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After Love, amore e identità come perdita e solitudine nel film di Aleem Khan

Un film delicato e struggente che indaga il significato di lutto e identità

8 minuti di lettura

After Love (2020) è il lungometraggio d’esordio di Aleem Khan, regista britannico di origine pachistana già premiato per i suoi cortometraggi. Dopo un anno e mezzo dalla prima uscita a Toronto, il film è finalmente giunto nelle sale italiane il 10 febbraio: è un intenso racconto d’amore, sacrificio e perdita, imperniato attorno alle performance attoriali ma anche a una scrittura sapiente e delicata che riesce a tracciare un arco perfetto nel viaggio interiore della protagonista.

La genesi di After Love

Aleem Khan è sempre stato sul confine tra due mondi lontani: l’Inghilterra e il Pakistan. Nasce a Kent nel 1985 da madre inglese e padre pachistano, cresce all’interno di due culture completamente diverse e sposa una religione che non gli ha permesso di esprimere la sua persona e vivere serenamente la sua sessualità (l’Islam giudica l’omosessualità come una malattia da guarire, un crimine, una perversione e in Pakistan è punita con la pena di morte).

Per Aleem Khan, come ha dichiarato in un’intervista al The Guardian, tutto cambia quando inizia a studiare regia all’Università di Westminster e rigetta i dogmi religiosi per costruire la propria identità. Il cinema gli ha permesso di mostrare e riflettere sui concetti e le esperienze che lo hanno formato e dopo tre cortometraggi, di cui uno candidato ai BAFTA, esordisce nel 2020 con il suo primo lungometraggio in cui inserisce alcuni aspetti della sua biografia e costruisce una storia che riflette proprio sull’identità, la ricerca di sé e le conseguenze di un trauma indelebile. 

After Lovearrivato in Italia quasi un anno dopo la sua uscita internazionale e nelle sale italiane dal 9 febbraio, ha come protagonista l’attrice e scrittrice inglese Joanna Scanlan, in uno dei suoi pochissimi ruoli drammatici che le è valso una candidatura ai prossimi BAFTA, i quali si terranno a marzo 2022. 

Un viaggio oltre lo specchio

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Mary è una donna inglese, vive in una piccola casa sulla scogliera del Kent insieme al capitano di crociera Ahmed. La donna quando si è sposata si è convertita all’Islam, indossa il velo e gli abiti tradizionali, prega cinque volte al giorno con lo sguardo rivolto verso la Mecca e parla la lingua punjabi. Dalla scogliera, Mary vede in lontananza la Francia e quando vede la nave del marito lo saluta sbracciandosi e salutandolo amorevolmente per poi accoglierlo a casa; per lui ha fatto una scelta importante e il loro amore ha resistito anche dopo la morte prematura del loro bambino.

La vita di Mary si spezza quando Ahmed si spegne in poltrona, nel silenzio della sera, dopo essere tornati da una cena e aspettando una tisana preparata dalla moglie. Mary affronterà però il trauma più grande quando, mettendo via gli oggetti e le carte del defunto marito, trova nel suo portafoglio il documento di una donna francese, che abita a Calais e a pochi chilometri da lei. Incuriosita e preoccupata, Mary decide di attraversare la Manica e andare a casa della donna per chiedere spiegazioni. Si presenta alla sua porta e viene erroneamente scambiata per la donna delle pulizie e lei decide di non dirle la verità per inserirsi in quella realtà che ancora non conosce.

Scopre così che la donna è l’amante di Ahmed e che insieme hanno un figlio adolescente. Una verità traumatizzante, un segreto così grande che riesce a cambiare tutto e che porta Mary a fare un viaggio intenso dentro sé stessa e quella nuova realtà, fino a quando le carte non verranno scoperte in un confronto doloroso e straziante.

After Love, distruggere per ricostruire

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After Love è un film che affronta il concetto di amore da un lato diverso e trasversale, non indaga il confronto e lo scontro, ma il vuoto e la solitudine, l’amore senza più possibilità di dialogo, l’amore dopo la morte e le ceneri di un sentimento che vive solo di ricordi. Il fortissimo schiaffo in faccia che Mary è costretta a subire è una doccia gelida che fa crollare tutto quello che credeva e che aveva costruito insieme alla persona che ha amato.

Le sue convinzioni vengono sradicate da un tradimento subdolo, dall’essere costretta ad accettare che il marito ha mentito per quindici anni e sia stato capace di avere un’altra donna con cui ha avuto un figlio, in cui rivede totalmente quello che ha perso. Mary entra in una casa non sua, ma che nelle foto sulle mensole ha come protagonista un Ahmed felice insieme a una donna che non ha fatto il suo stesso sacrificio, lo stesso atto d’amore che ha fatto lei.

After Love è un film delicato, costruito sui silenzi strazianti della sua protagonista costretta a ricostruire la sua vita dopo essere stata distrutta, accartocciata e gettata al vento. Il viaggio che Mary deve affrontare per tornare a galla la porterà ad affrontare la propria identità, capire cosa rimane di lei quando muore il centro della sua vita, quando muore la persona per cui ha cambiato sé stessa, dovrà capire come ritrovarsi in un mondo che non riconosce più. 

Il primo film di Aleem Khan indaga a fondo sul concetto di lutto e identità per capire come dalla perdita si possa ritrovare e riscoprire la propria persona, persa nei meandri della routine e della condivisione, sotterrata e calpestata dalle scelte prese per amore di qualcun altro. After Love funziona perché affronta emozioni e sentimenti complessi, sfaccettati, e lo fa tramite una storia di una donna che si perde e che deve ritrovarsi, che deve entrare nella vita di qualcun altro per ritrovare la sua.


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Il cinema e la letteratura sono gli unici fili su cui riesco a stare in equilibrio. I film di Malick, Wong Kar Wai, Jia Zhangke e Tarkovskij mi hanno lasciato dentro qualcosa che difficilmente riesco ad esprimere, Lost è la serie che mi ha cambiato la vita, il cinema orientale mi ha aperto gli occhi e mostrato l’esistenza di altre prospettive con cui interpretare la realtà. David Foster Wallace, Eco, Zafón, Cortázar e Dostoevskij mi hanno fatto capire come la scrittura sia il perfetto strumento per raccontare e trasmettere ciò che si ha dentro.

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