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Carnage di Roman Polanski, quando calano le maschere

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5 minuti di lettura

In occasione del 90º compleanno di Roman Polanski, abbiamo deciso di celebrare la sua carriera riscoprendo più da vicino uno dei suoi film: Carnage, uscito in tutto il mondo nel 2011.

Noto per essere uno dei registi più influenti e controversi nella storia del cinema, la sua carriera ha prodotto una serie di film acclamati, spaziando in vari generi e stili cinematografici. Non tutti sanno che Polanski è sopravvissuto all’Olocausto, essendo fuggito dal ghetto di Varsavia durante l’occupazione nazista e che è stata proprio questa esperienza a influenzare profondamente il suo lavoro artistico e il suo stile di regia. Tra i suoi lavori principali ricordiamo: Rosemary’s Baby, Chinatown, Il Pianista (per il quale ha vinto il Premio Oscar alla Regia nel 2003), La morte e la fanciulla.

Carnage, la stupidità degli adulti secondo Polanski

Carnage di Roman Polanski cast

Carnage è un film che si basa sull’opera teatrale Il dio del massacro della drammaturga e scrittrice francese Yasmina Raza e si concentra principalmente sulle dinamiche umane e sui conflitti interpersonali. Il film è ambientato quasi interamente all’interno di un appartamento e segue l’incontro tra due coppie, i Longstreet e i Cowan, che si riuniscono per discutere di un litigio avvenuto tra i loro figli.

Da una parte abbiamo Penelope Longstreet (Jodie Foster) e Michael Longstreet (John C. Reilly), moralità di facciata per lei e positività tossica lui; dall’altra parte abbiamo Nancy Cowan (Kate Winslet) e Alan Cowan (Christoph Waltz), lei si nasconde dietro a un fragile schermo di sicurezza e disinvoltura, lui non finge nemmeno di essere interessato alla discussione.

Oltre le convenzioni sociali

Carnage di Roman Polanski

Uno degli aspetti più notevoli di Carnage è la sua capacità di esplorare il deterioramento delle relazioni sociali e la maschera della civiltà. Le tensioni iniziali, puramente legate all’incidente dei bambini, si trasformano gradualmente in uno scontro di personalità, rivelando l’ipocrisia, l’egoismo e la debolezza umana che spesso si celano dietro la cortesia superficiale. Il film di Polanski mette in risalto come le tensioni e le incomprensioni siano inevitabili anche nelle situazioni più “civilizzate” e quanto siano fragili le convenzioni sociali che abbiamo tanto faticato a costruire.

Polanski utilizza l’ambientazione ristretta per creare un senso di claustrofobia e tensione crescente. L’azione si svolge principalmente all’interno dell’appartamento dei Cowan, che diventa una sorta di microcosmo in cui le emozioni vengono amplificate e le dinamiche umane vengono esplorate in modo dettagliato. La regia mette in evidenza la trasformazione dei personaggi, spingendoli a un punto di rottura mentre le loro personalità emergono più chiaramente, mano a mano che il film procede a velocità costante.

Carnage, Polanski scommette tutto sul cast

Kate Winslet in Carnage di Roman Polanski

Il film fa sicuramente del cast il suo punto di forza, ponendo il talento di ciascuno degli attori come focus principale, senza l’aggiunta di ulteriori orpelli. Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz e John C. Reilly offrono interpretazioni impressionanti e convincenti, rendendo i loro personaggi sia realistici che complessi, umani a tal punto da farci chiedere se, in fondo, anche noi siamo un po’ come loro. La loro capacità di passare da momenti di comicità a tensioni palpabili è fondamentale per la riuscita del film, l’ironia tagliente di Christoph Waltz ci fa chiedere come possa esistere tanto cinismo e l’arroganza di Jodie Foster ci fa domandare come si possa essere così ciechi.

Carnage potrebbe non essere adatto a tutti i gusti. La sua struttura limitata e il focus intenso sui dialoghi potrebbero risultare alienanti per chi cerca un’azione più tradizionale o una narrazione più dinamica. Inoltre, l’assenza di un finale definitivo potrebbe lasciare alcuni spettatori insoddisfatti, ma sta proprio nel minimalismo del finale la bellezza di questa opera: è quando vengono inquadrati i due bambini che giocano insieme in un parco che capiamo quanto questa carneficina abbia ben poco a che fare con il diverbio tra i due bimbi. Roman Polanski getta luce sulla stupidità degli adulti quasi fosse Il Piccolo Principe degli anni 2010.


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Classe 2000, nato nel primo pomeriggio di una pigra domenica romana. Sogno una vita con lo zaino in spalla diretto verso orizzonti lontani e se “andare” è l’anagramma del mio nome, mi basta andare, ci penserò poi alla destinazione.

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