Si dice che l’attesa aumenti il desiderio, ed è vero per il cinema così come per la vita reale. Il 28 febbraio (con qualche mese di ritardo) arriverà nelle sale italiane Dune – Parte 2, per la gioia di un fandom copioso e trepidante pronto ad ammirarne ogni minima sfumatura. Da questo film, inutile dirlo, ci aspettiamo risultati stupefacenti, il che ci rende andando avanti più esagitati che in prossimità della notte degli Oscar. Il merito è in parte del regista Denis Villeneuve il cui nome, meritatamente sempre più celebre, è dietro alla realizzazione di grandi film.
Molti queste pellicole le conoscono già a memoria, ma qualcuno potrebbe far fatica a collegare i puntini data la loro dissonanza tematica. Ecco quindi tracciato un breve percorso per acculturarsi, entusiasmarsi, e finalmente arrivare in sala per Dune – Parte 2 con la giusta dose di hype e di aspettative.
Denis Villeneuve: di chi stiamo parlando
Classe 1967, nato e cresciuto in Canada, Denis Villeneuve esordisce dietro la macchina da presa con un corto nel ’94 per poi dedicarsi ufficialmente ai lungometraggi, raccogliendo consensi fin dalle prime esperienze. Nel ’98 il suo primissimo film, Un 32 août sur terre, viene infatti scelto per rappresentare il Canada nella categoria Oscar al miglior film straniero, senza peró riuscire a rientrare nei candidati; la stessa sorte toccherà due anni più tardi a Maelström, che come il suo predecessore saprà consolarsi con una serie di premi europei.
E dopo una sfilza di successi tra Venezia, Cannes e Berlino, Denis Villeneuve approda agli Academy Awards nel 2011 con il suo adattamento dell’opera teatrale di Wajdi Mouawad, La donna che canta. Da qui la carriera già consolidata del regista prende il volo, e il suo nome affianca rapidamente quello dei grandi grazie a esplosioni di tecnica, ingegno e autorialità.
Ecco quindi il cinema di Denis Villeneuve presentato con le sue tante facce, ma riassunto con pochi titoli rappresentativi la cui visione fará imprimere il suo nome in ogni memoria.
Per iniziare col botto: Arrival
Anno: 2016
Durata: 116′
Interpreti: Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg
Il principio dell’immersione nella filmografia di Denis Villeneuve è un gioiellino di thriller fantascientifico, che guadagnò nel 2017 ben otto candidature agli Oscar aggiudicandosi la vittoria per il miglior Montaggio Sonoro. Protagonista assoluta una Amy Adams al meglio di sé ma clamorosamente esclusa agli Academy Awards, nei panni di una linguista reclutata dall’esercito per comunicare con delle astronavi aliene atterrate sulla Terra per motivi ignoti.
L’atmosfera della pellicola è permeata dai toni di grigio e accompagnata da melodie tristi, tramonti e nebbia. Sopra la media in quanto a performance, realizzazione e complessità Arrival ammalia, intriga, spaventa e sconvolge allo stesso tempo, impiantando un seme di tristezza che istantaneamente germoglia e si propaga appena in un paio d’ore, raggiungendo ogni vicolo della mente dello spettatore. Nonostante l’angoscia faccia spesso capolino, la soddisfazione derivante dalla visione di Arrival è tanta: talmente tanta da farci domandare se questo film, per Denis Villeneuve, rappresenti un colpo di genio isolato o sia solo uno dei tesori che portano la sua firma.
Da dove non iniziare: Sicario
Anno: 2015
Durata: 121′
Interpreti: Emily Blunt, Benicio del Toro, Josh Brolin, Jon Bernthal
Sicario è probabilmente, seguito da Enemy (2013) e dai film d’esordio, la prima pellicola da gustarsi ad amore consolidato, quando si è ormai superata la fase dell’infatuazione, del binge-watching, e sopraggiunge la curiosità più accademica, per così dire, la volontà di scavare nella mente di Denis Villeneuve per comprenderne a fondo meccanismi e motivazioni.
Con Sicario siamo di fronte ad un thriller senza esclusione di colpi ma il cui impeto si manifesta sommessamente, perdendosi nella sua stessa psicologia invece che abbandonandosi tra i colpi delle pistole. Capostipite di questa intenzione il personaggio di cui veste i panni Emily Blunt, un’agente allo stremo da molteplici punti di vista la cui umanità vacilla costantemente, la cui serenità è compromessa da tempo e in modo irreversibile. Per merito suo e di tutto ciò che le fa da contorno, Sicario non si lascia guardare con facilità, è preferibile approcciarvisi con fare introspettivo, in modo da coglierne appieno lo spessore e la sottile figurazione della fragilità.
