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Ant-man and the Wasp: Quantumania, la nuova fase del MCU

Un film fondamentale per il futuro della Marvel, ma piccolo e limitato come il suo personaggio

5 minuti di lettura

Torna Ant-man e inizia la fase 5 del MCU. Due affermazioni che non sembrano andare molto d’accordo. Ant-man and the Wasp: Quantumania è il film che fa tornare nel Marvel Cinematic Universe la macrotrama orizzontale, il film che mette il primo tassello (il secondo se si considera anche Loki) per l’arrivo di Kang, il nuovo supercattivo, che spingerà gli Avengers a riunirsi.

Ant-man and the Wasp: Quantumania, di cosa stiamo parlando

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Scott Lang, ormai famoso dopo gli eventi di Infinity War e Endgame, si è adagiato sulla sua condizione di supereroe, entrando in un momento di stasi. Questo comportamento è in pieno contrasto con la visione della giovane e ribelle figlia Kessie Lang, la quale vorrebbe che la Ant-family rimanesse tale e quale a prima nonostante una minaccia grande come quella di Thanos sia ormai passata.

Il film inizia sotto questo spirito, appena accennato, per poi portare tutta la famiglia nel microverso, dove forse qualche segreto di Janet è rimasto celato. Kang è pronto a conquistare il multiverso e cerca un modo per uscire dallo spazio subatomico dove è stato relegato.

Un film evento afflosciato

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Ant-man and the Wasp: Quantumania dovrebbe essere un film evento, dovrebbe aprire la nuova fase, mettere un punto ad alcune trame per avviarne altre. Purtroppo però non è altro che una pellicola che si sgonfia per la natura delle avventure di Ant-man, piccole e ristrette. Il film è solo un altro piccolo tassello: riesce nel presentare il prossimo grande villain al grande pubblico che magari non ha visto la prima stagione di Loki, ma rimane limitato nel respiro e nell’intensità.

Ben riuscite la colonna sonora e le ambientazioni, così come il villain. Il problema è che questi aspetti positivi sembrano inseriti a forza in una storia sbagliata e inadatta. La colonna sonora, maestosa, sembra di troppo rispetto alle scene divertenti della prima parte della pellicola, che, tra l’altro, sarebbero risultate ancora più divertenti in un contesto più intimo e familiare come quello delle precedenti avventure di Ant-man.

Le ambientazioni richiamano Star Wars e lo spazio. Sono variegate e interessanti, ma poco valorizzate dall’abbondare di primi piani e inquadrature strette. Inoltre, la CGI qualche volta arranca (soprattutto per quanto riguarda il personaggio di M.O.D.O.K.) marcando il distacco tra quello che avrebbe potuto essere e quello che in effetti è.

Kang è un personaggio intrigante. La parte migliore del film è la sua presentazione, sia la storia pregressa sia la prima scena in cui compare, dove il film diventa ampio e maestoso, per poi tornare piccolo. Jonathan Majors riesce a differenziare l’interpretazione dall’approccio avuto in Loki, più gigioneggiante. In questa versione è invece spietato, ugualmente pazzo ma calcolatore.

Ant-man and the Wasp: Quantumania, la linea del futuro è tracciata

Non ci resta che aspettare il futuro per scoprire la via tracciata. Ant-man and the Wasp: Quantumania, riesce a dare una svegliata al torpore che ha caratterizzato la Fase 4 del MCU, ma nel farlo sacrifica il cuore, quello che distingueva le piccole storie di Ant-man e famiglia. Un nobile sacrificio d’identità per riscuoterci dall’indifferenza in cui ci gettano le miriadi di serie arrivate su Disney+, che hanno abbassato l’attenzione, inserendosi in una quarta fase ottima ma non intrecciata a livello cinematografico, eccessiva e spesso scadente a livello televisivo.

Che la fase 5 torni ai fasti di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, prendendo da questo capitolo di Ant-man la voglia di seguire il grande piano che a poco a poco ci viene svelato. In conclusione, nonostante evidenti problemi di ritmo, una prima parte troppo frettolosa e allo stesso tempo troppo lunga, Ant-man and the Wasp: Quantumania è un film che riesce a divertire e incuriosire, lasciando modo ai fan di sviluppare le amate teorie sul futuro del MCU.


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Nato a Fermo, anno 1997. Scopro la passione per il cinema e per le serie tv durante l'università, studiando tutt'altro. Appassionato di film scomposti, imperfetti ed esageratamente lunghi, il mio regista preferito è Guillermo Del Toro. Le altre passioni sono la letteratura, il ciclismo e la politica.

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