Leos Carax, all’anagrafe Alex Christophe Dupont, è uno dei registi più visionari e divisivi della storia del cinema francese, come dimostra una delle sue pellicole più particolari: Gli Amanti Del Pont-Neuf (1991). Con soli sei lungometraggi, spalmati in quasi quarant’anni di carriera, Carax ha costruito uno stile inconfondibile, un modo di narrare anticonformista, labirintico e inaccessibile al grande pubblico. Si tratta di un artista a tutto tondo, che non ha mai accettato schemi e restrizioni produttive per portare avanti la sua personale visione cinematografica piena di lirismo, ridondanze barocche e complesse riflessioni. La sua carriera, insomma, è un costante viaggio sulle montagne russe.
Acclamato da tutto il mondo come il nuovo prodigio francese grazie all’incredibile successo a Cannes del suo primo lungometraggio, Boy Meets Girl nel 1984, è entrato poi in meandri stilistici sempre più lontani dal gusto del pubblico e sempre più ristretti e di nicchia. Per questo il regista francese torna ad un indiscusso e globale successo quasi trent’anni dopo, con Holy motors. Un film incredibile, che racchiude l’intera visione autoriale di Carax, riuscendo ad arrivare a tutti con la narrazione della storia moderna dell’essere umano attraverso la giornata di un uomo. La chiusura di un cerchio che ha glorificato Carax, ma che non può chiudersi se tutti i punti non sono al posto giusto. Così, tra gli altri suoi film da conoscere indispensabilmente si trova Gli amanti del Pont-Neuf (disponibile su CHILI).
Si tratta di un ambizioso progetto che ha tenuto Carax occupato per molti anni, diventando all’epoca il film francese più costoso di sempre a causa della location esclusiva e unica: il ponte più antico di Parigi. Non solo, perché si sono poi aggiunti infortuni imprevisti e molte interruzioni a causa dell’impossibilità di coprire le spese, con la beffa finale di essere stato un film dimenticato, un flop incredibile che però non vanifica la bellezza di un lavoro incredibile e unico nel suo genere.
C’erano una volta due amanti nella notte parigina
Un clochard passeggia tra le luci notturne parigine, stanco e ubriaco si fa investire dalle poche macchine che ancora circolano. Viene trovato dalla polizia e scortato in uno degli alloggi a loro adibiti, così per una notte può lavarsi e dormire su un letto comodo. Lo portano all’ospedale per operarlo alla gamba, rimasta schiacciata la scorsa notte, per poi tornare sul Pont- Neuf, chiuso al pubblico per lavori e diventato da molto tempo la sua casa. Vicino al suo letto, però, sta dormendo una donna, una pittrice senza l’occhio sinistro, che quando si sveglia lo ringrazia per non averla cacciata e gli promette un ritratto.
Lui si chiama Alex, un mangiafuoco senza sonno, lei si chiama Michèle e la sua malattia agli occhi non le permette di essere l’artista che desidera. Questo la porta ad abbandonare la sua vita per cercare rifugio in un luogo invisibile, dove nessuno può vederla. Insieme trascorrono una notte indimenticabile, si ubriacano fino al limite, ridono fino allo sfinimento, rubano un motoscafo, facendo sci d’acqua nella Senna mentre assistono ad un magico spettacolo di fuochi d’artificio. Una notte di eccessi, di pura libertà e senza alcun freno, una notte che li farà innamorare e li legherà per sempre.
Il loro rapporto cresce e si solidifica nel tempo, vanno al mare, passeggiano e corrono liberi sulle spiagge francesi, ma la malattia di Michèle continua a peggiorare e deve sempre di più reggersi su Alex. La vista la sta abbandonando e non desidera altro che tornare a dipingere, ad essere la persona di prima. L’amore di Alex la riempie, la coccola, ma quando emerge una concreta speranza di guarire gli equilibri della coppia cambiano radicalmente. Da un lato affiora la voglia spasmodica della donna di tornare alla normalità, dall’altro il necessario bisogno dell’uomo di non perdere la persona che ha risollevato la sua vita. Entrambi dovranno scegliere come comportarsi, come scrivere la loro storia, in un finale fiabesco, poetico e in grado di scavare dentro i sentimenti di due anime perse, alla costante ricerca di una scintilla che possa riempire un vuoto incolmabile.
Gli amanti del Pont-Neuf: una fiaba romantica atipica e grottesca
Gli amanti del Pont-Neuf racconta una storia d’amore, ma la descrive e la costruisce con la personale visione di Carax. Questo sceglie una delle città più belle e affascinanti del mondo, una location incredibile e suggestiva che però serve solo da sfondo all’esplorazione di una realtà completamente opposta. Una storia ai margini della società dove la solitudine, la povertà e la sporcizia coprono la perfezione dello sfondo parigino. Carax non ha paura di mostrare una situazione tragica in tutta la sua deformità e tristezza, un’insonnia persistente, il fluire lento del tempo che sembra non passare mai, incastrando l’essere umano in una realtà da cui non riesce ad uscire in alcun modo.
Il regista francese incrocia le vite di Alex e Michèle, destinati ad incontrarsi, ad amarsi e scontrarsi in un rapporto fatto di sguardi, abbracci e avventure talmente surreali che sembrano frutto della loro immaginazione, frutto di una fiaba costruita dai loro desideri. Insieme ai suoi attori feticci Denis Lavant e Juliette Binoche, Carax costruisce un film in bilico tra simbolismo e realismo, tra l’intento di comunicare una realtà ancora presente e la voglia di giocare con la macchina da presa e con i simboli, gli occhi, il fuoco, la malattia e il continuo contrasto tra bellezza e bruttezza, tra perfezione e imperfezione.
Gli amanti del Pont-Neuf necessita, come ogni progetto di Carax, che lo spettatore sia pronto ad essere spaesato, confuso e stranito dai giochi e i bruschi cambiamenti del regista, che ama distruggere tutte le convinzioni e le sovrastrutture filmiche. Una storia d’amore piena di realtà, di bugie, diversa da tutte le altre perché nata dalla mente di un visionario, una storia unica nel suo genere che non bisogna perdere.
Articolo di Federico Metri
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