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Caro Evan Hansen Musical

Caro Evan Hansen, l’incertezza di un remake

6 minuti di lettura

Quest’anno sono usciti al cinema diversi remake di famosissimi musical di Broadway, come lo scorso In the Heights in luglio e il prossimo West Side Story a Natale. Tra questi è presente anche Caro Evan Hansen, nelle sale dal 2 dicembre.

La trama di Caro Evan Hansen

Caro Evan Hansen

Sebbene qualche taglio – a volte importante – rispetto alla versione di Broadway, il film diretto da Stephen Chbosky, segue in linea generale la trama originale.

Evan Hansen (Ben Platt) è un ragazzo all’ultimo anno di liceo e ci viene subito mostrato il fatto che soffre di ansia sociale. Per questo motivo il terapeuta vuole che scriva delle lettere motivazionali a se stesso così da sentirsi meglio. Senza capirne subito il motivo vediamo che Evan porta il gesso al braccio e la madre, Heidi (Julianne Moore), gli porge un pennarello per chiederei ai compagni di fargli firmare il gesso “così per rompere il ghiaccio”.

Purtroppo, nessuno lo fa. Nessuno tranne Connor (Colton Ryan). Connor è un ragazzo bistrattato da tutta la scuola, violento, allontanato da tutti. Nell’impeto di voler fare amicizia – anche se non si capisce perché – firma il gesso a Evan, ma subito dopo trova nella stampante la lettera che Evan si era inviato a se stesso. In essa, Evan si mostra fragile, arrabbiato con tutti, e soprattutto nomina Zoe (Kaitlyn Dever), la sorella di Connor, di quale è invaghito. Connor si tiene la lettera e Evan ha il terrore che venga pubblicata online.

Le menzogne di Evan

Caro Evan Hansen

Questo non accade, perché Connor si suicida. I genitori di Connor, trovando la lettera di Evan nella sua tasca, cominciano a credere che i due fossero migliori amici e, non volendo togliere loro l’unico barlume di speranza, Evan non nega. Comincia quindi a creare e-mail false, ricordi mai esistiti sulla loro amicizia, entrando a far parte della loro famiglia. Riesce a far star meglio la famiglia di Connor ma solo con delle mere menzogne create sul momento.

Eppure, presto o tardi, la verità viene a galla. La foto della lettera viene pubblicata e Evan decide di rivelare alla famiglia di Connor la verità. Torna a casa e spiega anche a sua madre cosa ha fatto, rivelando anche il motivo per cui si è rotto il braccio. L’estate prima era salito su un albero e, volontariamente, si era lasciato cadere a terra.

Dopo la discussione con la madre, Evan cerca di rimediare all’errore. Inizia a cercare persone che conoscevano Connor personalmente, legge i suoi libri preferiti e manda tutto ciò che trova alla sua famiglia. La storia si chiude con Evan e Zoe nel frutteto preferito di Connor: lì parlano di ciò che è successo e si riappacificano.

I problemi di Caro Evan Hansen

Caro Evan Hansen

La critica ha stroncato questo remake, lasciando per lo più recensioni negative. Come mai uno dei più famosi spettacoli di Broadway non è riuscito nell’impresa sullo schermo?

Prima di tutto parliamo del casting. Ben Platt, ormai 27enne, riprende il ruolo originario di Evan, ma la differenza fra lui e gli altri giovani attori è fin troppo evidente. I continui close up non aiutano a mostrare un trucco fin troppo calcato. Oltretutto, l’attore è strabiliante sul palco, grazie alla sua estensione canora e la sua grande espressività, ma sembra quasi esagerato una volta trasposto su pellicola.

In secondo luogo, Evan. Non si capisce che messaggio si voglia mandare: è un eroe? Un antieroe? Un antagonista di se stesso? Nel film è stata rimossa la canzone Good For You, dove – seppur debolmente – Evan prendeva atto dei suoi errori. Nel film, invece, non paga nessuna conseguenza rispetto a ciò che ha fatto. Tutto si risolve in una blandissima discussione con Zoe che lo perdona a cuore aperto.

In terzo luogo, il film in sé. Ormai è evidente che le continue richieste dei fan di avere dei proshot – ovvero delle riprese dello spettacolo realizzate a teatro – e non dei remake dovrebbero essere ascoltate. Per quanto ci siano esempi di buone riuscite (Tick Tick Boom in primis), raramente uno spettacolo di Broadway riesce a regalare le stesse emozioni in un remake. Il successo di Hamilton, proshot girato completamente a teatro e reso disponibile lo scorso anno su Disney+, dovrebbe far comprendere come un buon proshot renda molto meglio di un adattamento.


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Classe 1995, laureata in Filologia moderna. Mi nutro di libri, teatro, serie TV e musical. Datemi un film con una grande colonna sonora e sarò felice

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