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10 cose che odio di te

10 cose che odio di te, da Shakespeare alla commedia romantica adolescenziale anni 90

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13 minuti di lettura

10 cose che odio di te compie venticinque anni e la sua visione, oggi, induce una riflessione particolare: da una parte il film è totalmente figlio del suo tempo, uno spaccato degli anni ’90, dall’altra rimane un bell’esempio di come sia possibile scrivere e realizzare una commedia romantica adolescenziale, certo con qualche problematicità, ma non così scontata come si potrebbe credere.

Gli anni ’90 al loro meglio in 10 cose che odio di te

Una scena tratta dal film 10 cose che odio di te

10 cose che odio di te, diretto da Gil Junger, è scritto da Karen McCullah Lutz insieme a Kirsten Smith, le stesse due sceneggiatrici che hanno scritto anche Legally blonde del 2001 con Reese Witherspoon. Il film è un esplicito adattamento della commedia shakesperiana La bisbetica domata, un’intuizione tipica degli anni ’90, quella di ispirarsi a classici della letteratura, che possiamo ritrovare alla base anche di altri film come Clueless, Ragazze a Beverly Hills del 1995, scritto e diretto da Amy Heckerling e ispirato a Emma di Jane Austen, o Cruel Intentions del 1999, scritto e diretto da Roger Kumble, che è un adattamento de Le relazioni pericolose di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos.

La trama è semplice: Bianca (Larisa Oleynik) e Kat (Julia Stiles) sono due sorelle molto diverse tra di loro: Bianca è la reginetta della scuola e Kat è una femminista arrabbiata. Il padre (Larry Miller) è eccessivamente protettivo e la sua regola è che Bianca potrà uscire solo se anche Kat lo farà. La sua speranza è che nessuna delle due figlie esca e si affida alla poca socialità di Kat.

Cameron (Joseph Gordon-Levitt) vuole uscire con Bianca e convince Joey (Andrew Keegan), anch’egli interessato a Bianca, a pagare un ragazzo per far uscire e innamorare Kat. Si tratta di un giovane Heath Ledger che interpreta Patrick. I due si innamorano ma lei scopre il trucco e, indignata, rompe con Patrick, ma alla fine le cose si chiariscono e i due si riconciliano.

Un mix vincente di citazioni

10 cose che odio di te ha al suo interno diversi elementi che concorrono alla sua riuscita e ancora oggi risulta un buon film d’intrattenimento. Prima di approfondire la relazione tra l’origine shakesperiana e la rom-com anni ’90, possiamo soffermarci su alcuni di essi, partendo dagli attori che vi prendono parte: Julia Stiles che sarà, poi, anche la protagonista di un altro film simbolo degli adolescenti di quegli anni, Save the last dance, Joseph Gordon-Levitt, protagonista poi, nel 2009, di (500) Days of Summer, e Heath Ledger, diventato poi un attore amato e riconosciuto a livello mondiale prima di morire prematuramente nel 2008.

Il film è iconico anche per il fattore moda, è così talmente identificativo di un’epoca che è impossibile non esserne affascinati e non pensare a un altro film uscito pochi anni prima, il già citato, e altrettanto apprezzato Cluelles, che sembra essere ispirazione in più parti per 10 cose che odio di te. Degna di nota è anche la colonna sonora, un concentrato pop-punk che, oltre a rappresentare perfettamente la fine degli anni ’90, ha da sempre caratterizzato i film adolescenziali dandogli una forza in più. Infine, come non nominare le molte citazioni e riferimenti a band come le Bikini Killers e libri come La campana di vetro di Sylvia Plath o La mistica della femminilità di Betty Friedan.

10 cose che odio di te, e non solo: le problematicità del film

Heath Ledger e Julia Stiles in 10 cose che odio di te

10 cose che odio di te è, prima di tutto, una commedia romantica e in seconda istanza una commedia romantica adolescenziale. Le commedie romantiche sono film che utilizzano gli elementi della commedia per creare storie divertenti con al centro, ovviamente, le relazioni amorose. La trama si basa sulla premessa “boy meets girl” una struttura standard che di volta in volta viene arricchita con diversi elementi: spesso i protagonisti devono superare sfide e ostacoli per riuscire a stare insieme o si trovano a essere allontanati da equivoci o malintesi più o meno comici.

Quando parliamo di rom-com ci riferiamo soprattutto a film che vanno dalla fine degli anni ’80 all’inizio dei 2000, il periodo d’oro del genere; questi film sono diventati dei veri e propri cult e, tra gli altri, possiamo ricordare: Harry ti presento Sally, Notting Hill, Il diario di Bridget Jones, Dirty Dancing e, appunto, 10 cose che odio di te. Sono film che, riguardati oggi, mantengono costante il grado di intrattenimento ma possono risultare problematici perché fondati su stereotipi patriarcali e offensivi.

