La colonna sonora di Dune di Denis Villeneuve composta, arrangiata e realizzata da Hans Zimmer è stata rilasciata gratuitamente sulle maggiori piattaforme di streaming musicale dal 3 settembre 2021, in contemporanea con la première mondiale del film alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Sono tre le versioni disponibili: Dune (Originale Motion Picture Soundtrack), The Dune Sketchbook e The Art and Soul of Dune.
Dune, il romanzo di Frank Herbert da cui è tratto il nuovo film di Dennis Villeneuve è un’opera mastodontica per intensità e stratificazione di contenuti. In esso convivono misticismo e azione, filosofia e guerra, psicologia, politica e tanto altro. Una vera pietra miliare della letteratura che da sempre ha affascinato artisti di tutto il mondo in ambiti diversi, da George Lucas a Alejandro Jodorowsky, da Isaac Asimov agli Iron Maiden, e la lista potrebbe andare avanti parecchio.
Non c’è da stupirsi quindi che Hans Zimmer si sia dichiarato un grande estimatore dell’opera fino a dover rifiutare l’offerta di Christopher Nolan. Il regista britannico infatti, gli propose di comporre le musiche per il suo undicesimo film Tenet dopo sei fortunate e rodate collaborazioni, Zimmer però rifiutò preferendo a quest’ultimo proprio Dune.
Come dargli torto, qualsiasi compositore sarebbe attratto dalla possibilità di affrontare una sfida di tale portata: creare la melodia del pianeta Arrakis. Una musica spirituale ma anche dinamica, pronta a rilassarsi per poi esplodere in un tripudio di suoni affascinanti che guidano l’azione. Hans Zimmer è riuscito infatti a conquistare il Premio nella categoria di miglior colonna sonora, nella serata degli Oscar 2022.
Dark side of the Dune
Hans Zimmer non ha mai visto la versione di David Lynch del 1984, questo almeno è ciò che dichiara. Salta quindi a piè pari il confronto con la precedente colonna sonora dei Toto, di cui si consiglia Prophecy Fulfilled: l’approfondimento contenuto nella bellissima limited edition uscita da poco grazie alla Arrow Films.
Il confronto non è però poi così azzardato: perché sempre di Dune si tratta, perché i Toto sono un gruppo pop rock che si è prestato a una composizione orchestrale e Hans Zimmer, se pur conosciuto ai più come compositore di musica da film, ha iniziato la sua carriera come tastierista e collaboratore di band come Krakatoa e The Buggles (gli autori della famosa Video killed the radio star).
La colonna sonora del Dune di Villeneuve nasconde inoltre un piccolo omaggio al passato, ovvero quello che poteva essere la precedente versione di Dune, quell’ormai mitico e ingombrante progetto che non hai mai visto la luce: la versione di Alejandro Jodorowsky purtroppo mai portata a compimento.
Del film rimane solo il documentario Jodorowsky’s Dune, diretto da Frank Pavich. L’artista cileno stava organizzando una produzione memorabile e incredibile coinvolgendo artisti importanti e affermati (Salvador Dalì, Orson Welles, Moebius per dirne alcuni) e avrebbe affidato la realizzazione delle musiche ai Pink Floyd (che all’epoca erano all’apice del loro successo).
Dennis Villeneuve, insieme ad Hans Zimmer, sceglie proprio una cover del gruppo inglese per presentare il trailer del suo Dune. Si tratta del brano Eclipse tratto dal loro album di maggior successo: Dark side of the moon del 1973. Oltre ad una citazione visiva del film mai realizzato da Jodorowsky (su dichiarazione del regista canadese le astronavi sono ispirate all’arte di Moebius, che aveva già realizzato dei disegni per il regista cileno) si nasconde quindi in questo nuovo Dune anche una citazione sonora.
Hans Zimmer si fa trovare pronto e, oltre ad arrangiare il brano, gestisce le registrazioni di trentadue coristi a distanza, utilizzando Face Time in questi tempi di Covid e lockdown. Il risultato è emozionante e intenso, sia per la bellissima composizione che fa correre un brivido lungo la schiena ai fan dei Pink Floyd, sia per lo splendido e ricco arrangiamento che anticipa la palette sonora che si potrà apprezzare nel film soltanto un anno dopo.