Come proseguire: Blade Runner 2049
Anno: 2017
Durata: 163′
Interpreti: Ryan Gosling, Harrison Ford, Jared Leto, Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Robin Wright
È il momento di Blade Runner 2049, prosieguo dell’indiscusso capolavoro di Ridley Scott (clicca qui per innamorarti anche del cinema di Ridley Scott!) e, inaspettatamente vista l’incredibile quantità di sequel scadenti di gradi classici, un altro esempio di ottima fantascienza. Raccogliendo un’eredità immensa e potenzilamente ingestibile, Denis Villeneuve promette di realizzare qualcosa di bello, e lo fa: lo fa reclutando Ryan Gosling e il suo sguardo impenetrabile e sfruttandolo per riempire di senso un’opera enigmatica anch’essa, che si perde nei suoi spazi immensi e nella sua aria asfissiante.
Affiancando poi a Gosling Harrison Ford nei panni di Rick Deckard, non snaturato né predominante in nome della gloria passata, Villeneuve mostra al mondo come realizzare un sequel di tutto rispetto, e come plasmare l’essenza di una pietra miliare del cinema senza doverla minimamente scalfire: aggiungendo qualcosa di suo che non comprometta le fondamenta ma che le faccia risuonare ancor più intensamente. Sulla scia dell’opera originale, Blade Runner 2049 è un tripudio di dolore, di perplessità, una ricerca costante dell’identità che non forma, né nome, né scopo, che per qualcuno potrebbe concludersi in modo straziante ma per qualcun altro, finalmente, riempire un vuoto.
Per innamorarsi: Prisoners
Anno: 2013
Durata: 153′
Interpreti: Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Paul Dano, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard
Dopo aver esplorato a fondo la fantascienza, è naturale domandarsi cos’altro Denis Villeneuve sia capace di realizzare; si opta quindi per un thriller drammatico incredibilmente cupo, incentrato sulla misteriosa scomparsa di due bambine e sulla frustrazione di un padre bramoso di risposte. Protagonisti di questo percorso intenso e disturbante due perfetti Jake Gyllenhaal e Hugh Jackman, entrambi non estranei al dramma così come al genere crime, e un Paul Dano col suo solito distintivo tocco di oscurità e di macabro.
Prisoners è un crescendo di pensieri, azioni e reazioni, in un continuo mescolarsi di psiche e fisicità: è un thriller ombroso che piú thriller non si può, ma che a fatica si lascia classificare in un genere solo per quanto complesso, acuto e destabilizzante. Ogni minuto della pellicola è intriso di umanità e ne mostra tutte le sue schiere di colori scuri, dalla rabbia al risentimento, dalla tristezza alla disperazione, senza mai smettere di suscitare impazienza. Si tratta di un film che fa soffrire, senza ombra di dubbio, ma che ciononostante vale tutta la gamba traballante, il battito accelerato, e ogni goccia di sudore freddo che possiamo espellere.
Per amarlo ancora di più: Dune – Parte 1
Anno: 2021
Durata: 155′
Interpreti: Timotheé Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Zendaya, Jason Momoa
Il colpo di grazia è un’ulteriore perla di fantascienza, nonché la ragione della grande esagitazione di questo mese. Una pellicola con cui Villeneuve decide di fare scuola su come realizzare un adattamento e un remake. Questo perché la precedente versione di Dune (data 1984, diretta per giunta da David Lynch) più che adattamento dell’omonimo romanzo di Frank Herbert ne costituiva una versione ridotta e frettolosa, spesso oscillante tra il grottesco e il cringe.
Dune – Parte 1 traspone il romanzo scongiurando il bisogno di integrazioni, esaltandone ambientazioni ed elementi visivi di ogni tipo: cose che leggendo potevamo soltando immaginare, rese ancor più maestose dalla mano di Denis Villeneuve. Due ore e mezza che volano, che tutto suscitano nello spettatore fuorché un senso di pesantezza. Come le altre perle fantascientifiche dirette da Denis Villeneuve, Dune – Parte 1 si eleva al di sopra della cultura pop, aiutato anche da un cast eccezionale, da una tecnica ineccepibile e da una colonna sonora che porta la firma di Hans Zimmer, un compositore a cui di certo non servono presentazioni.
Dieci nomination agli Oscar e sette vittorie per uno dei migliori film degli ultimi anni, a mani basse. Una delle prove più calzanti di come entusiasmarsi al cinema sia ancora possibile, così come uscire inebriati e desiderosi di perdersi di nuovo in quell’entusiasmo.
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Wauuu, bellissimo articolo molto dettagliato.
Avvincente articolo, quindi vedrò il film.