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Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile, il più classico dei film di corse automobilistiche

6 minuti di lettura

Accendete i motori! Dal 20 settembre è disponibile nelle sale italiane Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile, il tanto atteso film ispirato a uno dei videogiochi più famosi di PlayStation. Prodotto dalla stessa compagnia videoludica, e diretto dal nominato al premio oscar Neil Blomkamp, Gran Turismo è ispirato a un’incredibile storia vera. Il cast comprende i nomi di Archie Madewke, Orlando Bloom, David Harbour e Djimon Hounsou.

La trama

Danny Moore (Orlando Bloom) è un esperto di marketing al servizio di Kazunori Yamauchi, il fondatore dell’iconico gioco per Playstation Gran Turismo. Il piano di Moore è tanto semplice quanto ambizioso: creare un contest che permetta ai migliori gamers del videogioco di guidare una vera auto sportiva, e di conseguenza partecipare a reali corse automobilistiche. Dopo aver ottenuto un accordo di sponsorizzazione con Nissan e un aiuto dal problematico capo ingegnere Jack Salter (David Harbour), a Moore non resta altro che trovare un valido pilota, che si rivelerà col tempo essere un certo Jann Mardenborough (Archie Madewke), un giovane ed introverso sedicenne. Sarà quest’ultimo a gareggiare per Nissan in una serie di gare altamente spettacolari, da vero underdog talentuoso e imprevedibile.

Gran Turismo, non soltanto mero marketing

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Dirigere un buon film sulle corse automobilistiche non è semplicissimo. Pellicole del genere devono essere veloci, avvincenti e adrenaliniche. Per fortuna, Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile ha tutti e tre gli ingredienti. L’operazione dell’ormai celeberrimo videogioco ha parecchi punti in comune con quella assai recente – e riuscitissima – di Barbie: prendere un proprio prodotto di successo e accollarsi parecchi rischi per ritornare pomposamente alla ribalta. Marketing dentro al marketing; un effetto matrioska in grado di resuscitare titoli che hanno fatto la storia nel loro specifico settore. La Mattel ha fatto all-in con la sua Barbie, producendo un film che è diventato a mani basse uno dei titoli più rappresentativi di questa stagione cinematografica, e forse dell’intero decennio. E Gran Turismo?

Lungi dal fare paragoni affrettati e un tantino fuori luogo, la creatura ideata da Playstation cerca di presentarsi alle nuove generazioni sfruttando tutte le caratteristiche che le hanno permesso di diventare un formidabile titolo seminale; ci sono macchine di ogni tipo, le piste più famose – tra cui quella storica di Le Mans – scuderie e sponsor super-appetibili. E ovviamente c’è l’amore per la velocità; tutto il trasporto per questa forte e rischiosa passione in grado di accomunare chiunque, dal più maturo e disilluso al più giovane e sprovveduto. È tra l’altro su questo scontro-incontro che si dipana uno dei più riusciti fili narrativi del film: il rapporto di amicizia sempre più intenso e sincero tra il maestro Jack, ben interpretato dall’indimenticato sceriffo Jim Hooper di Stranger Things, e l’allievo Jann.

Gran Turismo, una prevedibilità spettacolare

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La complessiva buona riuscita del film è merito di una sceneggiatura nel complesso solida – pur se parecchio prevedibile, soprattutto nella seconda parte – e di una regia che tenta in tutti i modi di accentuare la spettacolarizzazione scaturita dalle velocissime auto da corsa. Del resto, Blomkamp non è affatto l’ultimo arrivato; con all’attivo l’ottimo District 9 – che si portò a casa qualche anno fa ben quattro nomination agli oscar – e il discreto Elysium, il regista sudafricano è riuscito con Gran Turismo a realizzare un prodotto magari non ambizioso, ma di certo in grado di soddisfare le aspettative sia dei fan della saga videoludica sia di chi ne sa poco o nulla.

Perché forse il vero punto forte del film è la giusta prossimità con il videogioco. L’eccessiva digitalizzazione, la trama decisamente basica e l’opportunità di godere della presenza di innumerevoli auto pongono il film di Blomkamp in assoluta continuità con il prodotto creato da Playstation, e in più amplificano uno stile videoludico che non sempre ha avuto fortuna nell’ambito della settima arte. Pur peccando di difetti e di alcune leggerezze – due su tutte: la fotografia non proprio accattivante e la presenza di personaggi minori davvero poco abbozzati -, Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile si può considerare in definitiva un film abbastanza gradevole, adatto per chi ricerca un po’ di disimpegnata adrenalina.


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Napoletano, classe 1996, laureato in Filologia moderna e con un master in Drammaturgia e Cinematografia. Perennemente alla ricerca di sonno, cibo e stabilità psicofisica, vivrebbe felice anche nel più scoraggiante dei film di Von Trier, ma si accontenta della vita reale insegnando nelle scuole ad amare le belle storie. Nulla gli illumina gli occhi più del buio di una sala.

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