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Noemie Merlant in una scena di Emmanuelle

Emmanuelle, genesi di un’icona erotica presto di nuovo al cinema

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5 minuti di lettura

Il personaggio di Emmanuelle ritorna sul grande schermo con il nuovo film di Audrey Diwan con protagonista Noémie Merlant. La figura enigmatica e carismatica di Emmanuelle ha attraversato i diversi decenni del Novecento, dagli anni Sessanta agli Ottanta, diventando un nucleo catalizzatore di una serie di questioni sociali e culturali che cominciavano a serpeggiare nella società dell’epoca, pronte a esplodere e a farsi rivoluzione: dei costumi, degli affetti, dei desideri, dei rapporti di genere.

Qui-est Emmanuelle? Dal libro best-seller allo schermo

Una scena di Emmanuelle con Sylvia Kristel

Punto nevralgico di esperienze autobiografiche sublimate in forma letteraria dalla penna di Emmanuelle Arsan (pseudonimo di Marayat Bibidh), il personaggio creato dall’autrice è protagonista di un primo romanzo pubblicato per la prima volta nel 1967. Emmanuelle incarna quelle tensioni e pulsioni pronte a detonare di lì a poco con la rivoluzione dei costumi del ’68: simbolo di un nuovo modo di vivere e intendere la sessualità, diventa presto anche un esempio da manuale del legame sempre più complesso tra sesso e società dei consumi.

L’opera diviene fin da subito un successo commerciale: viene tradotta in dodici lingue e raggiunge la cifra di 19 milione di copie venduta in tutto il mondo. Ma soprattutto dà il via a un processo di serializzazione: tra gli anni Settanta e Ottanta escono diversi seguiti delle avventure di Emmanuelle, tra versioni ufficiali e romanzi apocrifi che cavalcano il successo dell’originale.

Emmanuelle diventa essa stessa un prodotto di massa, caratterizzata da un’estrema duttilità e dalla capacità di adattarsi a qualunque contesto e genere assumendone le caratteristiche. Emmanuelle è prodotto ma anche marchio, un brand il cui nome diventa un bollino di garanzia per le produzioni che si affrettano a cavalcare l’onda del successo garantito dalla sola presenza del nome dell’eroina sulla locandina.

Emmanuelle infatti reca con sè un’aura particolare, una serie di significati che vengono evocati dal solo nome del personaggio di Assan: Emmanuelle fa rima con desiderio, passione, intraprendenza, libertà, emancipazione, mistero. Evoca luoghi lontani e sconosciuti per la platea occidentale degli anni Sessanta che subisce il gusto di un esotismo un po’ kitsch e dal retaggio coloniale e rimanda a zone oscure e inesplorate della sfera intima sfruttando la curiosità per il perturbante ma allo stesso tempo presentandolo al pubblico in una versione patinata, depotenziata e rassicurante.

Ma soprattutto Emmanuelle diventa un esempio di personaggio transmediale, capace di prendere forma e di adattarsi attraverso diversi medium: dalla carta passa presto sul grande schermo. Il debutto cinematografico è del 1973 con il film Emmanuelle di Just Jaeckin, con Sylvia Kristel nei panni dell’audace protagonista.

Nonostante i numerosi ostacoli posti dalla censura, il film di Jaeckin replica il successo del romanzo ponendosi come uno dei pochi film erotici capaci di approdare nel mainstream e come punto di riferimento cinematografico per i successivi emulatori: degna di menzione è la copiosa produzione di film con protagonista Emmanuelle sul suolo italico. I film italiani si distinguono dalle produzioni internazionali attraverso una piccola modifica del nome dell’avventuriera francese: nei titoli compare infatti il nome Emanuelle, con una sola “m”, scelta adottata per aggirare le spinose questioni del diritto d’autore. Protagonista del filone all’italiana, che ha inizio con Emanuelle nera di Bitto Albertini, è Laura Gemser, fotomodella di origini indonesiana.

Una nuova Emmanuelle all’orizzonte con Audrey Diwan e Noémie Merlant

Una scena di Emmanuelle con Noémie Merlant

L’Emmanuelle degli anni Sessanta, tanto quella del romanzo originale, quanto le sue numerose varianti che popolano la foresta dei b-movies europei, ha scosso la società del tempo, mettendone in mostra le ipocrisie e i falsi pudori. Il remake di Diwan potrebbe rivitalizzare la figura di Emmanuelle e utilizzare le sue avventure per portare avanti un discorso sull’erotismo nella società contemporanea, sul ruolo del corpo nel veicolare nuovi e vecchi desideri, su quali forme dovrebbe assumere la narrativa erotica nel 2024.

Cosa aspettarci da questa nuova Emmanuelle? Le parole di Audrey Diwan durante un’intervista per Deadline ci danno qualche indizio a riguardo: «Mi piace filmare il corpo guardandolo con tutto il cuore ma senza provocazione. E voglio abbracciare una grammatica specifica della nozione di erotismo. L’erotismo si basa tanto su ciò che mostriamo quanto su ciò che nascondiamo. Da qui nasce l’entusiasmo».


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