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Dottor Stranamore, una commedia nera (di nuovo al cinema)

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Torna nelle sale italiane, grazie al restauro della Cineteca di Bologna, Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Questo avviene in concomitanza con i 40 anni dalla morte del protagonista Peter Sellers; protagonista triplice, dato che nel film interpreta ben tre ruoli: colonnello Lionel Mandrake/presidente Merkin Muffley/dottor Stranamore.

Il film, uscito nel 1964, nel più caldo momento della Guerra Fredda, ha avuto anche 4 nomination agli oscar, non vincendone nemmeno una. Forse perché un film troppo spietatamente avverso all’ideologia americana.

Dottor Stranamore

Peace is our profession. Così è scritto ovunque nella base aerea statunitense di Burpelson. Proprio da questo controsenso orwelliano il regista muove tutto il percorso umoristico, come sentimento del contrario.

Proprio dalla base il generale psicopatico Jack D. Ripper, interpretato da un grande Sterling Hayden, innamorato della possibilità della guerra atomica, lancia il comando di sganciare bombe ad idrogeno sulla Russia dei maledetti comunisti, che non bevono mai acqua ma solamente Vodka. False informazioni, cattiva propaganda che non persuadono del tutto il colonnello Lionel Mandrake , una delle tre interpretazioni di Peter Sellers, inglese e quindi meno incline ai grandi manifesti falsamente ideologici marcati U.S.A. presente anch’egli nella base ed unico baluardo per tentare di persuadere il generale dal suo scopo.

Amore e morte

Dottor Stranamore

Tutto il film è attraversato da continue pulsioni di amore e morte: il generale “Buck” Turgidson , grande propugnatore della necessità di proseguire con l’attacco e non tornare indietro, fino a poco prima era in stanza con una donna; i soldati dell’aeronautica leggono playboy sul caccia militare; il dottor Stranamore parla delle possibilità atomiche come di un proprio amplesso.

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Gli esseri umani sembrano incapaci di gestire questo istinto di morte, declinato da Kubrick in piena Guerra Fredda, e pare non ne possano fare a meno. I Russi stessi, in caso di attacco subito, hanno già pronto un ordigno «Fine del mondo» , che causerebbe una pioggia radioattiva su tutto il globo.

Uomini o forse no

Dottore Stranamore

Un forte sentimento d’impotenza e la mancanza di controllo caratterizza i personaggi. Tuttavia si trovano perfettamente a proprio agio quando si parla di un paio di milioni di morti, di soldati mandati al macello per liberare la base. La guerra mostra il vero volto dell’uomo: mancanza di pietà ed umanità. Solamente il generale Mandrake mantiene un barlume di lucidità nel riconoscere la follia del piano del proprio generale.

Ma non c’è da preoccuparsi, a sentire il dottor Stranamore: anche se ci fosse la pioggia radioattiva che cancellerebbe per 93 anni il genere umano, lui ha già pronto un piano di ripopolazione da portare avanti nelle miniere in cui ci si rifugerà; basato sulla «massimizzazione delle nascite » (dieci donne per ogni uomo) trova l’ovvio plauso di tutti gli uomini del Pentagono. Amore, già morto ancora prima di nascere.


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Amo le storie. Che siano una partita di calcio, un romanzo, un film o la biografia di qualcuno. Mi piace seguire il lento dispiegarsi di una trama, che sia imprevedibile; le memorie di una vita, o di un giorno. Preferisco il passato al presente, il bianco e nero al colore, ma non disdegno il Technicolor. Bulimico di generi cinematografici, purché pongano domande e dubbi nello spettatore.