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Venezia 80 – Comandante, il festival comincia con Favino

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7 minuti di lettura

Comandante di Edoardo De Angelis apre l’80ma edizione della Mostra con la vera storia di Salvatore Todaro, il Comandante del sommergibile Cappellini che salvò 26 naufraghi durante la guerra.

Un’apertura non programmata, quella dell’ottantesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che rinuncia a Challengers di Luca Guadagnino per decisioni produttive legate allo sciopero combinato SAG-AFTRA (Screen Actors Guild – America Federation and Radio Artists) e WGA (Writers Guild of America) che dal 13 luglio coinvolge attori e sceneggiatori oltreoceano. 

Ad aprire la rassegna, infatti, è Comandante di Edoardo De Angelis, presentato in anteprima mondiale il 30 agosto, in concorso per il Leone d’oro.

Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra, elogia l’investimento produttivo del cinema italiano relativamente a un’opera che, nonostante l’ambientazione d’epoca, scatena riflessioni più che contemporanee. 

“È un film che parla di forza”, ha sottolineato il regista nel ringraziare la direzione per la fiducia dimostrata, “e Salvatore Todaro ne incarna la sua forma sublime: combattere il nemico senza dimenticare mai la sua natura di essere umano”.

Scritto da Sandro Veronesi e Edoardo De Angelis, Comandante è una produzione Indigo Film e O’Groove distribuito da 01 Distribution. Edita da Bompiani il 25 gennaio 2023, è inoltre disponibile l’omonima novellizzazione scritta da Veronesi e De Angelis.

Favino è Salvatore Todaro in Comandante, film d’apertura di Venezia 80

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1940, Seconda guerra mondiale. Il capitano di corvetta Salvatore Todaro (Pierfrancesco Favino) è al comando del sommergibile Cappellini della Regia Marina. Durante la notte del 16 ottobre, in seguito a uno scontro a fuoco, affonda il Kabalo, un mercantile armato che viaggia a luci spente, e contro il parere dei vertici — ma come previsto dalla legge del mare — prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi per sbarcarli nel porto più vicino di Santa Maria delle Azzorre. 

L’equipaggio del Cappellini, forza coesa sotto gli ordini del Comandante Todaro, accoglie il nemico sotto coperta e assiste al fortunato mescolarsi di anime che poco condividono oltre il fatto di essere uomini e di voler tornare a casa. Il Cappellini è così costretto a navigare in emersione per tre giorni mettendo a rischio la propria vita e quella dei suoi sottoposti. Alla domanda del comandante nemico sul perché li abbia salvati, Todaro risponde: “Perché noi siamo italiani”.

Se questo significa essere italiani, voglio essere italiano

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In mare siamo tutti alla stessa distanza da Dio.

Si apre così l’ottantesima edizione della Mostra, con una massima che no, non dovrebbe valere solo sott’acqua. 

L’interesse per Salvatore Todaro di Edoardo De Angelis nasce in seguito alla “parabola” pronunciata dall’ammiraglio Giovanni Pettorino che nel 2018, in occasione dei 153 anni della Guardia costiera, aveva ricordato l’esempio di Todaro relativamente alle politiche dell’esecutivo contro le OGN e verso la crisi europea dei migranti.

Fondamentale per la realizzazione del lungometraggio, il sostegno della Marina Militare che ha garantito l’accesso agli archivi e al diario di bordo del Cappellini.

“Siamo un popolo di navigatori che in mare si è sempre distinto”, ha dichiarato Veronesi in conferenza stampa. Poter attingere alla parte privata di Todaro è stato un “miracolo” che ha permesso — continua Veronesi — di ricostruire la sua storia con maggiore accuratezza, dando rilievo al ruolo militare quanto all’uomo nella sua dimensione più intima.

Grazie alla penna e all’umanità di Sandro Veronesi si svela un “ritratto emblematico di che cosa significhi essere italiani”, ha detto il regista, Edoardo De Angelis: “Penso che questa nazione sia un crogiolo meraviglioso e putrido e che questa sia la sua identità. Nasce dalle varietà possibili dell’essere umano”.

Essere forti significa essere umani, tendere la mano verso il più debole. Affondare il ferro, in guerra, è la prassi, ma se la vita è dell’uomo e non del nemico allora vale la legge del mare. Comandante più che un film d’apertura è un auspicio, a più di ottant’anni dall’eroismo di Salvatore Todaro, a conservare quest’umanità tipicamente italiana. Retorica, forse, gettata addosso allo spettatore che inerme non può che rabbrividire, cullato nel più fiero patriottismo.

La sensazione davanti all’opera di De Angelis (a fronte dell’incredibile investimento produttivo che lo rende tecnicamente un miracolo) è che manchi di coesione, costretto tra il tono lirico (e non indispensabile) del prologo e l’intimità rozza e confessionale che si crea, sotto coperta, tra uomini semplici, impauriti e orgogliosi. I membri dell’equipaggio del Cappellini – si distinguono il corallaro Vincenzo Stumpo (Gianluca Di Gennaro) e il cuoco Gigino (Giuseppe Brunetti) – hanno paura di morire, ma vanno incontro alla morte, insieme.

Si divertono, cantano Un’ora sola ti vorrei suonata con il mandolino e dedicata col pensiero al seno prosperoso dell’ultima donna amata o di quella per cui si spera di tornare, mangiano con gusto gli gnocchi co la pummarola se scampano al fuoco nemico e immaginano il sapore dell’Italia quando divorano a cucchiai la brodaglia che gli spetta in “tempi più difficili”. Gigino è l’Italia che non smette di sperare, quella che ricorda la gloria quando ha fame, che non smette di cantare neanche mentre muore.

È per via di quest’incrocio di traiettorie semplici, restituite dalla calda e accogliente fotografia di Ferran Paredes Rubio che a rimanere impresse sono le sequenze all’interno del sommergibile, non quelle dello scontro a fuoco, né del salvataggio in mare, né dei bombardamenti aerei. Solo gli uomini: amici, compagni, nemici, martiri innamorati di un’idea.

È retorico, certo. Italianissimo, più che abbastanza.


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25, Roma | Scrittrice, giornalista, cinefila. Social media manager per Cinesociety.it dal 2019, da settembre 2020 collaboro con Cinematographe per la stesura di articoli, recensioni, editoriali, interviste e junket internazionali.
Dottoressa Magistrale in Giornalismo, caposervizio nella sezione Revisioni per NPC Magazine, il mio anno ruota attorno a due eventi: la notte degli Oscar e il Festival di Venezia.

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