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A Quiet Place - Giorno 1, la dimensione più umana dell’apocalisse

A Quiet Place – Giorno 1, la dimensione più umana dell’apocalisse

6 minuti di lettura

Disponibile nelle sale italiane dal 27 giugno 2024, A Quiet Place – Giorno 1 è il terzo film della serie cinematografica ideata da John Krasinski – insieme a Scott Beck e Bryan Woods -, regista, sceneggiatore e protagonista dei due capitoli precedenti. Prequel di A Quiet Place, la pellicola è scritta a quattro mani dallo stesso Krasinski e da Michael Sarnoski, alla seconda esperienza dietro la macchina da presa dopo l’acclamato Pig, con protagonista Nicolas Cage. Lupita Nyong’o guida un cast composto su tutti da Joseph Quinn, Alex Wolff, Djimon Hounsou e Eliane Umuhire, in un film che racconta, come facilmente intuibile dal titolo, l’arrivo sulla Terra delle terribili creature aliene che abbiamo imparato a conoscere nei film precedenti.

A Quiet Place – Giorno 1: apocalisse aliena a Manhattan

A Quiet Place – Giorno 1 inizia all’interno di un ospizio a New York, dove Sam, una malata terminale di cancro, trascorre quelli che potrebbero essere i suoi ultimi giorni di vita. Quando Reuben, un assistente sociale, le propone di unirsi a una gita di gruppo per assistere a uno spettacolo a Manhattan, Sam, inizialmente riluttante, si convince a partecipare con la promessa di una pizza a fine serata. Proprio durante lo spettacolo però, succede qualcosa di terribile in città, e quelli che sembrano essere meteoriti si schiantano improvvisamente al suolo, nascondendo al loro interno delle feroci creature aliene che iniziano ad attaccare le persone, seminando il panico tra la folla. 

Ben presto tutti inizieranno ad accorgersi che quelle creature hanno un finissimo udito a ultrasuoni, e che per sopravvivere sarà quindi necessario evitare di fare qualsiasi rumore. Mentre i sopravvissuti, intrappolati a Manhattan dopo la distruzione di tutti i ponti per evitare che le creature potessero lasciare l’isola, cercheranno di raggiungere il punto di evacuazione, Sam si sposterà in direzione opposta, verso l’appartamento in cui viveva. È in questo momento che incontrerà Eric, un giovane ragazzo inglese che la aiuterà a esaudire un suo desiderio: prendere un ultimo pezzo di pizza da Patsy, una pizzeria che frequentava con il padre, prima di morire.

Il sonoro tra silenzi assordanti e una dimensione più urbana

Lupita Nyong'o e Djimon Hounsou in A Quiet Place - Giorno 1

“Nessuno muova un muscolo” diceva Alan Grant in Jurassic Park 3, trovandosi di fronte a un T-Rex. Jurassic Park, e Steven Spielberg di conseguenza, che vengono tra l’altro omaggiati in una sequenza che ricorda quella del Velociraptor di fronte all’oblò della porta. Una massima che si applica perfettamente anche alla serie di A Quiet Place, anche se ad essere fondamentale è il rumore, piuttosto che il movimento. È proprio il sonoro, infatti, uno degli aspetti più riusciti e coinvolgenti di A Quiet Place – Giorno 1, e questo è senz’altro un filo conduttore che unisce tutti i capitoli. 

Le lunghe sequenze di silenzio assordante danno vita a quel meccanismo di paura e tensione che permette allo spettatore di immergersi completamente all’interno delle atmosfere del film, e quasi insinuano quel timore di fare rumore. Sonoro che, in questo capitolo in particolare, è anche strettamente legato all’ambientazione. La narrazione di A Quiet Place – Giorno 1 si svolge infatti completamente a New York, e quindi in completa controtendenza rispetto alle ambientazioni più rurali alle quali le due pellicole dirette da John Krasinski ci avevano abituato. E proprio questa dimensione più urbana, in relazione alla necessità dei personaggi di ridurre al minimo i rumori, rappresenta uno degli aspetti più affascinanti del film.

A Quiet Place – Giorno 1 è la sua protagonista

Joseph Quinn e Lupita Nyong'o in un'immagine di A Quiet Place - Giorno 1

A Quiet Place – Giorno 1 è un prequel per certi versi abbastanza inaspettato, perché ha il grande pregio di avere una protagonista atipica. Il vero mostro, quello con cui ha combattuto lungamente, è dentro il suo corpo. E quella battaglia purtroppo l’ha persa, così come ormai ha perso anche la speranza. Sam non è animata da quello spirito di sopravvivenza che accomuna solitamente i personaggi di questo tipo. Il suo non è un viaggio verso la salvezza, ma è piuttosto quello di una persona che, al contrario, avvicinandosi inevitabilmente alla morte, cerca di riconciliarsi con la propria vita.

Michael Sarnoski e John Krasinski costruiscono la narrazione del film intorno al finale, che rappresenta la sintesi di quel sentimento che anima la protagonista. Sam è stanca di sopravvivere. Vuole vivere, anche se forse si è dimenticata cosa significa realmente. Vuole assaporare le piccole cose. Mangiare quell’ultimo pezzo di pizza per ricordare un’infanzia felice. Sentirsi libera. A Quiet Place – Giorno 1 si riflette nella sua protagonista, e per questo riesce a portare l’apocalisse all’interno di una dimensione più intima e umana.


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Sono Filippo, ho 22 anni e la mia passione per il cinema inizia in tenera età, quando divorando le videocassette de Il Re Leone, Jurassic Park e Spider-Man 2, ho compreso quanto quelle immagini che scorrevano sullo schermo, sapessero scaldarmi il cuore, donandomi, in termini di emozioni, qualcosa che pensavo fosse irraggiungibile. Si dice che le prime volte siano indimenticabili. La mia al Festival di Venezia lo è stata sicuramente, perché è da quel momento che, finalmente, mi sento vivo.

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