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Full Time - al cento per cento

Full time – Al cento per cento: il “drama-thriller” che racconta il delirio della quotidianità

5 minuti di lettura

Presentato nella sezione “orizzonti” della 78ª Mostra del Cinema di Venezia, dove ha conquistato il premio per la miglior regia e migliore attrice, Full Time – Al cento per cento è l’efficace rappresentazione dell’affanno della vita moderna. Distribuito da I Wonder Pictures, il film dal 31 marzo è presente nelle sale cinematografiche italiane.

Un thriller quotidiano, anzi il thriller nel quotidiano, quello di tutti, quello di tutti giorni, specificatamente quello di tutti i giorni di Julie (Laure Calamy), protagonista di Full Time – Al cento per cento, l’ultimo film di Éric Gravel.

Full Time – Al cento per cento è un dramma sociale, realista, quello di una madre sigle di due bambini che contemporaneamente cerca di crescere i propri figli in campagna da sola, lontano dalla soffocante città (in questo caso Parigi), e di trovare un lavoro che l’appaghi, intanto è occupata come femme de chambre in un lussuoso albergo del centro.

Il film mette in scena un dramma che ho per certi versi trattato come un thriller.

Éric Gravel, Full Time – Al cento per cento

Full Time – Al cento per cento, la trama in breve

Full Time - Al cento per cento

Un drama-thriller evidentemente. Tutto, infatti, è vissuto premendo il piede sul pedale dell’acceleratore. Ogni gesto, ogni movimento, ogni rumore, ogni pensiero, ogni parola diventa qui fonte di tensione; anche gli elementi extradiegetici, come la colonna sonora firmata dall’artista Irèn Drésel, aiutano a creare quell’inspiegabile alone di (quasi) terrore che aleggia sull’intero il film. Insomma, anche se estremizzata al limite (nella forma), in fin dei conti il lungo narra e ricrea la vita di una qualsiasi persona comune, con le sue preoccupazioni, i suoi problemi, i suoi doveri, le sue speranze. Speranze (quelle di Julie) che sembrano venire spezzate dal più ordinario dei contrattempi: uno sciopero dei mezzi. Ecco narrata, a tratti, la trama di Full Time – Al cento per cento.

Il ritmo serrato della narrazione porta avanti il film senza lasciare mai indietro l’attenzione del pubblico. Incollati allo schermo seguiamo l’afflizione della protagonista che si ritrova giornalmente a dover “fare a pugni” contro i propri, e sempre presenti, impacci: l’educazione dei due figli, il bisogno di una baby-sitter, l’ex marito e il consueto ritardo del mantenimento, i debiti, il ritardo al lavoro, il lavoro, la città, la totale assenza di intimità. In breve: la vita; e Julie subisce sempre.

Una corsa contro il tempo

Full Time - Al cento per cento film

Full Time – Al cento per cento è una frenetica corsa contro il tempo. Non si ferma mai, ha necessità di arrivare a una conclusione, non c’è spazio per i sentimenti, per il melò, per la lacrima. Testimone, l’ultimo blocco del film, gli ultimi trenta minuti, sempre più frettolosi, ancora più convulsi, forse troppo. E quando arriviamo in fondo non ci sono note dolci, non ci sono risposte definitive, nessuna risoluzione. “Lo vedo come un finale aperto e, secondo me, non è proprio un lieto fine. Può rappresentare un sollievo, ma solleva anche molte nuove domande” ha dichiarato il regista franco-canadese.

La riuscita dell’intera opera, oltre che alla radicale scelta registica che abbraccia ogni tecnica, dalla camera a mano alla steady-cam, è dovuta soprattutto alla protagonista Laure Calamy, attrice francese attiva soprattutto nel campo teatrale, che qui veste i panni di una super mamma, di una paladina contemporanea. L’interpretazione tiene la mano alla narrazione. Segue i tempi serrati, le afflizioni, le corse, le speranze.

Julie, la protagonista, vive la propria vita costantemente in accelerazione non perché è una spia o un’agente segreto della CIA, ma semplicemente perché è una madre single che lotta per una vita migliore.

Éric Gravel

In breve, Full Time – Al cento per cento è un film sociale e, a suo modo, politico. Un film che mette in scena il ritratto di un’eroina solitaria, una donna fragile ma anche una madre che combatte nonostante tutto, contro le costrizioni sociali, contro la metropoli, contro un futuro incerto.

Di Lorenzo Fiorentino


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