In mezzo ai molti prodotti lampo, studiati per rispondere a un bisogno di intrattenimento futile e temporalmente molto breve, Netflix nasconde anche prodotti originali, ben scritti e di livello, uno di questi è sicuramente Girls5eva. La serie è uscita nel 2021, prodotta da Peacock, e dopo due stagioni è stata acquistata da Netflix che le ha concesso la possibilità di una terza stagione e, magari, di una visibilità maggiore.
Girls5eva, premessa e dietro le quinte
Girls5eva è scritta da Meredith Scardino che si è già occupata della sceneggiatura di Unbreakable Kimmy Schmidt e tra i produttori esecutivi troviamo: Tina Fey, Robert Carlock, Jeff Richmond, David Miner e Eric Gurian, tutta gente che ha già lavorato a Unbreakable Kimmy Schmidt e 30 Rock, oltre che per il Saturday Night Live.
Il tono dello show è inequivocabile, ci troviamo nello stesso universo espanso dei prodotti appena citati, tutti, infatti, sono accomunati dal medesimo umorismo spesso assurdo e sopra le righe, a tratti demenziale, ma sempre spassoso. Il ritmo è serratissimo, scandito da un susseguirsi irrefrenabile di battute e gag, ma ciò non impedisce il veicolare riflessioni serie e importanti su diversi temi come la situazione femminile, quella americana, quella dell’industria musicale e altre ancora, addirittura il tono ironico e paradossale dello show rende ancora più forti le denunce e i messaggi che si vogliono trasmettere.
Girls5eva è stato, fin dalla prima stagione, acclamato dalla critica, ma non è riuscita ad arrivare a un pubblico troppo vasto, forse anche perché la piattaforma stessa su cui è stata trasmessa, Peacock, il servizio streaming della NBCUniversal, non ha un pubblico esteso quanto quello di Netflix. L’acquisizione da parte di quest’ultima delle prime due stagioni e l’opportunità di realizzarne una terza, quindi, non è solo l’occasione di dare nuova vita a Girls5eva, ma è anche la condizione migliore in cui lo show poteva trovarsi per arrivare a un pubblico che, altrimenti, avrebbe fatto fatica a intercettarlo.
Netflix si è già cimentata in operazione simili, pensiamo solo ad Arrested Development presente su Fox e poi acquistata e prodotta da Netflix dal 2013 al 2019, o a You inizialmente trasmessa su Lifetime, o ancora alla Casa de papel in origine sull’emittente Antenna 3.
Girls5eva, di cosa parla
Girls5eva è la storia di quattro donne sui quarant’anni che nei primi 2000 hanno fatto parte di una girl band stile Spice Girl, Girl5eva appunto, paradigmatica la frase “Siamo migliori amiche da quando abbiamo fatto il provino per un uomo in una stanza d’albergo del New Jersey!”. Il gruppo ha raggiunto il successo per un breve periodo, per poi finire in disgrazia per colpa di una fatale coincidenza, l’uscita del loro singolo Quit Flying Planes at My Heart il 10 settembre 2011, il giorno prima dell’evento che ha sconvolto la storia americana e mondiale.
Da allora le ragazze hanno condotto vite separate: Ashley è morta, Dawn (Sara Bareilles) lavora nel ristorante del fratello, è sposata e con un figlio, Summer (Busy Philipps) è sposata con l’ex componente di una boy band, Kev (Andrew Rannells), con il quale ha un’intensa attività social, Gloria (Paula Pell) è una dentista e ha potuto venire allo scoperto in quanto lesbica, cosa che non le era possibile quando faceva parte del gruppo, e infine c’è Wickie (Renée Elise Goldsberry), piccola star dei social che finge di avere una vita fantastica ma in realtà è un’impiegata aeroportuale.
La svolta arriva quando il rapper Li’l Stinker campiona il loro successo Famous 5Eva, le ragazze si rincontrano e decidono di rilanciare la loro carriera nel mondo della musica. La prima stagione vede come obbiettivo il Jingle Ball Festival, un evento musicale in cui si esibiscono i più importanti artisti, nella seconda stagione le ragazze hanno come scopo la realizzazione del loro album di ritorno, mentre la terza è incentrata sul Returnity Tour, il loro primo tour negli Stati Uniti.
