A distanza di ormai quasi tre anni dal rilascio di Dune – Parte Uno, Denis Villeneuve è tornato sul grande schermo con l’attesissimo Dune – Parte Due, in sala dal 28 febbraio.
Nel cast ancora una volta Timothée Chalamet, che riprende il ruolo del protagonista Paul Atreides, Zendaya, Rebecca Ferguson, Javier Bardem e Stellan Skarsgard. Al cast si aggiungono Florence Pugh, Christopher Walken, Austin Butler e Lea Seydoux.
Dune – Parte Due, dove eravamo rimasti
Dopo la sconfitta della casata Atreides, Paul (Timothée Chalamet) e sua madre, Lady Jessica (Rebecca Ferguson), sono ormai diventati part dei Fremen, il popolo nativo del pianeta Arrakis, che vede proprio in Paul Atreides il Messia (Muad’dib) che dovrà salvare le sue genti dalla crudele casata degli Harkonnen. Questi, capitanati dal Barone (Stellan Skarsgard) e con la complicità dell’Imperatore (Christopher Walken), hanno preso il controllo di Arrakis, dichiarando guerra agli abitanti del pianeta. Paul, vorrebbe vendicare la sua famiglia, è spinto ad abbracciare il ruolo di leader in una lotta che metterà alla prova la sua stessa natura.
Dune – Parte Due comincia esattamente da dove la prima parte si era interrotta. Ecco così che il discorso narrativo, iniziato tre anni fa, trova il suo proseguimento all’interno di un kolossal che entra nel vivo dell’azione (finalmente). È come se la prima parte di Dune fosse una vera e propria introduzione alla storia ambientata su Arrakis, quasi come una fase preparatoria per un racconto che intreccia al suo interno elementi spirituali (come la questione del destino) e d’azione.
Denis Villeneuve alza la posta in gioco su tutti i fronti; dalla regia – qui ancora più mastodontica – che dà spazio e valore alla scenografia e al comparto visivo, fino ai personaggi – che vanno incontro a un’evoluzione, a un approfondimento che nella prima parte era stato solo accennato.
La saga letteraria di Dune era già entrato in una sala cinematografica prima di conoscere Villeneuve, con il film di David Lynch del 1984, te lo raccontiamo qui!
Il destino è davvero già scritto?
La predestinazione è uno dei temi cardine di Dune – Parte Due. Il tema viene ampiamente analizzato da Villeneuve, che lo decostruisce e ricostruire, e si manifesta principalmente nelle profezie che riguardano Paul, al punto che l’essere destinato a qualcosa di già scritto diviene caratteristica imprescindibile del personaggio. Il Paul Atreides di questo film è diverso da quello che abbiamo conosciuto tre anni fa: è cambiato rispetto al giovane ragazzo del primo film. È un Paul le cui azioni sono tremendamente influenzate dai personaggi che lo circondano, uno su tutti sua madre Lady Jessica che è salita di grado tra le Bene Gesserit, diventando Reverenda Madre.
Dove si colloca la sottile linea tra il libero arbitrio e l’influenza degli altri su di noi? Paul si pone costantemente questa domanda, mentre si vede costretto a trasformarsi in colui che gli altri si aspettano che sia. Il destino di Paul Atreides sembra già scritto, già noto al popolo dei Fremen che, guidati da una fede incorruttibile e fortemente suggestionata dalle profezie diffuse dalle Bene Gesserit nei decenni, modellano il futuro del protagonista, guidandolo anche verso una maggiore conoscenza di sé stesso.
Dune – Parte Due, in nome del potere
Altro punto cardine: l’evoluzione della tematica del potere, che lega i personaggi di Dune – Parte Due in un intreccio. Una violenta sete di potere incombe e surclassa qualsiasi scelta dal cuore. Vale anche per lo stesso Paul, come dimostra l’epilogo – seppur momentaneo – a cui va incontro. Determinato e ormai convinto ad assumere la figura un leader, Paul ne abbraccia tutte le sfumature. Qui la costruzione del suo personaggio fa un passo in avanti verso l’introspezione.
Ricordiamoci che le sabbie di Arrakis non sono teatro solo delle vicende di Paul, ma anche di altri personaggi.
Tra tutti spicca Feyd-Rautha, lo spietato e sanguinario nipote del Barone, interpretato da un Austin Butler al massimo delle sue capacità; gli basta un primo piano fatto di sguardi e privo di parole per inquietare e affascinare al tempo stesso.
L’azione condisce Dune – Parte Due con sequenze che si dividono tra duelli all’ultimo sangue e missioni senza precedenti, dominate dall’utilizzo di una colonna sonora – firmata ancora una volta da Hans Zimmer – che incarna perfettamente lo spirito di Dune, carico di tensione, introspezione e spiritualità.
Dune – Parte Due è l’apoteosi cinematografica della saga letteraria di Frank Herbert, un lungometraggio capace di portare al suo massimo una storia che ha molto da raccontare, finalmente in grado di entrare nel vivo della narrazione. La tanto discussa quiete del primo film ora vi sembrerà solo un lontano ricordo.
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