attori sconosciuti a con pochi film alle spalle; si era affidato al blue screen in maniera massiccia nonostante fosse una tecnologia non ancora ben rodata. Aveva dato sfogo alla più fervida immaginazione, incanalando gli insegnamenti su filosofia delle religioni e miti del professor Campbell, nonostante in quel periodo i film di fantascienza assomigliassero molto di più a pellicole come 2001.

Star Wars backstage

Era riuscito a ricreare uno di quei serial televisivi che amava da bambino, come Flash Gordon, e lo aveva trasposto al cinema. Il segreto di Star Wars sta infatti nella sua energia rigenerativa, che non smette mai di scorrere in ogni progetto del franchise, riuscito o meno che sia, che non smette mai di conquistare fan da una generazione all’altra.

C’è sempre qualcosa di nuovo in ogni film, qualcosa di inaspettato, un angolo della galassia o ancora scoperta, una storia non ancora raccontata. È letteralmente un impero dei sogni; di quei sogni che George Lucas faceva da bambino, guardando il cielo e immaginando imperi lontani e ribellioni guidate da cavalieri con spade scintillanti.


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Nato a Fermo, anno 1997. Scopro la passione per il cinema e per le serie tv durante l'università, studiando tutt'altro. Appassionato di film scomposti, imperfetti ed esageratamente lunghi, il mio regista preferito è Guillermo Del Toro. Le altre passioni sono la letteratura, il ciclismo e la politica.

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