Comicità e cultura pop
Il racconto portato avanti da Girls5eva è più serio e profondo di quello che appare a prima vista ma è indubbio che la sua più grande forza è la comicità incessante e senza freni, si ride per tante cose guardando lo show e ciò che sorprende di più è che si ritrovano diversi tipi di comicità: quella fisica, quella demenziale, quella più colta con rimandi che non sempre è facile cogliere, la satira e l’ironia pungente.
Non capita spesso di guardare una serie al cui interno sono sapientemente inseriti sketch comici che sulla carta sarebbero fuori contesto, come quelli presenti nella terza stagione dedicati a una versione alternativa di The Crown in cui il principe Andrea è ossessionato dai suoi pupazzi, o i video di repertorio della band di vent’anni prima in cui è l’elemento cringe a essere divertente o in cui si attua una parodia di pop star calcando la mano su aspetti più che riconoscibili.
Nella terza stagione, con l’acquisizione da parte di Netflix, aumentano i riferimenti alle serie della piattaforma, ma abbiamo anche un’allusione diretta alla meccanica interna, caotica e troppo rapida, del mondo dello streaming. Continui sono i riferimenti alla cultura pop americana, ai suoi idoli e alle sue celebrità, così come ricorrenti sono i riferimenti alla società americana, alla misoginia intrinseca, al pensiero patriarcale introiettato, alla storia sociale più problematica – pensiamo solo al nome del pianoforte trasparente di Wickie, Ghislaine -. Non è necessario cogliere ogni riferimento affinché lo show risulti divertente, tutte le battute sono riuscite anche in maniera autonoma senza conoscere l’universo di riferimento.
Girls5eva, una seconda possibilità
L’assunto da cui parte Girls5eva è la possibilità di reinventarsi superati i quarant’anni, un’età non così spesso rappresentata in prodotti cinematografici e seriali; naturalmente sono infinte le battute e le scene comiche legate all’età e alla situazione di vita in cui si trovano le protagoniste, ma quello che è importante è che sono rappresentate come donne reali sia nei loro ruoli che nei loro corpi e nella loro estetica non per forza conforme; non siamo di fronte all’ennesima idealizzazione della realtà, non sono le donne di And just like that che, pur riconoscendone alcuni meriti, continua sulla strada cominciata da Sex and the city di spacciarci come vere vite, donne, corpi che non lo sono per niente.
Ognuna delle protagoniste si mette in gioco nel gruppo ma si troveranno a riflettere ed evolvere anche in altri ambiti della loro vita e saranno l’una la forza dell’altra, il supporto necessario per percorrere questo cambiamento. L’esempio potrebbe essere la storia di Summer, che lungo le tre stagioni si accorge di come la sua concezione di sé sia sempre stata strettamente e indissolubilmente legata prima alle Girls5eva e poi al marito e che non si è mai pensata autonomamente. È molto bella la rappresentazione del suo viaggio alla scoperta di sé in quanto persona e donna, profonda e non banale oltre che divertente e comica grazie anche alla recitazione di Busy Philipps.
E così anche le altre compiranno un lavoro di crescita stimolato dalla complicità e della condivisione all’interno del gruppo, a ribadire che non è mai tardi per darsi la possibilità di una seconda occasione, di mettersi in gioco e provarci, magari sbagliando, fallendo, così come anche alle Girls5eva accade, ma che grazie al sostegno delle persone che si ha accanto ne vale sempre la pena.
Girls5eva propone un tipo di comicità anche molto corrosiva e pungente ma il suo punto focale è quello di essere uno show che parla di amicizia femminile e invecchiamento, di come le donne vengano percepite superati i quarant’anni, della società che le circonda e del proprio punto di vista sul mondo e di riuscire a farlo in una maniera che non è mai banale o scontata ma sempre concreta, efficace e incisiva.
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