La palette sonora studiata da Hans Zimmer
Ma qual è l’approccio compositivo di Hans Zimmer per la colonna Sonora di Dune? Lo potremmo definire un approccio mistico, che mette in primo piano l’aspetto spirituale e meditativo del romanzo. Un ruolo di spicco viene dato alle voci, soprattutto femminili, perché Zimmer condivide con il regista l’opinione per cui la forza della voce umana ha un ruolo importante in tutte le civiltà (e il tema delle diverse civiltà è molto importante in Dune).
Le voci sono principalmente femminili perché sono le donne a guidare gli sviluppi e le vicende della narrazione, seppur presenti in ruoli apparentemente secondari: le Bene Gesserit, Lady Jessica, Chani… Zimmer tratteggia cori ossessivi quasi inquietanti, che creano tensione in alcuni casi (ad esempio quando, all’apice del loro potere, i cori sottolineano le parole “Bene Gesserit”) ma anche vocalizzi più liberi e suggestivi tipici di alcuni canti indiani o medio orientali.
É possibile sentire anche delle voci più profonde, tipicamente maschili: spesso creano dei droni meditativi che richiamano alla mente alcuni canti dell’est, tipici ad esempio dei monaci tibetani. Mentre in altri momenti queste voci assomigliano maggiormente a canti gregoriani, come a ricordarci la costante sacralità di Dune.
Altro elemento chiave nella musica del nuovo Dune di Hans Zimmer sono le percussioni, sia etniche che orchestrali. Il nostro background culturale ci porta ad associare subito, anche in maniera inconscia, alcune sonorità a certe ambientazioni e culture; e queste percussioni, di stampo medio orientale, si sposano meravigliosamente con le immagini del deserto e con alcune scelte di costume. Non a caso il film è stato girato in Giordania.
Certo si tratta di Arrakis, un pianeta a noi sconosciuto, non del medio oriente, ma noi spettatori e ascoltatori abbiamo comunque bisogno di filtrare la nostra esperienza cinematografica attraverso la nostra cultura, la nostra vita e le nostre esperienze passate.
La musica di Hans Zimmer riesce in tutto questo, risultando a volte quasi ipnotica grazie all’utilizzo di suoni bassi e lunghi, molto profondi, modulati anche artificialmente per ottenere un effetto più intenso. Le sonorità basse creano una base perenne e letteralmente vibrante (Arrakis) sopra la quale possono dialogare i vari personaggi. Nonostante la presenza costante di tensione non mancano alcune aperture più dolci, progressioni di accordi più morbide che donano una sensazione di fiducia e speranza. Sappiamo che da sempre il compositore tedesco ama unire i suoni orchestrali all’elettronica per creare un ibrido filtrato dalla tecnologia.
Dune colonna sonora come colonna portante grazie ad Hans Zimmer
In questo caso Hans Zimmer ha speso mesi per la ricerca e per la creazione di suoni nuovi oltre che di strumenti nuovi. La cura meticolosa nella scelta dei suoni e degli strumenti è una costante per il compositore tedesco che, già per Sherlock Holmes, era andato a cercare un vero violinista gitano, per ottenere ciò che il primo violino di un’importante orchestra non avrebbe potuto donare alla sua visione.
Questo è uno degli aspetti di maggior pregio dello stile di Hans Zimmer, spesso criticato per essere diventato un po’ pigro a livello compositivo e per non aver più raggiunto gli eccellenti risultati del passato. In realtà la sua ricerca sonora continua a tutt’oggi e quest’opera ne è la prova.
Dune ha a tutti gli effetti uno studio dietro che ci regala sensazioni uniche e nuove, che dà nuova vita a un compositore troppe volte tacciato di creare banalità per blockbuster. Le sue musiche possono essere meno orecchiabili rispetto a quelle di altri compositori, così come la musica di una sua colonna sonora, se ascoltata da sola senza le immagini, può essere meno appagante rispetto ad altre scores. Ma ricordiamo che la musica da film dovrebbe essere realizzata per accompagnare le immagini: dovrebbe avere la stessa atmosfera del comparto visivo, essere fatta di pieni e vuoti, e seguire in maniera sottile (e non troppo didascalica) la narrazione della sceneggiatura.
In merito a tutti questi aspetti la proposta di Hans Zimmer per Dune è inattaccabile. Si tratta di un’esperienza immersiva e coinvolgente che si può apprezzare al meglio in sala con un impianto audio adeguato, e che possa far risaltare al massimo la potenza delle composizioni più epiche ma anche le sfaccettature più sacrali delle composizioni.
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