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Dario Argento, la pop-star dell’horror si racconta al pubblico: “Quando feci arrabbiare Ennio Morricone”

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10 minuti di lettura

“E questo è Dario Argento”. Con queste parole è stata inaugurata la presentazione del volume Dario Argento due o tre cose che sappiamo di lui, curato da Steve Della Casa ed edito da Cinecittà – Electa. Eppure, ascoltando il Maestro durante l’incontro tenutosi il 4 maggio presso la Casa del Cinema di Roma, si ha la sensazione che ogni dichiarazione mostri un solo aspetto di una carriera che ha trasformato imprevisti e suspense in cifra distintiva.

Due i punti di vista esplorati durante l’incontro: la musica, tra gli indiscussi protagonisti della produzione di Argento, e il rapporto del regista con il mondo. La Masterclass, animata proprio da Steve Della Casa, ha inaugurato Note d’Argento, rassegna di sei titoli che proseguirà sino a domenica 8 maggio. All’inaugurazione del volume è infatti seguita la prima proiezione, la nuova versione in 4k di Profondo Rosso. Sarà poi il turno de L’uccello dalle piume di cristallo (giovedì 5 maggio alle 20.30), Suspiria (venerdì 6 alle 20.30), Tenebre e Phenomena (sabato 7 alle 18.00 e alle 20.30) e infine Opera (domenica 8 maggio alle 18.00).

Foto di Alessandro Cavaggioni

Un aperitivo in compagnia del terrore che inaugura un formidabile tour internazionale. Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà, ha infatti rivelato che saranno 17 i titoli a viaggiare per il mondo grazie ai restauri seguiti da Paola Ruggiero. I capolavori di Argento arriveranno, nelle nuove e perfezionate versioni 4k, a New York, Londra, Parigi, Los Angeles e, notizia rivelata al pubblico in sala, anche a Tokyo.

Una grande festa che coinvolge il mondo intero e si dedica anima e corpo a uno dei registi italiani più amati di sempre. Dario Argento, come raccontato in Due o tre cose che sappiamo di lui, è stato un fenomeno senza precedenti. Il volume indaga il cinema del Maestro attraverso le parole di grandi artisti della scena internazionale.

Dario Argento due o tre cose che sappiamo di lui libro

Verdiana Bixio, John Carpenter, Jean Francois Rauger, Berkeley, George A. Romero, sono solo alcuni dei nomi che si alternano nelle ampie pagine intervallate da suggestive immagini di backstage. Steve della casa lo racconta come “il regista italiano più noto a livello mondiale”, a tal punto che quando contattò Banana Yoshimoto per un contributo al libro ricevette immediata risposta e “totale disponibilità per Argento-San”.

Il mondo per Argento, il mondo con Argento e il mondo di Argento. Sono molti i modi per osservare un Maestro. Seguendo il filo rosso dipanato lungo l’incontro di presentazione del volume ve ne raccontiamo i due scelti da Cinecittà: la musica e l’accoglienza all’estero. Ecco cosa ha raccontato Dario Argento al pubblico di giornalisti, appassionati e cinefili.

La musica per Dario Argento

Dario Argento Suspiria

Più che musica, musiche. Dario Argento ha diretto horror (Occhiali neri il suo ultimo lungometraggio uscito a febbraio 2022), ma il suo rapporto con l’accompagnamento musicale non segue etichette. Più di un contrappunto, colonna sonora come colonna portante. Quando gli si chiede “Quale musica ascolti”, Argento risponde “quella che capita”. Non c’è un piano, si fa sorprendere. Come sorprendenti sono stati gli incontri con i numerosi musicisti di cui è stato collaboratore, a volte amico, persino confidente.

“I grandi musicisti sono persone bizzarre”, racconta. E lo sa bene. Lui che ne ha conosciuti vari e variopinti. Con Ennio Morricone, che con Argento stringerà un sodalizio lungo sei film (“Sei film sono una vita” commenta), non iniziò con il verso giusto. Abitavano vicini, la stessa via di Roma, e un giorno – riferisce Argento – il regista si presentò con alcuni dischi da proporre al compositore. “Tu ti presenti a casa di Ennio Morricone con dei dischi?”, lo rimproverò. Argento si scusò (“ho fatto una cazzata”), ed ebbe inizio una grande storia di musica e cinema.

