Guardare Aftersun, il sorprendente esordio di Charlotte Wells, fa lo stesso effetto di vedere le vecchie foto di famiglia, notando quanto i nostri ricordi siano edulcorati e quanta nostalgia ci sia dei momenti meravigliosi e anche di quelli più brutti. Il film della giovane regista è disponibile su MUBI Italia dal 6 gennaio ed è un piccolo gioiello di sincerità ed emozioni, come non se ne vedono spesso.
Schermo nero e il suono di una videocamera che si accende, così inizia Aftersun. Come se quello che deve avvenire si stesse formando nella mente di qualcuno, come se i ricordi arrivassero all’improvviso come un fiume in piena con tutto il loro pathos emotivo. Il film racconta la vacanza della piccola Sophie e del suo giovanissimo padre Calum che abita a Londra lontano da lei. Il disagio è palpabile quanto la tenerezza che i due provano l’un l’altro, Calum fa il tentativo di essere un genitore responsabile e maturo, cosa che non gli riesce bene. I due appaiono buffi e scalmanati agli occhi delle famiglie più anziane in vacanza al Resort in una zona della Turchia che non conosciamo, ma qualcosa si nasconde dietro l’atteggiamento giocoso del padre.
Aftersun, un mondo costituito dai ricordi
Aftersun scorre tra le riprese video e le attività vacanziere in una tranquillità che nasconde le onde più violente. Il padre di Sophie si porta dietro una disperazione che poco a poco esce fuori, si mostra nelle scene dove vuole insegnare alla figlia a difendersi dal mondo o quando rifiuta di andare al karaoke con lei.
Nei momenti più catartici, Aftersun decide di spostare l’attenzione sulle foto e sui riflessi dei personaggi circostanti, e la cinepresa si muove verso il riflesso di Calum nella televisione o su una polaroid dei due. La regista dichiara che la scelta di riprendere l’immagine indirettamente è legata a una visione più astratta, connessa a come noi ritorniamo indietro con la mente. In questi momenti è come se si prevedesse la condizione di Sophie trentenne che mantiene un rapporto col padre attraverso i video e le foto e si chiede in che modo e perché suo padre fosse stato così sfuggente e inafferrabile, perché ciò che rimane è solo l’immagine riflettente di suo padre di spalle e distante?
Intanto Sophie ha undici anni e sta crescendo, carpisce i momenti di fragilità nascosti del padre meglio di quanto lui immagini e si guarda intorno esplorando il mondo e gli altri. I focus sui corpi, sui ragazzi più grandi con cui gioca a biliardo e il suo primo bacio diventano un altro ponte per la maturità della ragazzina, già matura e brillante per la sua età e che si ritrova anche a fare da ancora ad un padre distante e poco conosciuto.
Un mondo e un tempo poco lineare
Per quanto sulla carta Aftersun sia un film molto lineare, il modo in cui ogni cosa è posta lo rende pieno di sfaccettature e pieno di doppi significati. I discorsi tra i due sono colmi di non detti e, come abbiamo detto, Wells riflette i momenti di pathos attraverso le fotografie rendendo la visione duplice e sfocata.
Una visione duplice e fuori fuoco, proprio come i ricordi che la Sophie trentenne rivive. Le emozioni sono stampate sulla sua pelle e su quella della regista e solo ora, nel film trentenne e con un figlio, può capire cosa stesse passando quel padre così malinconico ma buffo con la passione del Tai-Chi e della meditazione. Un misto di rabbia e amore è quello che la Sophie adulta prova per Calum per poi arrivare all’accettazione.
Più passa il tempo, noiosamente scandagliato dalla vacanza, e più il malessere di Calum si mostra, nella scena in cui l’uomo piange è di spalle come se la sincerità assoluta tra lui e Sophie non fosse mai arrivata in un connubio di mascolinità soffocante e distanza dalla figlia. Se ci si riflette è ironico come i genitori siano le persone che ci conoscono e che conosciamo meglio ma nascondono allo stesso tempo così tanto ai loro figli. Il padre di Sophie promette a denti stretti cose che non potrà mai permettersi e le dice di raccontargli tutto anche se è materialmente impossibile siccome lui non tornerà mai più in Scozia.
Frankie Corio e Paul Mescal danno un corpo eccellente di questi due personaggi rappresentanti della spensieratezza giovanile che si sta esaurendo e della vita arida adulta. Apparendo nelle classifiche tra i migliori film del 2022 in un posto tra film come The Fabelmans di Steven Spielberg o Tàr di Todd Field Aftersun lascia il segno.
In un continuo meccanismo di vicinanza e distanza Sophie recupera i video di quella noiosa vacanza in Turchia e ci si appiglia per capire il padre, per studiarlo e soprattutto per sentire ancora il bene che lui gli voleva. Un bene mai detto esplicitamente tra i segreti e il malessere ma che c’era e che lascia la propria impronta in quei video amatoriali, unica traccia del ritratto di un uomo diviso e sofferente.
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