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Winning time e Hustle, il Basket sullo schermo tende al cielo e ci emoziona

Nel 2022 sono numerose le produzioni dedicate al Basket. Ma non è la prima volta che grandi e piccoli schermi osservano questo sport: ecco i titoli da non perdere

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7 minuti di lettura

Il basket è stato spesso oggetto di produzioni cinematografiche dai toni e contenuti più disparati e in cui si sono messi alla prova grandi registi, attori di caratura e, naturalmente, atleti professionisti chiamati a interpretare su schermo la vita sul parquet o su un playground. Winning Time, Serie TV HBO disponibile su Sky Atlantic dal 2 giugno 2022, è solo l’ultima di numerose produzioni a tema cestistico che hanno appassionato spettatori più o meno avvezzi al mondo del basket. Dal 3 giugno è giunto su Netflix anche Hustle, film con protagonista Adam Sandler sul basket e, ovviamente, sullo sport come forma di vita.

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La pallacanestro è uno sport che tende al cielo, fatto di errori e adattamenti, estremamente rapido, emozionante e divertente e che si può esprimere tanto ai massimi livelli professionistici così come sui campetti delle grandi metropoli di tutto il mondo.

Film sul Basket da non perdere

Winning Time Basket NPC Magazine
Quincy Isaiah in Winning Time
Hustler Basket NPC Magazine
Adam Sandler in Hustle

A film drammatici e a racconti di formazione fanno compagnia commedie scanzonate, film per la famiglia e una moltitudine di documentari di livello altissimo che, partendo dalla pallacanestro, riescono a raccontare fenomeni sociali e politici che hanno cambiato le nostre società.

Da ricordare il bellissimo Once brother (2010) di Michael Tolajian, che racconta la grande amicizia tra Vlade Divac e Drazen Petrovic, straordinari interpreti della palla a spicchi, e della loro grande amicizia che si è frantumata con lo scoppio della guerra dell’ex Jugoslavia e che non ha avuto una seconda possibilità a causa della morte prematura di Petrovic.

E sono proprio personaggi straordinari come il serbo e il croato a stuzzicare la fantasia di sceneggiatori, produttori e pubblico.

Infatti è soprattutto a partire dagli anni ’80, quando l’NBA ha costruito la sua fama internazionale grazie al talento e al carisma di personaggi quali Magic Johnson, Larry Bird e Michael Jordan, che il connubio tra basket e industria cinematografica si è rafforzato e ha portato sugli schermi storie di redenzione come Hoosiers (1986), Glory road (2006) o Coach Carter (2005), titoli imperdibili per ogni appassionato di pallacanestro o della società americana.

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Sullo stesso piano, ma con toni differenti, si posiziona il capolavoro di Spike Lee He got game (1998) con Denzel Washington e il sorprendente Ray Allen (professionista nella Nba) come protagonisti di un racconto che è fatto di redenzione così come della narrazione di tutte le trappole che un giovane atleta che provenga da situazioni di disagio debba superare sulla sua strada verso il successo, in un coacervo di corruzione, tentazioni e piranha desiderosi di avere un pezzetto di carne.

Perché il basket, soprattutto negli USA, è stato il trampolino di lancio per ragazzi che provenissero da aree di grande povertà economica e sociale ed è stato palcoscenico, nel corso degli anni, di battaglie politiche utili a cancellare le disuguaglianze.

Partendo da scenari simili, ma con un piglio completamente differente al film di Spike Lee, un’opera sicuramente da seguire è White men can’t jump (1992), commedia irriverente sul basket di strada che fa degli stereotipi razziali e sociali il background di una storia ben costruita che sa essere divertente e amara allo stesso tempo.

Il cinema, a modo suo, è stato anche un momento dal campo per quei miti capaci di raggiungere il grande pubblico e trascinarlo, incuriosito fino a una sala: i due space jam sono l’esempio di due prodotti per la massa in cui i co-protagonisti (insieme alla banda di Bugs) siano due tra i più grandi giocatori che la storia abbia mai visto tirare a canestro: tali Michael Jordan e Lebron James.

Molteplici sono inoltre i casi in cui il basket e il cinema si sono incontrati, magari solo per un istante, con apparizioni a Hollywood di meteore come Shaquille O’neal (Kazaam) o Dennis Rodman (indimenticabile il suo ruolo in Double Team con Van Damme), pellicole rivedibili che però testimoniano la curiosità reciproca di un mondo per quell’altro.

2022, il ritorno del Basket

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Il 2022 è di nuovo un anno in cui pallacanestro e cinema sono tornati a braccetto, con l’uscita di Hustle e con la serie Winning Time prodotta (e in parte diretta) dall’Adam McKay degli acclamati The big short (2015) e Don’t look up (2021) e che ripropone in chiave biografica (se il termine biografia si può usare per una franchigia) la storia dei Los Angeles Lakers di Jerry Buss. Due prodotti di qualità che propongono la pallacanestro anche ai non appassionati, raccontando storie di grandezza e di sacrificio sul parquet.

Perché la pallacanestro sa divertire e ispirare anche i protagonisti del mondo del cinema (basterebbe pensare ai posti in prima fila regolarmente occupati da Jack Nicholson e Spike Lee) e come il cinema si nutre di grandi storie e grandi protagonisti, iscritti in un lavoro di squadra serrato e intenso.


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