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Dalla mia finestra, Netflix si supera (in peggio)

Uno sguardo al teen drama spagnolo tratto dall'omonimo romanzo di Ariana Godoy, e agli elementi che lo rendono un prodotto scadente sotto ogni aspetto.

5 minuti di lettura

Le case produttrici sono sempre più convinte che basti poco a tenere gli spettatori incollati allo schermo. Una coppia attraente dalla storia “tormentata” e una trama banale con base erotica sembrano bastare a far salire le visualizzazioni alle stelle e, finché ciò accade, che il prodotto in sé sia scadente è a confronto roba di poco conto. Scopriamo perché Dalla mia finestra, tratto dall’omonimo romanzo di Ariana Godoy, è l’ennesimo esempio lampante di questo fenomeno.

Cosa racconta Dalla mia finestra

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Clara Galle e Julio Peña in Dalla mia finestra

Raquel (Clara Galle) è una giovane liceale innamorata, per meglio dire ossessionata, da Ares Hidalgo (Julio Peña), il suo misterioso e affascinante vicino di casa. Determinata a conquistarlo in un modo o nell’altro ma incapace di stabilire un contatto diretto con lui, si limita a osservarlo dalla finestra della sua stanza, finché alcune rivelazioni inaspettate danno il via alla loro storia d’amore, una storia insidiosa e passionale destinata, come spesso succede, a non avere vita facile.

Altre 50 sfumature d’insufficienza

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Una scena di Dalla mia finestra

Cavalcando l’onda delle saghe di 50 Sfumature di Grigio e After, Dalla mia finestra si conferma, come da previsione, un patetico tentativo di propinare al pubblico un prodotto al limite dell’inguardabile, contando sul fatto che il termine erotismo basti a scatenare la sindrome Christian Grey.

Fin dall’inizio delle due lunghissime ore di pellicola, risulta chiaro come la relazione tra i due giovani sia tutt’altro che una storia d’amore, più tendente all’ossessione perversa che alla passione tipica, e salutare, dei primi amori.

Lo svilimento del concetto di amore e passione non è certo l’elemento peggiore da evidenziare; se si considerano le pellicole in passato prodotte da Netflix, tra cui spicca l’imbarazzante 365 giorni, le scene a contenuto sessuale senza senso e, per certi versi, disturbanti sono poca cosa.

Quello che, dopo anni e anni ancora salta all’occhio dello spettatore mediamente attento è l’assenza di personaggi degni di rappresentazione, privi di carattere e senza qualcosa da raccontare, pedine di un semplice gioco di perversione mascherato da focoso amore giovanile.

Analogamente ai suoi predecessori sopra citati, Dalla mia finestra vanta una sceneggiatura scadente all’inverosimile, il cui scheletro si compone di una serie di azioni insensate culminanti con un’escalation sessuale quasi sempre non necessaria e fuori contesto; l’effetto trasmesso, coincidente con tutta probabilità alla reale intenzione, è la volontà d’infinocchiare il pubblico pagante con contenuti fatti passare per erotici, ma che di erotico non hanno assolutamente nulla.

Perché non guardare Dalla mia finestra

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I protagonisti maschili di Dalla mia finestra

Il primo dubbio che sorge allo spettatore, dopo aver assistito alla visione di Dalla mia finestra, è il perché una casa produttrice decida di finanziare un progetto simile, destinato a fare scalpore per la sua pochezza di forma e di contenuto, invece di reagire alla bozza di sceneggiatura con un sonoro “Vade retro”; purtroppo però il motivo non è difficile da desumere. Dalla mia finestra è un prodotto scadente ma fonte certa di guadagno, probabilmente grazie al falso erotismo che ormai sembra essere diventato l’elemento determinante per convincere la gente a premere play.

A conti fatti, l’unico motivo per cui guardare Dalla mia finestra potrebbe essere la voglia di farsi delle sonore risate, sempre se si è capaci di ridere di fronte a un trionfo di trash e cattivo gusto.

Ora come ora non è possibile impedire alle pellicole come Dalla mia finestra di scalare la classifica dei contenuti del momento (il film è attualmente nella Top10 Netflix, ndr), date le molteplici motivazioni che possono spingere una persona a guardarle, tra cui spiccano spesso derisione e bonaria curiosità. Certo è che, tra due anni o poco più, Dalla mia finestra sarà l’ennesimo “filmetto da adolescenti” che gli stessi adolescenti odieranno a loro volta, senza pregi e senza senso; per adesso si può solo attribuirgli il merito di far sembrare 50 Sfumature di Grigio un prodotto da Oscar.


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Classe 1996, dottoranda in Ingegneria Industriale all’Università di Napoli Federico II, il cinema è la mia grande passione da quando ho memoria. Nerd dichiarata, accanita lettrice di classici, sogno di mettere anche la mia formazione scientifica al servizio della Settima Arte. Film preferito? Il Signore degli Anelli.

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