Natasha Merkulova e Aleksey Chupov portano al Lido un racconto un po’ diverso della loro Russia degli anni ’30. In concorso alla 78esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Captain Volkonogov Escaped è un classico della filmografia russa rivisitato in chiave più umana, con una morale filo-cristiana.
Di cosa parla Captain Volkonogov Escaped
Fedor Volkonogov (Yuriy Borisov) è un giovane capitano del servizio di sicurezza nazionale russo. Siamo nel 1938 e l’URSS è in piena epoca stalinista. Il giovane Fedor esegue gli ordini che gli vengono impartiti senza fiatare. Viene assegnato, da una gerarchia militare rigida ed impositrice, alle torture dei sospettati di spionaggio, tradimento e simili. Con la freddezza di una macchina Volkonogov adempie ai suoi compiti, sicuro com’è di essere dalla parte della giustizia. Arriva però il giorno in cui il capitano realizza d’un tratto di avere un’anima. L’improvvisa scoperta fa diventare il militare un disertore disperatamente in fuga, sia dai suoi persecutori che dal suo passato.
Fedor si aggira per le strade di Mosca, in mano un fascicolo rubato contenente le informazioni di tutte le persone da lui torturate ed infine giustiziate. Una mistica allucinazione con protagonista un suo ex commilitone fa capire a Volkonogov che ha le ore contate e che l’unica cosa che ormai può davvero riscattarlo è il perdono di almeno uno dei famigliari delle vittime da lui seviziate. Fedor fa visita a più famiglie possibili cercando la grazia che nessuno gli concede. In un inseguimento senza fine veniamo introdotti nelle case, più o meno disagiate, di queste persone a cui il regime ha portato via parte della loro vita. Ma non basterà porgere le proprie scuse per togliersi di dosso le macchie di decine di omicidi.
Captain Volkonogov Escaped: la redenzione esiste per tutti?
I registi accompagnano lo spettatore in una parabola quasi religiosa, un percorso spirituale di riflessione e di ricerca del valore umano nel fitto dolore della violenza. Da impenetrabile involucro umano privo di sentimenti alcuni, Volkonogov comprende la brutalità del male, apprendendo poco a poco cosa significa convivere in eterno con il tormento. Con l’ingenuità di un bambino, ora che ha compreso tutta la desolazione di cui si è fatto portatore, Fedor si rifugia in quella che può sembrare fede; un’ultima speranza di salvezza dalla dannazione perpetua.
È possibile riscattarsi dopo una vita di angherie e soprusi nei confronti di innocenti? Volkonogov è solo un fantoccio vittima anch’egli di un sistema gerarchico e spregiudicato, oppure la sua colpa è imperdonabile quanto quella dei suoi superiori? Un ultimo atto di misericordia, con il solo intento di sollevarsi dal peso dei propri errori, non è sufficiente e suona come un ateo che in punto di morte si rivolge a Dio per la prima volta. La paura dell’ignoto, dell’agonia e dell’angoscia non sono i motori che portano alla redenzione. Benché il racconto didascalico di Captain Volkonogov Escaped sembra farci intendere il contrario, l’espiazione estrema delle proprie colpe non può essere sufficiente per sottrarre la propria anima ad una condanna eterna.
Perché guardare Captain Volkonogov Escaped
L’evasione del protagonista dai suoi stessi confini etici è accompagnato da un’altrettanto intensa traversata cinematografica. Le scene dure e brutali di interrogatori ed esecuzioni lasciano lentamente spazio ad immagini di più ampio respiro, di compassione ed indulgenza, regalando un finale emotivamente coinvolgente sullo sfondo di un cielo tinto di colori pastello.
Quasi come un racconto di formazione, Captain Volkonogov Escaped, ci illustra il cammino di un uomo che si rimette in contatto con il suo senso di umanità più ancestrale. Il protagonista non è sprovvisto di moralità, semplicemente nessuno gli ha mai permesso di coltivarla. Durante il film Fedor la riscopre, la spolvera, la fa riaffiorare, come qualcosa di innato che era stato sommerso da una serie di valori completamente traviati e corrotti. Yuriy Borisov nei panni del capitano ci accompagna con espressività ed emozione crescente in questo viaggio a ritroso dalla perdizione.
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