Dario Argento Ennio Morricone

L’uccello dalle piume di cristallo rappresentò l’esordio di Argento e l’inizio del rapporto con Morricone. Per l’occasione, il musicista volle improvvisare. “Come improvvisare”, lo interrogò Dario. “Sì, tu mi porti il film e io e il gruppo ci suoniamo sopra”. Le parole di Argento sono il controcampo mancante di quelle ascoltate in Ennio, imperdibile documentario di Giuseppe Tornatore. A

Ci fu poi l’esilarante collaborazione con Bill Wyman, l’ex Rolling Stones. Con la band rock, Argento ci uscì anche a cena. Furono loro a invitarlo. Poi Bill uscì dal gruppo e scrisse un autobiografia in cui appare anche il regista, descritto come un rompiscatole che lo fece sfaticare come un pazzo, “una persona pessima”. Dario Argento ci ride su – “son soddisfazioni” – e sancisce che d’altronde “molti musicisti son così”.

Argento nel mondo: everybody loves Dario

Dario Argento film

Steve Della Casa la chiama “componente Argento in the world”. Strappa un sorriso, ma è sorprendentemente vero. Un pezzo di storia di Dario Argento riguarda la ricezione delle sue opere nel mondo, vere vagabonde della settima arte apprezzate in ogni dove.

Quando gli si chiede un ricordo qualsiasi di questo aspetto prende una pausa (troppe memorie?) e infine trova l’immagine: “quando sono andato in Corea del Sud, a Seul: una cena bellissima”. L’Associazione dei registi sudcoreani organizzò per Argento un comitato di benvenuto che venne animato da gesti e mimi, per sopperire alle lacune linguistiche. “In qualche modo ci siamo capiti”, racconta sorridendo mentre naviga i ricordi.

Un po’ di mondo Dario Argento ce l’ha nel sangue. Di discendenze brasiliane da parte di madre, riferisce la stupore che lo colse quando scoprì che i brasiliani lo conoscono e amano molto. “Fecero una rassegna dei miei film e quando entrai in sala mi salutarono tutti: ma come facevano a conoscere la mia faccia?”.

È in Russia però che vive l’esperienza più inverosimile. Giunto a un Festival, scopre che i film non vengono doppiati o sottotitolati, ma tradotti live da una persona che affianca il proiettore: “fa tutte le voci, la donna, il bambino, l’assassino, e io guardai il mio film in questo modo assurdo”. Di assurdità però è pieno il cinema di Argento, che per qualche tempo monopolizzò l’home video islandese. Quando sull’isola giunse il lettore VHS non furono tante le cassette a disposizione; una di queste fu Inferno.

Futuro da attore? “Meglio di no”

Dario Argento Vortex Gaspar Noé

In Vortex, ultimo film di Gaspar Noé, Dario Argento si reinventa attore. Quando gli chiedono se sia questo ora il suo futuro, non ha dubbi: “No assolutamente no”. Eppure, ha persino vinto il premio come miglior attore all’ultimo Festival di Locarno, evento di cui si dice incredulo. “C’erano tanti bei film in concorso con tanti attori bravi, perché proprio io?”. Ha però una teoria: “io non ho recitato, ho fatto me stesso”.

Vortex nasce infatti senza sceneggiatura. Agli attori sono state fornite sei sole pagine di indicazioni e suggestioni. Il resto, veniva da loro. “Non si capiva niente”, commenta Argento. “Io mi sono scritto il personaggio che mi somigliasse”. Un critico cinematografico, “un lavoro che conosco: l’ho fatto!”. Scrittore di un libro sui sogni e il cinema, “altra cosa che ho fatto, perché pubblicai un saggio proprio su questo”. E con l’amante, “anche questo vero”.

Argento non ha recitato, ha fatto se stesso. E così ha conquistato il pubblico, nel film di Noé, come nella vita. Una carriera, e un’arte, che lo precede, navigando nelle immagini, nei suoni e nei paesi in cui magari non è mai stato ma è persona nota e amata, cittadino onorario dell’immaginario collettivo.


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Studente di Media e Giornalismo presso La Sapienza. Innamorato del Cinema, di Bologna (ma sto provando a dare il cuore anche a Roma)e di qualunque cosa ben narrata. Infiammato da passioni passeggere e idee irrealizzabili. Mai passatista, ma sempre malinconico al pensiero di Venezia75. Perché il primo Festival non si scorda mai.

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