Lo scorso 25 luglio Dream è entrato a far parte del catalogo di Netflix. Si tratta di una frizzante dramedy a tema sport, traboccante di allegria nonostante la durezza dei temi trattati (quelli per cui ci si aspetterebbe una sceneggiatura altrettanto dura); Dream è un progetto intrigante non solo per l’interessante storia a cui si ispira ma anche per i due nomi figuranti nel cast principale, ovvero quelli di Park Seo-joon e IU. Non è chiaro se la loro presenza sia una semplice trovata per attirare pubblico o il tentativo di dare ulteriore colore a un film grazioso di suo: ecco le ragioni per cui, secondo noi, tra le due alternative la seconda è più verosimile.
Dream, il sogno di un nuovo inizio
A causa del suo comportamento antisportivo il calciatore professionista Yoon Hong-dae (Park Seo-joon) è costretto ad allenare un gruppo di senzatetto in procinto di partecipare al campionato mondiale. Si tratta per lui dell’ultima chance di risollevare la sua reputazione compromessa e per l’aspirante regista Lee So-min (IU), incaricata di girare un documentario, di un’occasione preziosa per far decollare la sua carriera; per i senzatetto membri della squadra, soprattutto, il torneo rappresenta il primo piccolo grande passo verso la nuova vita che potrebbero avere.
Un’imperfetta commedia del buonumore
Dream è uno di quei film capaci di infondere allegria istantaneamente, nonostante le backstory dei suoi personaggi contengano tutto fuorché fonti di gioia. L’effetto controcorrente si deve soprattutto al modo di raccontare storie così delicate, quasi come un genitore intento a leggere ai suoi bambini: mantenendo un tono incoraggiante e una prospettiva positiva il film si sofferma sulla comicità e i tratti grotteschi di ogni situazione, non importa quanto disagevole sia, in modo che a prevalere sia la speranza e non la pietà (consapevole di quanto quest’ultima poco risolva).
Questo è il motivo per cui, guardando Dream, si sorride molto più spesso di quanto ci si aspetterebbe leggendo la trama; talvolta l’occhio dei più sensibili potrebbe diventare leggermente umido, ma poco importa perché non si avrebbe tempo per piangere. Soprattutto durante la prima mezz’ora la pellicola procede con passo rapido e per frammenti, mai soffermandosi più di tanto su un’unica storia; di conseguenza, dal punto di vista contenutistico, pur di dedicare a tutti il giusto spazio il film finisce per sottrarre a ognuno qualcosa, compreso lo spessore drammatico che normalmente farebbe scendere le lacrime per intero.
La scelta del cast di Dream si presta a essere dibattuta, a cominciare dalla presenza di IU. La superstar del Kpop e attrice di talento (in questo film in versione leggera e frizzante) agli occhi di qualcuno potrebbe apparire sprecata ed artisticamente limitata all’indispensabile, considerata la sua più recente interpretazione in Broker-Le Buone Stelle. Ma per quanto capace di regalare performance struggenti un’artista non è obbligato a rifiutare la spensieratezza, soprattutto quando ha molto da regalare al copione: nel caso specifico, a Dream IU regala il suo caldo sorriso e una versatilità conclamata che valorizzerebbe qualunque sceneggiatura con del valore.
Park Seo-joon è un’ulteriore garanzia di successo, ma a differenza della sua controparte femminile non instilla nel pubblico il minimo dubbio. Scegliendo di interpretare Yoon Hong-dae in Dream l’attore sembra crogiolarsi nella sua zona di comfort fatta di ruoli non troppo impegnativi ma di ispirazione e che richiedono carisma, più che gran talento, un carisma che solo pochi possiedono e fondamentale per la riuscita di certi film.
Dream, sorridente semplicità
Dream è una pellicola semplice non incentrata su un grande sogno condiviso, ma su tanti piccoli sogni di persone comuni costrette a partire dallo stesso punto per coronarli. Certo non rientra tra i titoli imperdibili del genere, ma non per questo merita di essere considerato insignificante essendo capace di intrattenere a dovere lo spettatore lasciandogli un largo sorriso in volto e una preziosa consapevolezza.
Questa piacevole aggiunta estiva al catalogo Netflix dimostra che per far riflettere non servono piagnistei, né drammi esagitati o narrazioni prolisse, e che spesso è meglio affrontare la vita con un accenno di leggerezza cercando di carpire quanto di bello può offrirci. Dream è anche una lezione su come raggiungere un obiettivo, indipendentemente da complessità o lontananza temporale: il segreto, ci insegna, sta nel procedere a piccoli passi e pazientemente lasciando che qualcun altro ci guidi se necessario.
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