A pochi giorni dal lancio in Italia di Disney+, la casa di topolino cambia leadership. Bob Iger non sarà più amministratore delegato della Walt Disney Company, carica che ha occupato negli ultimi 15 anni. A sostituirlo un veterano della multinazionale statunitense: Bob Chapek.
Addio Bob e… benvenuto Bob
I più maliziosi, venendo a sapere che Bob Chapek è stato il responsabile parchi e restorts della Disney, potrebbero tornare con la mente alle recenti affermazioni di Martin Scorsese riguardo un certo cinema di intrattenimento («a tema»). A ben guardare però la scelta non appare così folle. Negli ultimi 15 anni, mentre Bob Iger acquisiva Pixar, Lucasfilm, Marvel e poi Fox, Chapek ha supervisionato la più grande espansione dei parchi a tema, raddoppiando la flotta della Disney Cruise Line (la flotta di navi da crociera Disney) e inaugurando un nuovo Disneyland a Shanghai. Quest’ultimo in crisi da qualche settimana a causa del Coronavirus.
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In quanto multinazionale leader dell’intrattenimento, la Walt Disney Company agisce come un unico organismo sempre in mutamento. L’acquisizione di nuovi diritti, la produzione di nuovi film, l’ampliamento di certi “universi narrativi”, ha richiesto, soprattutto negli ultimi anni, un’integrazione immediata tra i prodotti su schermo e la loro realizzazione fisica come esperienza nei parchi. Lì ha lavorato Chapek, che l’anno scorso ha inaugurato Galaxy’s Edge, fortunata area a tema Star Wars nel Walt Disney World in Florida.
La storia di Chapek presso la Walt Disney Company inizia addirittura prima della guida di Bob Iger, nel 1993. Le sue mansioni si sono sempre concentrate sul mondo dei prodotti fisici, prima per il mercato delle videocassette (responsabile quindi del misterioso Disney Vault), poi dal 2009 della breve vita dei Bluray. Tempi diversi, ancor più lontani se osservati dall’era di Disney+ (ultimo progetto lanciato da Bob Iger), ma la cui aura Chapek si spera cercherà di integrare in questo mondo digitale. D’altronde se i parchi a tema sono più vivi che mai, e la Disney resta leader delle presenze nelle sale (un terzo dei ricavi del box office americano porta la firma di topolino), significa che un occhio al consumatore come persona fisica, e non come abbonato virtuale, può continuare a giovare al futuro dell’azienda. E ovviamente ai suoi spettatori.
Le dimissioni di Bog Iger hanno effetto immediato, anche se continuerà, in qualità di Executive Chairman, ad affiancare il proprio omonimo sino allo scadere del contratto, ossia il 31 Dicembre 2021. 22 mesi, quelli che distanziano dall’abbandono di Bob Iger (alcuni sostengono addirittura che in futuro lo si possa vedere in qualche corsa presidenziale) in cui dovrà guidare Chapek attraverso l’apparentemente infinito mondo Disney. Dopo anni di continua espansione, la Disney sembra essere giunta a un nuovo stadio della propria storia.
Con un parco diritti da far fruttare, una streaming war da vincere e un primo posto in qualità di più potente gruppo di Hollywood da tenere stretto. Nella speranza che il rinnovo di alcuni collaudati universi narrativi, dal Marvel Cinematic Universe al mondo di Star Wars, si riveli proficuo come la loro recente conclusione. Tenendo però sempre a mente che dei ricavi Disney, solo una piccola parte (sufficientemente grande da far disperare gli altri studios) proviene dalle sale. Ma è da lì che si consolida il loro brand, e giocattoli e parchi non si alimentano da soli.
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