Riconfermando il sodalizio che continua da diversi anni, Ryan Murphy sbarca di nuovo su Netflix con DAHMER, Mostro-La storia di Jeffrey Dahmer, miniserie in dieci episodi disponibile sulla piattaforma streaming dal 21 settembre scorso. Creata dallo stesso Murphy insieme a Ian Brennan, DAHMER, Mostro-La storia di Jeffrey Dahmer porta alla ribalta uno dei casi di cronaca nera americana più efferati, quello di Jeffrey Dahmer che nell’arco di un decennio ha consumato ben 17 brutali omicidi. Con un poliedrico Evan Peters la miniserie è già una delle migliori dell’anno.
DAHMER, Mostro-La storia di Jeffrey Dahmer, dove arriva il limite umano?
1991, Milwaukee. Jeffrey Dahmer, serial killer all’attivo da più di dieci anni, si addentra in un locale gay pronto a adescare quella che sarebbe stata la sua diciottesima vittima. La mano della sfortuna cade su Tracy Edwards (Shaun J. Brown) che, con la scusa di un servizio fotografico, segue Dahmer nel suo appartamento. Quella che sembrava una tranquilla serata si trasforma presto in un incubo, quando Dahmer tenta di uccidere Tracy che riesce a scappare e denunciare l’uomo. Dahmer viene così smascherato e arrestato dalla polizia, che trova nel suo appartamento i resti di sadici omicidi compiuti al suo interno. Da questo momento il nastro immaginario della miniserie viene riavvolto facendo luce sulla storia di Jeffrey Dahmer sotto innumerevoli punti di vista.
Quello che DAHMER, Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer fa è infatti un’analisi precisa e accurata di tutti gli aspetti che aleggiano intorno a questa terribile storia vera; tramite l’utilizzo di flashback e flashforward non viene solo mostrata la vicenda presente del serial killer, bensì anche il suo passato, i rapporti turbolenti e problematici con la famiglia, ma anche la continua denuncia da parte della sua vicina Glenda (Niecy Nash), che di lui ha sempre sospettato, e soprattutto l’inefficienza di un sistema americano sempre più corrotto e deplorevole.
Dahmer è un cruento capolavoro della serialità televisiva, che analizza e studia fino a dove il limite umano, spregiudicato e deviato, può spingersi.
Dahmer o l’ennesima consacrazione di Evan Peters
Jeffrey Dahmer riprende vita con l’interpretazione di Evan Peters. L’attore – grande amico e collaboratore di Ryan Murphy da ormai un decennio – dimostra ancora una volta le sue abilità attoriali e interpretative, con un ruolo che lui stesso ha dichiarato come “il più difficile e complicato della sua carriera”.
Peters delinea sulla propria pelle il ritratto perfetto di un giovane disturbato e sadico, con un’interpretazione altrettanto penetrante. Con un semplice sguardo è in grado di trasmettere inquietudine negli occhi dello spettatore, facendo della scena la sua più grande alleata.
Evan Peters è un animale da palcoscenico che compie una metamorfosi interiore ed esteriore ogni qualvolta un ruolo gli viene attribuito, ed è in grado di cucirsi facilmente addosso le sembianze del personaggio che una storia se la crea mediante le sue membra. Argilla nelle mani di Ryan Murphy che lo plasma in suo favore e nei favori di una storia che – in moltissimi casi – solo un attore dal calibro di Evan Peters è in grado di trasporre sul piccolo schermo. L’attore risulta ancora una volta il cattivo per eccellenza, muovendosi a ritmo di musiche cupe che accompagnano la narrazione all’interno di una sceneggiatura che fa dei silenzi il suo punto forte.
DAHMER, Mostro-La storia di Jeffrey Dahmer non è solo Dahmer
Come accennato in precedenza la miniserie non ruota intorno a una sola storia, a una sola persona. DAHMER, Mostro-la storia di Jeffrey Dahmer è anche la storia di un popolo che ha voglia di far sentire la propria voce all’interno di una nazione estremamente classista e razzista, dove le voci delle minoranze vengono surclassate finendo per favoreggiare omicidi e arretratezza. La sceneggiatura corre abilmente tra passato e presente di Jeffrey Dahmer, analizzandone la sua figura a 360 gradi e immergendola all’interno di un contesto storico che non è poi così lontano da quello attuale.
Sull’altro lato della bilancia abbiamo la storia delle vittime e delle loro famiglie, dilaniate da quanto accaduto loro ma inarrestabili. Viene raccontata la loro storia, le loro speranze e il contesto del loro assassinio, e lo spettatore simpatizza facilmente con quanto mostrato sul piccolo schermo soprattutto grazie all’introspezione che la sceneggiatura dona a queste storie. Altra storia che colpisce è quella di Glenda, vicina di Jeffrey e da sempre sospettosa nei suoi confronti. La donna, interpretata magistralmente da Niency Nash, è un ritratto vero e sincero della preoccupazione ma anche della determinazione di una donna di colore negli anni ’90.
Ecco così che DAHMER, Mostro-La storia di Jeffrey Dahmer calca la sua impronta all’interno di un mondo seriale dove il true crime sta acquisendo sempre più consensi. E lo fa nel migliore dei modi possibili, con Ryan Murphy che riconferma il suo genio e abilità nella cinematografia.
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