Oggi compie gli anni uno dei più grandi interpreti della nostra epoca, Denzel Washington continua ancora oggi ad illuminarci, che sia regia o presenza in scena, tende a non sbagliare mai. Ricordandolo con uno dei suoi più grandi successi, Flight, gli auguriamo un felice 66esimo compleanno.
Il 28 dicembre 1954, nasceva uno dei figli del cinema, una storia come tante altre, forse atipica proprio per la sua semplicità, dove in un mondo in cui il successo tende a trasformarti, lui è rimasto se stesso.
La vita di Denzel Washington
Denzel Washington nasce a Mount Vernon nei pressi di New York, quando è ancora adolescente i genitori divorziano e viene mandato in un collegio pentecostale per non affrontare di persona la difficile situazione. Questa esperienza segnerà molto il suo sviluppo, accompagnandolo ad una vita a stretto contatto con la fede.
Il padre era una Pastore pentecostale, grazie al quale il giovane Denzel Washington intuì il potere della performance sulla gente. Dalla madre parrucchiera apprese invece l’importanza di una storia ben raccontata. Si laureò in giornalismo nel 1977 e in quegli anni si avvicinò molto al teatro, fino alla decisione di trasferirsi a San Francisco dove aveva vinto una borsa di studio all’American Conservatory Theatre.
I primi successi
Il suo talento gli permise di esprimersi sin da subito, portandolo ben presto sugli schermi. È solo nel 1989, infatti, che vince il suo primo Oscar come miglior attore non protagonista per il film Glory, dando il via ad un decennio roseo per la sua carriera.
Negli anni 90’ la sua collaborazione con il regista Spike Lee sforna capolavori come Mo’ Better Blues, Malcolm X, He got game, che gli permettono di farsi conoscere e fin da subito apprezzare come grande interprete. Sempre in quegli anni realizza Philadelphia, Il rapporto Pelican, e Il collezionista di ossa, film che gli varranno premi e candidature agli Oscar. Si può dire il decennio più prolifico per Washington, che sembra nato per interpretare qualunque ruolo, dal soldato passando per il trombettista, dall’avvocato al galeotto.
Un nuovo millennio
Non mostra segni di cedimento nemmeno con il nuovo millennio, cominciando nel 2000 con il film marchiato Disney, Il sapore della vittoria, basato sulle vicende di una squadra di football che lotta contro la discriminazione razziale. Nel 2002 arriva il riconoscimento più ambito, l’Oscar al miglior attore protagonista, ottenuto grazie all’interpretazione di Alonzo Harris in Training Day. Nello stesso anno inizia la sua avventura come regista con Antwone Fisher, che riscuoterà un discreto successo.
La carriera dell’attore prosegue con altre importanti interpretazioni, fra le più celebri, American Gangster dove interpreta il ruolo di Frank Lucas, un criminale che sfrutta la guerra in Vietnam, per importare eroina dal paese asiatico.
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Nel 2012, dopo un anno di pausa, torna sulla scena con Flight grazie al regista Robert Zemeckis, anche lui appena tornato al live action, dopo Polar Express e A Christmas Carol. Un altro tassello ad una carriera che è sempre più pregna di successi.
«Flight», la trama
William “Whip” Whitaker è un pilota di linea un po’ sopra le righe, che durante un volo verso Atlanta, con una manovra che ha dell’incredibile, riesce a salvare i passeggeri da una disastro aereo ormai certo.
L’intera nazione lo acclama come eroe, ma sono morte sei persone; che sia la compagnia aerea, il costruttore del veicolo o l’uomo che lo pilotava, qualcuno deve pagare. L’indagine ha inizio e ben presto viene scoperto, dagli esami del sangue svolti dopo l’incidente, che Whip era ubriaco durante il volo, ma il suo avvocato e il suo più caro collega riescono a proteggerlo e nascondere le prove della sua colpevolezza.
Il pilota conosce in ospedale una giovane tossicodipendente che sta cercando di disintossicarsi. Nasce così una storia d’amore, ma che in poco tempo dovrà però fare i conti con la realtà. Lentamente le dipendenze di Whip diventano incontrollabili, ma la sua vita, per quanto si stia sistemando da sola, non riesce a fermare la sua autodistruzione, quasi a sembrare due entità distinte, che però scorrono parallele. Ma è giunta l’ora di affrontare la realtà, e per chi vive di eccessi, non è mai piacevole.
Un’opera più ampia
Flight sembra voler raccontare dell’ennesimo incidente aereo, durante gli anni dell’11 Settembre in cui gli Stati Uniti sono ancora molto sensibili a questo tema, ma si rivela un esempio di come la popolazione tenda a mitizzare il fatto e non l’uomo, senza nemmeno conoscerne la verità che sta dietro.
Per tutto il film è inoltre presente il tema della fede, velatamente nascosto in ogni sua forma, che sia un funerale, la moglie del co-pilota, o le parole di un malato terminale in ospedale. Persino la volontà di trovare un significato dietro ad un grande evento, come un’incidente aereo, quando non si riesce ad accettare che il destino è il frutto delle scelte.
Denzel Washington è magistrale nell’interpretazione dell’uomo vecchio stampo, ma che allo stesso tempo è costretto a mostrarsi debole per riuscire ad essere libero. Per questo ruolo l’attore riceverà la sua sesta nomination agli Oscar e l’ottava ai Golden Globe.
Denzel Washington: Preparazione e fortuna
Nel 2016 e nel 2017 recita in Barriere, di cui è regista, e in End of Justice. Entrambi gli varranno altre due candidature, l’ennesima sentenza ad una carriera a dir poco brillante.
Sarà stato il talento, un’innata capacità di percepire la sceneggiatura giusta, o magari entrambe le cose. Resta il fatto che in pochi riescono a raggiungere un riconoscimento di grandezza così condiviso da essere inconfutabile, ma forse per spiegare come ci sia riuscito, è più semplice usare le sue parole: «Luck is when opportunity meets preparation». Auguri Denzel, e grazie.
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