Diabolik è un film di Mario Bava del 1968, conosciuto all’estero come Danger: Diabolik. È la prima trasposizione cinematografica del fumetto ideato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani nel 1962.
Chi conosce il personaggio saprà che si tratta di un criminale, un ladro: di conseguenza le storie narrate sono di genere poliziesco ma il film aggiunge una dimensione psichedelica, ispirata alla pop art e al design futurista (si vedano ad esempio le splendide scenografie per la caverna di Diabolik), vicina in parte a film come Barbarella o Flash Gordon.
Siamo nell’epoca della controcultura di fine anni 60 e l’influenza del movimento hippy è inevitabile (è presente una scena di irruzione da parte della polizia in un locale pieno di figli dei fiori).
Se a questo si aggiunge la maestria nell’utilizzo di colori accesi, tipica dello stile registico di Mario Bava, è facile farsi un’idea dell’aspetto visivo di questa pellicola.
Dino De Laurentis, il produttore, ha effettuato la scelta del regista basandosi sul fatto che quest’opera necessitava di molti effetti speciali e di molta inventiva e Mario Bava era già considerato, giustamente, un maestro in questo campo. Non mancano quindi effetti ottici, distorsioni con lenti e specchi, modellini, fotografie e pezzi di vetro attaccati sull’obiettivo, etc.
La storia di Diabolik
Le vicende narrate riguardano il furto di soldi, di una collana di smeraldi e addirittura di un lingotto d’oro gigante. Diabolik deve affrontare la polizia, ma anche una serie di malavitosi che lo vogliono consegnare per rimanere in buoni rapporti con le forze dell’ordine. Il tutto è tratto da tre episodi del fumetto, intitolati Sepolto vivo!, Lotta disperata e L’ombra nella notte.
Confrontando gli album con il film si può notare come alcune scene siano state riproposte in maniera molto fedele sia nel contenuto che nella forma.
Il cast
John Phillip Law è perfetto nel ruolo del protagonista, per la carismatica presenza scenica e per la recitazione sopra le righe. A tal proposito l’attore ha dichiarato di essersi concentrato molto sul linguaggio del corpo, degli occhi e delle sopracciglia prendendo spunto dai disegni del fumetto.
La sua prova attoriale è molto dinamica e frenetica, entusiasmante. Marisa Mell è bellissima e molto simile a Eva Kant, anche se la sua interpretazione è stata criticata dai fan del fumetto.
In maniera simile è stato criticato il grande Michel Piccoli nel ruolo dell’ispettore Ginko, ma soltanto per l’aspetto fisico che si discosta molto da quello dei disegni. Le stesse sorelle Giussani si sono però dette soddisfatte della scelta, in quanto la personalità del personaggio è stata assimilata e resa in maniera molto fedele dall’attore francese e, per le due autrici, questo è più importante dell’apparenza.
Un fumettone divertente
Questo film si potrebbe definire scanzonato e divertente, ha un ritmo frenetico e non si prende mai troppo sul serio. Bava avrebbe però voluto girare un film più violento e cattivo, più vicino allo stile dei fumetti, ma De Laurentis si oppose. Si tratta insomma di una visione piacevole e non troppo impegnativa, ma questo non significa che non sia ben curato e ben prodotto (parliamo del budget più alto che il regista abbia mai avuto a sua disposizione).
Ogni inquadratura è studiata in maniera molto elegante, si notino ad esempio le scene iniziali che sfruttano una simmetria ampiamente utilizzata dai grandi Stanley Kubrick e Wes Anderson.
Nelle inquadrature non viene mai dimenticata la natura originaria di Diabolik: quella fumettistica. Per questo motivo i personaggi vengono spesso inseriti in riquadri, cornici e partizioni dell’inquadratura che ricordano proprio gli albi cartacei. Mario Bava è riuscito a fare suo questo progetto, senza snaturarne l’essenza.
Mario Bava come Re Mida
In conclusione il regista sembra essere riuscito nell’impresa di realizzare un bellissimo film di intrattenimento, senza perdere di vista il suo stile e la cura per i colori e gli effetti visivi.
Diabolik è un film che grazie all’inventiva di Bava riesce nell’impresa di ottenere grandi risultati con pochi mezzi (il budget previsto per il progetto non viene nemmeno utilizzato nella sua interezza).
Mario Bava è uno dei più grandi protagonisti della storia del cinema e sembra trasformare in oro tutto ciò su cui mette le mani, proprio come il protagonista del film che alla fine verrà ricoperto di oro fuso in seguito all’esplosione di un lingotto gigante.
Seguici su Instagram, Facebook, Telegram e Twitter per sapere sempre cosa guardare!
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!