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dead boys detective recensione serie tv

Dead Boys Detective, un mystery horror lasciato a metà

9 minuti di lettura

Dead Boys Detective espande l’universo narrativo di The Sandman, saga fumettistica di Neil Gaiman, raccontando la sfera giovanile e il rapporto con la morte in un mondo minacciato continuamente da streghe e demoni che tormentano i viventi nei modi più subdoli e tossici e che cercano di ottenere potere sulla pelle di ignari cittadini e di anime dannate.

La serie prodotta da Warner e distribuita su Netflix porta non solo la firma di Gaiman ma soprattutto di giovani autori e produttori navigati nelle serie teen e fantasy, specialmente nel genere supereroistico: il produttore Greg Berlanti è stato dietro a serie celebri come Dawson’s Creek, You e Le terrificanti avventure di Sabrina e i due showrunner, Steve Yockey e Beth Schwartz, sono stati dietro ai successi come The Flight Attendant e Sweet Tooth.

La logiche e le “policy narrative” dettate dal tempo e dagli algoritmi degli adattamenti nelle produzioni delle piattaforme streaming possono corrompere l’universo letterario dell’opera originale o accrescere per rendere più fruibile e far conoscere il fumetto o il libro da cui è tratto: Netflix in particolare ha cercato di portare sullo schermo adattamenti che potessero sposare tutti i tipi di pubblico secondo lo spirito d’inclusività ma in alcune serie questo approccio non è stato efficace proprio perché snatura la serie stessa dell’ironia e della genuinità del racconto, trascurando elementi importanti come lo sviluppo della continuity che si perde in sottotrame che sembrano fare a tutti i costi l’occhiolino solo ad una specifica fascia di abbonati. Dead Boys Detective non manca di stile ma perde proprio nella storia che in 8 episodi non cattura a sufficienza l’attenzione ma non intriga del tutto né il fan né il binge-watcher medio.

Dead Boys Detective, le disavventure in un mondo pericoloso e sovrannaturale

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Edwin e Charles sono due eterni ragazzi che risolvono i problemi del passato affinché possano trovare la pace, varcando la soglia dell’aldilà o restando tranquilli sulla terra. Accettano qualunque caso abbia bisogno di un’indagine per poter rimanere il più possibile sulla terra. Alla fine di un’investigazione accolgono nella loro agenzia una giovane medium che li porterà in una cittadina dello stato Washington, infestata da presenze inquietanti e sanguinarie e creature che bramano il potere o attentano alla vita dei cittadini – come la spietata Edith, una strega che rapisce bambine per preservare la sua giovinezza – spiritelli del bosco e mostri marini. Durante le loro indagini saranno ostacolati da una integerrima burocratica dell’aldilà e dovranno fuggire da Morte che cerca di portarli via con sé.

Il duo era già comparso nella serie Doom Patrol appartenente all’universo DC, interpretati da Ty Tennant e Sebastian Croft , con cui la serie di Yockey condivide l’estetica camp e stravagante in questo caso portata all’eccesso, simile, riguardo la palette, a quella di American Gods: i piani d’esistenza in cui si muovono i protagonisti si incrociano spesso fra loro, c’è un massiccio riferimento a tutto il mondo goth e alle sue sottoculture, in particolare nella scelta dei costumi, e il kitsch più spinto e barocco è sempre dietro l’angolo.

Edwin è la mente che ha un passato come dannato all’Inferno per un brutto scherzo fattogli in vita mentre Charles è il braccio che tenta di alleggerire le situazioni tra un colpo di mazza e una battuta: media tra i due la giovane Crystal, ragazza con poteri medianici che tenta di liberarsi di un demone che continua a tormentarla nel suo mondo interiore e che le ha rubato la memoria. I ragazzi tra una casa infestata e un caso di omicidio scolastico cercano di recuperare i suoi ricordi, aiutati dalla stravagante Niko, vicina che riesce a vederli dopo un’esperienza di pre-morte, e dalla burbera e disillusa affittuaria Jenny, proprietaria della macelleria di famiglia. In Dead Boys Detective la morte non è la fine ma è un limbo in cui ti confronti con gli errori commessi in vita e un’occasione di riscatto in un mondo che tende a dimenticarsi dell’importanza di essa, nonostante ne sia immerso nella quotidianità di tutti i giorni.

Dead Boys Detective, pecche e possibilità di un buon teen drama

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Le indagini nell’uggiosa città di porto riprendono classiche situazioni della letteratura thriller-horror o famosi casi del paranormale, come quello della casa stregata simile alla saga di Amityville. Tra un caso e l’altro, i protagonisti rifletteranno sul rapporto con gli altri e su come espiare le proprie colpe. L’amore non salva proprio tutti ma l’amicizia supera la morte e aiuta nei casi che arrivano a prendere una misura sempre più assurda e demenziale. La serie sembra funzionare da introduzione ad una possibile seconda stagione che dovrebbe risolvere alcuni archi drammatici di sfortunati personaggi secondari o portare ad una più approfondita conoscenza del passato dei protagonisti o della struttura dell’universo in cui vivono.

Su otto episodi pochi riescono a spiccare per originalità e a rompere le regole interne della serie per spingere verso qualcosa di nuovo: l’episodio pilota è scritto bene ma verso la fine cala la qualità e rimangono impressi un penultimo episodio su un’interessante rilettura degli inferi in chiave pop con scelte registiche molto accurate e d’effetto e un finale che si risolve con qualche cliffhanger unito a una consolidata e ben più che amicale intesa tra i protagonisti.

Il cast è ricco di volti nuovi come quelli di George Rexstrew e Jayden Revri affiancati da coetanei semiconosciuti come Lukas Gage di Euphoria, che recita nella parte truffaldina e sensuale del Re dei Gatti, e nuove promesse del piccolo schermo come le interpreti dei due membri della famiglia degli Eterni, Kirby Howell Baptiste e Donna Preston. L’overacting sopra le righe è anche fin troppo abusato , così come la caratterizzazione degli accenti. L’interpretazione dei protagonisti spoglia quasi la cupezza e l’ingenuità dei personaggi originali di Gaiman e Wagner e si concentra sulla commedia, la battuta facile e l’attrazione degli opposti, tipica di un buddy movies con un’atmosfera mystery horror.

Dead Boys Detective è un contentino per i fan della saga di Sandman che presto uscirà con la seconda stagione. Per gli altri è un divertente teen drama che però è stato già visto e rivisto e che tenta di rivoluzionare un universo già esistente, dandogli un tono meno epico e più leggero, ma che lesina sulla costruzione degli episodi e sembra dare poca profondità ai personaggi. Il tutto risulta in un fallimentare tentativo di attrarre un pubblico che non si riesce però ad appassionare e che, anzi, resta interdetto sul finale, in attesa di una seconda stagione che possa fare luce dove ora ci sono solo punti di domanda.


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Dal 1995 inseguo sogni e mostri. Che siano di plastilina o di pixel. Quando mi fermo scrivo poesie, giro qualche video e se riesco mi riposo cucinando una torta di ciliegie con un buona tazza di caffè con il sottofondo di una colonna sonora sognante o il nuovo singolo delle KDA.

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