Il 27 novembre 1940 nasceva il maestro indiscusso delle arti marziali Bruce Lee, il cui mito, a 50 anni esatti dalla sua improvvisa e misteriosa morte, il 20 luglio 1973, è ancora impresso nella memoria di tutti. Nel 2023, la nota stella del cinema e dell’arte del combattimento avrebbe compiuto ben 83 anni e, nonostante la prematura scomparsa, non si può non celebrare una personalità tanto influente. Bruce Lee ha infatti rivoluzionato la percezione delle arti marziali nel mondo, nonché la visione stessa della comunità asiatica agli occhi della popolazione occidentale, ai tempi ancora accecata dall’odio bellico della guerra in Vietnam.
Bruce Lee si è contraddistinto per le sue straordinarie capacità fisiche, risultato di un intenso studio e di un’insaziabile pratica delle arti marziali, e per la sorprendente abilità di trasmettere profonde riflessioni sulla filosofia orientale – seppur filtrate da un’interpretazione personale – al mondo occidentale. Il grande maestro è riuscito a creare un ponte tra la cultura orientale e quella occidentale, permettendo l’incontro tra due realtà che da sempre ha sentito proprie.
Bruce Lee, la storia di un mito
Nato nella Chinatown di San Francisco, dove i genitori, artisti dell’Opera cantonese, si erano recati per una tournée, Bruce Lee crebbe tra Hong Kong e gli Stati Uniti. Tra i tanti soprannomi che gli furono dati, emblematica fu la denominazione di “piccolo drago”, poiché nato nell’ora e nell’anno cinese del drago, che effettivamente tradusse alla perfezione il carattere esuberante e burrascoso del noto attore. Fu proprio per imparare a sopravvivere alla piccola criminalità di Hong Kong, con la quale Bruce Lee era solito confrontarsi, che il maestro si avvicinò all’arte del kung fu, mai più abbandonata.
Durante gli anni trascorsi a Hong Kong, e sin dalla tenera infanzia, il giovane Lee fu ingaggiato in una serie di pellicole, anche se di poco conto, fino al 1958 quando, all’età di 18 anni, recitò in The Orphan, terzo film del regista di Hong Kong Lee-Sun Fung. Fu proprio in questi anni che, a causa del suo difficile temperamento, fu mandato dalla madre negli Stati Uniti, dove completò gli studi e si affermò come icona internazionale, dapprima nelle arti marziali e successivamente anche sulla scena cinematografica.
Approcciandosi ad altre forme di combattimento, Bruce Lee riuscì a estrarne gli elementi essenziali e fonderli in uno stile tutto suo, il Jeet Kune Do, il cui esercizio si basava anche su una componente spirituale votata ad un duplice benessere, sia fisico che mentale. Le sue abilità uniche e straordinarie non passarono di certo inosservate e lo condussero al suo primo ingaggio importante. Fu infatti il celebre William Dozier, produttore di Batman (1966), che rimase affascinato dal suo stile di combattimento e lo scelse come spalla del protagonista nella serie Il Calabrone Verde (The Green Hornet)(1966-1967).
Dopo altre apparizioni come spalla, le potenzialità di Lee furono pienamente comprese da Raymond Chow, da poco fondatore della casa di produzione cinematografica Golden Harvest, e Lee fu scelto come protagonista in Il furore della Cina colpisce ancora, del 1971, e Dalla Cina con furore, del 1972. I due film gli diedero riconoscimento sulla scena internazionale e gli procurarono un successo tale da fondare, in collaborazione con Chow, una nuova casa di produzione cinematografica, la Concord Productions.
Da questa collaborazione nacque il film L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente, del 1972, diretto dallo stesso Bruce Lee e celebre per la presenza di Chuck Norris che si scontra con il grande Bruce Lee all’interno del Colosseo, una delle scene più celebri nel cinema delle arti marziali. L’impatto del film e delle coreografie create dallo stesso Lee furono tali da suscitare anche l’interesse della colossale Warner Bros. La major captò le potenzialità delle arti marziali sul grande schermo e decise di produrre, in collaborazione con la Concord Productions, I 3 dell’Operazione Drago, pellicola dal successo sensazionale che, tuttavia, il maestro non vide uscire a causa della sua improvvisa e prematura scomparsa un mese prima, il 20 luglio 1973.
