Dopo il remake coreano de La casa di carta Netflix punta sul remake di un altro suo prodotto spagnolo di altrettanto successo: Elite. Ecco quindi che sulla piattaforma arriva Class, remake in otto episodi della prima stagione della Serie tv spagnola, disponibile a partire dal 3 febbraio scorso (per ora solo sottotitolato in italiano). Ma come se l’è cavata questa volta? E soprattutto, i remake sono il futuro della piattaforma?
Class è l’ennesimo buco nell’acqua
Ambientato a New Delhi in India, Class racconta la storia di un gruppo di adolescenti provenienti da basse classi sociali i quali, a causa di un incidente che ha reso inagibile il loro precedente istituto, ricevono una borsa di studio per poter frequentare l’esclusivo liceo Hampton International, crogiolo dell’élite della città. I nuovi studenti si scontrano con le dinamiche oscure e perverse di un ambiente principalmente corrotto e ricco di segreti. Il remake, prodotto da Bodhitree Multimedia Limited, è diretto da Ashim Ahluwalia e vede nel cast la presenza di Anjali Sivaraman, Gurfateh Pirzada, Ayesha Kanga, Chayan Chopra, Chintan Rach e Madhyama Segal.
Se nell’ultimo periodo Netflix sta subendo un evidente tracollo, una delle colpe è sicuramente attribuibile alle mosse messe in atto dalla major, una su tutte? La decisione di produrre remake. Dopo l’insuccesso di quello che è stato La Casa di carta: Corea, la casa dello streaming decide di cambiare aria per Elite e di spostarsi in India, adattando una storia dalle dinamiche prettamente occidentali all’interno di una cultura completamente differente da quella che è la sua matrice. Class è quindi l’ennesimo buco nell’acqua per Netflix, passata sotto tutti i punti di vista in sordina a causa delle dinamiche per nulla accattivanti, ma soprattutto per le operazioni di marketing utilizzate, e che in questo caso corrispondo al nulla.
Quando un copia-incolla non basta
Se si pensa che ‘’remake di una serie di successo’’ faccia rima con ‘’successo immediato’’, ci si sbaglia di grosso. Class, infatti, manca di originalità e rimane per tutto il corso delle otto puntate rilasciate (per ora, visto il finale aperto) all’ombra di quella che è la serie madre. Gli eventi riportati sono i medesimi di una storia già vista e rivista – che prosegue ormai da quasi sette stagioni nel caso di Elite – e che la maggior parte degli spettatori si è stancato di vedere. La componente più interessante di tutto il discorso narrativo è sicuramente l’ambientazione; l’elemento culturale indiano, che poteva donare identità e brio ad una storia già conosciuta, passa in sordina creando quindi un prodotto finale anonimo.
Nessun carattere e nessuna caratterizzazione viene donata alla Serie tv, complice anche una sceneggiatura scarna e priva di colpi di scena, arricchita da cliché e da situazioni quasi surreali create solo ed esclusivamente per portare avanti una storia di per sé già condannata sul nascere. Poco trasporto e poco animo sono le componenti principali della maggior parte delle scene, che puntano poco sul coinvolgimento e sull’emotività che può scaturire da esse, ma preferiscono piuttosto basarsi sulla ricreazione tale e quale dalle scene della serie originale. Lo sfarzo della élite, che tanto caratterizzava le prime stagioni del prodotto spagnolo, non viene ricreato correttamente e tutto viene demonizzato da una patina che ovatta il discorso narrativo.
Class: l’élite anonima di Netflix
I personaggi raccontano poco di loro e sono privi di quella caratterizzazione necessaria a creare anche un minimo di identificazione con lo spettatore. L’arco narrativo di molti di loro è pressoché inesistente o, nel caso di alcuni di questi, è sviluppato poco e non coerentemente a quanto lui stesso affronta nel corso del discorso narrativo. I rapporti che stringono i vari protagonisti sono superficiali e poco analizzati, creando dinamiche molto spesso prive di senso. La scuola, elemento principale di Elite, qua non riesce ad assumere il ruolo di prestigio e tanto caratterizzante; medesima situazione capita con la rappresentazione delle classi sociali, tanto accentuata nella serie madre e completamente dimenticata all’interno di Class.
Nonostante le buone premesse e l’originalità che poteva scaturire nella narrazione della Serie tv, Class si dimostra essere l’ennesimo errore di Netflix, sinonimo inoltre di un disperato bisogno di originalità in favore di una quantità che – nella maggioranza dei casi – prende il sopravvento.
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