Lo sport è rispetto, sacrificio e dedizione. E quando si parla di sport da combattimento il senso di queste parole si fa ancora più forte e intenso.
Barber Ring è la storia di un pugile che sale sul ring ed è disposto a sacrificare il proprio corpo per raggiungere l’obiettivo della vittoria. Un pugile è capace di incanalare la forza fisica in un regolamento che la costringe nei confini del gioco, lasciando sfumare la violenza fino a farla sparire.
Sono insegnamenti importanti, quelli dello sport e, in particolare, degli sport da combattimento.
La storia di Manuel Ernesti, ex pugile romano, raccontata da Alessio Di Cosimo nel documentario Barber Ring, ce lo ricorda nel migliore dei modi, mettendo quasi da parte il lato più squisitamente agonistico delle vicende di Manuel “The Diamond” Ernesti, che fanno solo da antefatto e strada di passaggio, fondamentali nella formazione e trasformazione di un uomo che ha imparato, grazie alla nobile arte, a combattere nella vita nel modo più giusto.
La storia di un pugile e di un barbiere
Manuel Ernesti cresce a Ostia tra edifici occupati e case popolari in quella periferia romana fatta di microcriminalità e violenza e da cui è difficile uscire puliti; intrappolati da una parte da un sistema di illegalità che si fa norma e dall’altro dall’indifferenza delle istituzioni.
Cresce in una situazione familiare non semplicissima e con le mani sempre pronte a sfogare una rabbia che aveva preso a montare già in giovane età. Fino a che il padre non decide di portare il giovane Manuel in una palestra di boxe per aiutarlo a indirizzare nel migliore dei modi tutta la sua frustrazione e per trarre in qualche modo qualcosa di buono dall’attitudine del figlio.
Comincia così la seconda vita di Manuel che, attraverso lo sport, arriverà a togliersi grandi soddisfazioni e raggiungere traguardi importanti trovando la via del riscatto con i guantoni a proteggergli le mani.
Ma, come abbiamo già detto, Barber Ring non è un documentario sulla boxe o su un pugile: è il racconto di un uomo che dalla boxe ha appreso tanto e che è stato capace di un’ulteriore presa di coscienza dettata dagli anni che passavano e dalla consapevolezza che non tutti gli sport pagano allo stesso modo, almeno non dal punto di vista economico.
Leggi anche: Kill me if you can, la vita da film di Raffaele Minichiello
Così Manuel, nel pieno della sua carriera agonistica, decide di dedicarsi alla sua altra passione aprendo un centro di barberia e diventando un imprenditore in grado di costruire per se stesso e per gli altri mettendo su un’accademia per apprendisti barbieri che possa aiutare i giovani a uscire dalle situazioni più difficili.
E da qui il Barber Ring, il progetto voluto da Manuel che mette insieme la scuola per barbieri e l’insegnamento della boxe, unendo definitivamente i due percorsi da lui intrapresi per potersi costruire un futuro e mettendoli a disposizione di ragazzi che vengano da storie simili a quella da cui lui è stato in grado di riscattarsi.
Barber Ring, la storia di un maestro e di un imprenditore
Lo sport come via d’uscita, dunque, come maestro di vita, e non necessariamente come punto d’arrivo. Il tutto attraverso un racconto emozionato ed emozionante fatto di testimonianze da parte di amici, familiari e colleghi, costituito da tanti documenti video del piccolo Manuel in compagnia dalla mamma, del Manuel atleta e della sua forza sul ring; del Manuel imprenditore e maestro che è diventato un punto di riferimento per i propri dipendenti e allievi.
Di Cosimo racconta la storia di Ernesti e del suo Black Rose lasciandosi andare a qualche tecnicismo nel mostrarci momenti dell’allenamento di Manuel e utilizzando una sovraesposizione marcata durante certe fasi dell’intervista probabilmente per rimarcare l’importanza delle sensazioni nel racconto della vita dell’ex atleta.
Una narrazione che a conti fatti è forse un po’ troppo di parte, priva di una controparte e di un punto di vista negativo rischiando di far sembrare il tutto un’esaltazione del protagonista e del suo progetto lasciando nello spettatore più smaliziato qualche dubbio di troppo in tal senso.
Barber Ring, un documentario emotivamente ben riuscito
In conclusione Barber Ring è un documentario con le idee chiare e ben strutturato nel suo raccontare la storia a più strati di un bambino che diventa prima atleta e poi uomo.
Nel mettere in scena una persona che riconoscendo le proprie difficoltà cerca di fare di tutto per permettere anche ad altri di avere gli strumenti necessari per trovare la strada giusta per uscire vincitori dal ring della vita.
Seguici su Instagram, TikTok, Facebook e Telegram per sapere sempre cosa guardare!
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!