Bruce Lee, con il suo straordinario temperamento e la sua energia, ha lasciato di sé un ricordo indelebile, scalfito nell’immaginario visivo del pubblico internazionale. Ne sono testimonianza le numerose agiografie a lui dedicate dopo la sua morte, in particolare ricordiamo il film-documentario Bruce Lee – La leggenda, nonché i monumenti eretti in sua memoria e la stella con il suo nome sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles.
I grandi successi di Bruce Lee
Per celebrare al meglio questa personalità straordinaria vi proponiamo i successi cinematografici che lo hanno visto protagonista.
Tra questi, Il furore della Cina colpisce ancora, film del 1971 diretto da Lo Wei, è il primo grande successo da protagonista di Bruce Lee. Il film ripercorre la storia del giovane Cheng che, da una realtà contadina, si trasferisce in Thailandia grazie all’impiego procuratogli dal cugino in una fabbrica di ghiaccio. Nonostante i buoni propositi di cambiare vita e mantenere la promessa fatta alla madre di tenersi alla larga dai combattimenti, il giovane scopre gli affari loschi del proprietario della fabbrica e, dopo una serie di misteriose sparizioni, porta tutto allo scoperto, trovandosi in un’inevitabile guerra contro i criminali.
In ordine cronologico, un’altra perla del cinema di Bruce Lee è Dalla Cina con furore, film d’azione e arti marziali del 1972, sempre diretto da Lo Wei. La pellicola segue la storia di Chen Zhen, interpretato da Bruce Lee, uno studente di arti marziali che cerca di vendicare la morte del suo maestro, Huo Yuanjia, cimentandosi in una giostra di combattimenti con gli allievi di una scuola di arti marziali giapponese, da lui ritenuti i responsabili dell’omicidio. Il film, oltre ad essere uno dei più iconici del noto attore, esplora questioni delicate come il patriottismo, l’onore e la giustizia, ponendo l’attenzione sulla tensione tra la Cina e il Giappone durante gli anni ’20 del ‘900.
Sempre del 1972 è L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente, diretto, interpretato e prodotto da Bruce Lee. La storia si svolge a Roma, dove Lao-Shan e suo cugino Wang gestiscono un ristorante insieme ad amici. La mafia locale minaccia di usare il locale per lo spaccio di droga, rendendo necessario l’intervento di Yen Chen, arrivato da Hong Kong. Chen irrompe e con le sue abilità nelle arti marziali spaventa i mafiosi, ripristinando apparentemente l’equilibrio. Tuttavia, la mafia si riorganizza e tenta di eliminare Chen. In questa guerra per il controllo del ristorante, Chen si innamora della cugina Lao-Shan ed è proprio quando quest’ultima sarà minacciata che Chen si rivela invincibile e difende con successo i suoi obiettivi.
Ricordiamo infine I 3 dell’Operazione Drago, pellicola rappresentativa del 1973 di Robert Clouse. Si tratta del primo film che Bruce Lee pensò per il pubblico internazionale e non solo seguendo il gusto cinematografico asiatico come con i precedenti film. Il risultato fu così significativo da permettere l’inclusione della pellicola nel National Film Registry, notorietà alla quale, purtroppo, il giovane attore non ebbe la possibilità di assistere. In questo caso il protagonista, interpretato da Bruce Lee è Lee, ingaggiato da un agente del servizio segreto inglese per indagare sulle attività illecite del criminale Mr. Han. Per adempiere al suo compito, Lee si infiltra al torneo di kung-fu, organizzato dallo stesso Mr. Han, nel tentativo di portare allo scoperto la verità e sconfiggere il malavitoso.
Questi titoli sono solo una piccola parte dell’eredità cinematografica di Bruce Lee, la cui impronta iconica rivive grazie al suggestivo e potente immaginario visivo della settima arte.
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