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Army of thieves

Army of thieves: un prequel riuscito?

La saga continua, prima degli Zombi di Zack Snyder

5 minuti di lettura

Disponibile su Netflix dal 29 Ottobre, la produzione originale tedesco-americana Army of thieves è il prequel del già noto Army of the dead, primo capitolo della saga fantascientifica sugli zombie a cui diede vita il regista Zack Snyder, celebre per diversi action movie di supereroi.

Questo capitolo si concentra totalmente su un unico personaggio del primo film, lo scassinatore seriale Ludwig Dieter (interpretato da Matthias Schweighöfer, anche regista della pellicola), viaggiando indietro nel tempo di sei anni e raccontando di come sia riuscito a diventare colui che aprirà la misteriosa cassaforte Götterdämmerung.

Trama e analisi di Army of Thieves (no Spoiler)

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Ludwig, agli albori della vicenda non è altro che Sebastian, giovane impiegato tedesco che nel tempo libero ama caricare video sul web dove si diletta a raccontare storie particolari sulle casseforti. Quando decide di parlare del ciclo di quattro ordigni L’anello del Nibelungo, creato dal fabbro Hans Wagner omaggiando un’opera dell’omonimo compositore, viene reclutato da Gwendoline (Nathalie Emmanuel), avvenente ladra che con la sua gang sta programmando di svaligiare tutto il contenuto dei marchingegni.

Snyder non ha potuto dirigere questo capitolo poiché sta attualmente lavorando al sequel di Army of the dead, quindi ha ceduto felicemente il progetto all’attore Schweighöfer, impressionato dalla sua bravura sul set e dall’attenzione maniacale nei confronti del suo personaggio. I due hanno quindi sfruttato l’alta consapevolezza scenica dell’interprete per dedicare un intero lungometraggio al carismatico Dieter, che aveva già rubato la scena nel primo film con il suo carattere sicuro e sopra le righe.

In Army of Thieves vediamo un vero e proprio sviluppo del personaggio, che all’inizio è molto insicuro e anche un po’ alieno rispetto alla società in cui vive, ma che grazie alle avventure che vive riesce a diventare un professionista che si rispetti, pur non perdendo la sua unicità. Possiamo quindi definire la trama anche come attinente al genere coming-of-age oltre che appartenente all’heist movie (ovvero quei film che prevedono l’attuazione di un “colpo grosso”, come ad esempio una rapina, da parte di un gruppo criminale).

Quello che è certo però, è che lo stampo horror della pellicola di Snyder viene del tutto tralasciato, così come gli zombie che qui restano solo un accenno, un’eco proveniente da oltreoceano.

Questa scelta potrebbe essere dovuta ad un cambio del target degli spettatori. Infatti, ciò che emerge guardando Army of thieves è uno stile narrativo che si discosta da quello precedentemente utilizzato. Basti notare che l’incipit comincia con la frase «C’era una volta…», come a voler portare il pubblico in un’atmosfera fiabesca.

Le gag, presenti lungo tutto il corso della vicenda, sembrano indirizzate a divertire i più giovani e altri dettagli come le scritte luminose che presentano le diverse città in cui si spostano i protagonisti, contribuiscono a creare un ambiente che si avvicina più al setting di un cartone animato.

Army of Thieves intrattiene?

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Indubbiamente Army of Thieves punta ad intrattenere e divertire lo spettatore, sia esso già un appassionato del primo capitolo, sia che sia novizio alla saga, mantenendo un ritmo alto e unendo humor, azione e sentimento in un unico film.

La regia di Army of Thieves è molto buona per essere solo il secondo esperimento dell’attore protagonista dietro alla cinepresa, specie per quanto riguarda alcune panoramiche di paesaggi. Unica pecca tecnica, la seconda metà è a tratti noiosa.

La musica resta impressa, ed è chiaro già dal primo ascolto che si tratta del compositore Hans Zimmer. Molto riuscito anche il cast.

Con il giusto approccio e senza troppe pretese, quest’originale Netflix può far passare due ore in spensieratezza, soprattutto per i più giovani.


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Classe ‘98. Studio giornalismo e amo tutto ciò che mi fa sentire viva: i film, la musica rock, il palcoscenico e di tanto in tanto qualche sport estremo. Ho un occhio di riguardo per la filosofia e la psicologia. Mi piace pensarmi libera.

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