Possiamo riscontrare, infatti, una sorta di idealizzazione di comportamenti e personaggi che altrimenti, nella realtà, non esiteremmo a definire tossici, manipolatori e predatori. Il vero problema è che queste situazioni vengono edulcorate, mascherate e fatte passare per estremamente romantiche, ci vengono raccontate come storie con cui sognare e commuoversi. Nel sottogenere delle commedie romantiche adolescenziali, in cui 10 cose che odio di te rientra perfettamente, un altro elemento torna costante: l’inganno e la manipolazione ai danni della ragazza outsider da parte del ragazzo che, poi, inevitabilmente si innamora della ragazza insospettabile, che lo perdona come se nulla fosse.

È la formula su cui si fonda in toto 10 cose che odio di te e che si ritrova in altri film appartenenti al genere, nominiamo She’s all that del 1999 o My fair lady del 1964. È una dinamica che appare scontata e fin troppo riciclata per risultare fresca o sorprendente e risulta estremamente problematica: ci viene venduta come divertente e romantica quando è soltanto manipolatoria, misogina e offensiva. Nella realtà questo comportamento sarebbe stato condannato senza riserve, qui invece è rappresentato come divertente, per tutti gli inconvenienti tipici della commedia che sono implicati, e romantico per la svolta finale.

Da Shakespeare a 10 cose che odio di te

Una scenda del film 10 cose che odio di te con Heath Ledger e Julia Stiles

L’ispirazione di fondo per la costruzione di 10 cose che odio di te sono Shakespeare e La bisbetica domata anche se poi il film prende un’altra strada, sua personale, più contemporanea che, però, continua a tornare e riflettere sulla fonte originale, facendone anche una forte critica.

La bisbetica domata, infatti, finiva con Caterina che sposava Petruccio e dopo le azioni manipolatorie e le atrocità subite si piegava al suo volere e, domata, mostrava alle altre mogli il comportamento corretto. L’opera originale era intrisa di misoginia e centrale era la strumentalizzazione della donna a oggetto del desiderio, sottomessa al potere maschile, ridotta al silenzio e, quindi, alla perdita di una propria autonomia.

10 cose che odio di te affronta queste tematiche in modo intelligente, continuando a strizzare l’occhio a Shakespeare ma, al contempo, offrendo una critica alla versione patriarcale originale. Kat è la protagonista, ma è anche il personaggio attraverso cui osservare lo svolgersi dei fatti. Rappresenta il nostro punto di vista sulla storia: è femminista, critica, mai accondiscendente, arrabbiata perché consapevole del pensiero dominante intriso di maschilismo e non vuole assecondare quello che la società, i ragazzi e suo padre pensano debba essere il suo ruolo. A una prima visione sommaria 10 cose che odio di te potrebbe apparire un film figlio del patriarcato ma in realtà la gran parte dei temi problematici sono criticati all’interno del film stesso.

Tutti i personaggi maschili sono a diverso livello espressione di un’intenzione patriarcale, non solo Joey Donner che ne è l’espressione più esplicita, ma anche Cameron James (Joseph Gordon-Levitt) che di fatto ha assimilato a tal punto il pensiero patriarcale che ne è anch’egli espressione seppur inconsapevole. Infatti, idealizza Bianca e la considera solo come oggetto dei suoi desideri e tratta Kat come un ostacolo da aggirare, elaborando l’inganno alle spalle delle due sorelle.

Patrick Verona (Heath Ledger), essendo il co-protagonista, è il personaggio maschile migliore del film, ma nemmeno lui è esente da questo pensiero: infatti, non si fa remore ad accettare dei soldi per manipolare e raggirare una ragazza, salvo poi innamorarsi di lei e rendersi conto del problema. Il film non nasconde questa cultura ma, anzi, la presenta nitidamente in tutte le sue sfumature e, al contempo, ci mette a disposizione anche gli strumenti per vedere quanto sia sbagliata e degradante per il soggetto leso, in questo caso Kat ma anche Bianca e le altre ragazze.

Al di là del patriarcato, il punto di vista di Kat

Lo fa focalizzando l’attenzione sul pensiero e il punto di vista di Kat che non perde occasione per criticare il comportamento misogino o il pensiero maschilista dei ragazzi e ci viene in soccorso, offrendoci diversi sostegni e approfondimenti in libri, canzoni etc.
10 cose che odio di te è un prodotto particolare nel panorama delle rom-com di fine anni ’90, come si è visto non completamente esente da problematiche, ma con già l’intenzione di superarle e criticarle.

Il punto di vista di Kat e i numerosi riferimenti alla sua cultura femminista di terza ondata forniscono allo spettatore tutti gli strumenti per una visione corretta, consapevole e critica del film, che, in questo modo, offre più livelli di fruizione: l’intrattenimento leggero che ci si aspetta dalle commedie romantiche, la riscoperta di un classico della letteratura come La bisbetica domata ma sotto un’altra veste, più contemporanea e moderna, e una fruizione ragionata che pur offrendo un prodotto non scevro da problematiche, le critica al suo interno, fornendo un giudizio chiaro ed evoluto per quel tempo.


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Chiara Cazzaniga, amante dell'arte in ogni sua forma, cinema, libri, musica, fotografia e di tutto ciò che racconta qualcosa e regala emozioni.
È in perenne conflitto con la provincia in cui vive, nel frattempo sogna il rumore della città e ferma immagini accompagnandole a parole confuse.
Ha difficoltà a parlare chiaramente di sé e nelle foto non sorride mai.

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