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4 imperdibili film cult da vedere su Rai Play

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5 minuti di lettura

Rai Play è una piattaforma streaming gratuita troppo sottovalutata dal grande pubblico. L’iscrizione è gratuita, ed è possibile accedere ad ottimi film moderni ma anche a grandi film del passato. Noi di NPC Magazine abbiamo pensato di consigliarvi 4 film di diversa tipologia e per diversi gusti da vedere su Rai Play.

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«I soliti ignoti» (1958), di Mario Monicelli

Classico e caposcuola della commedia all’italiana, il film è anche caposcuola in Italia dei caper movie, ossia quel sottogenere di film dove una banda di persone realizza in maniera accurata una rapina. La pellicola affronta in modalità umoristica o ironica i temi drammatici ereditati dal neorealismo.

Un gruppo di ladri male assortito pianifica una rapina ai danni del Monte dei pegni. Necessitando della consulenza di un esperto, i cinque si rivolgono a Dante Cruciani (Totò), un altro ladro in libertà vigilata, che spiegherà loro i segreti per scassinare qualsiasi cassaforte.

Il cast è stellare, vedendo contemporaneamente tra i migliori attori italiani del dopo guerra: Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Totò, Claudia Cardinale. Ognuno di loro riesce con la propria recitazione a rendere indimenticabile questa sgangherata banda!

«No – I giorni dell’arcobaleno» (2012), di Pablo Larraín

L’ottimo regista cileno Pablo Larraìn ha realizzato un film, che sfocia nel documentario, con l’uso di una cinepresa d’epoca che dà alla pellicola uno stile vintage.

La vicenda tratta del pubblicitario René Saavedra (Gael García Bernal) che pensò la campagna pubblicitaria a favore del no al referendum del 1988 indetto dal dittatore cileno Augusto Pinochet per prolungare il suo mandato al governo di altri otto anni.

Notevole l’interpretazione dell’ottimo Gael García Bernal, uno dei migliori attori della sua generazione. Film politico, che disvela i complicati meccanismi della propaganda e l’aberrante gestione politica del dittatore, è stato giustamente candidato all’Oscar come miglior film straniero nel 2013.

«Le catene della colpa» (1947), di Jacques Tourneur

Un classico del genere noir forse velocemente dimenticato o non del tutto celebrato, vale la pena ripescare quella che viene considerata tra le migliori realizzazioni nella storia del genere.

Film su Rai Play

Jeff Bailey (Robert Mitchum) conduce una vita semplice. Ma il suo torbido passato torna a tormentarlo quando riceve la visita di un gangster. Emerge così il suo torbido passato, raccontato mediante flashback. Aveva infatti lavorato per rintracciare l’amante di Nick Sterling (Kirk Douglas), Kathie Moffat (Jane Greer), scomparsa. Rintracciata la donna ad Acapulco, Jeff se ne era però innamorato. E lì erano iniziati tutti i suoi guai

Un trio di attori formidabili e iconici, situazioni, svolte narrative, un bianco e nero che a tratti si fa spettrale, ed un’inevitabile catena di azioni e conseguenze a cui non si può sfuggire.

«L’uccello dalle piume di cristallo» (1970), di Dario Argento

Opera prima sensazionale del grande regista Dario Argento, uscita nel 1970 e che dunque compie 50 anni; un thriller angosciante e serrato dalla vena ironica che lo percorre come sostrato.

Sam Dalmas (Tony Musante) è uno scrittore americano trasferitosi a Roma per ritrovare l’ispirazione. Ma assiste al tentato assassinio di Monica Ranieri (Eva Renzi). Coinvolto nelle indagini dal commissario Morosini (Enrico Maria Salerno), mette in pericolo la sua vita e quella della compagna Giulia (Suzy Kendall) per scoprire l’identità dell’assassino.

Film su Rai Play

Sebbene non siano presenti gli elementi orrifici dei film successivi che l’hanno reso celebre, la sensazione di paura è viva sulla pelle dello spettatore. La fotografia dalle grandi tinte cromatiche è di Vittorio Storaro, la colonna sonora incalzante e tremenda del gigante Ennio Morricone.

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Amo le storie. Che siano una partita di calcio, un romanzo, un film o la biografia di qualcuno. Mi piace seguire il lento dispiegarsi di una trama, che sia imprevedibile; le memorie di una vita, o di un giorno. Preferisco il passato al presente, il bianco e nero al colore, ma non disdegno il Technicolor. Bulimico di generi cinematografici, purché pongano domande e dubbi nello spettatore.