Volge a conclusione BoJack Horseman, la serie marchiata Netflix che ci saluta con gli ultimi otto episodi. Un saluto che ci ha colti impreparati e ha lasciato tanti fan della serie un delusi da questa scelta del network, sulla quale non sono piovute poche critiche. Benché prematuro, la piattaforma, ci regala comunque un finale degno delle aspettative, carico di sentimenti e che ci fa emozionare fino alla fine.
Attenzione: il seguente testo è diviso in due parti, una senza e una con spoiler. Far attenzione a dove segnalato.
La quiete prima della tempesta
La prima parte di quest’ultima stagione ha rappresentato un po’ la quiete prima della tempesta. Sembrava che ogni cosa stesse finalmente prendendo il proprio posto all’interno delle vite scoordinate dei protagonisti. Sembrava che tutto stesse andando per il meglio, facendoci temere un lieto fine che avrebbe striso con l’umore generale dell’intera serie. Ma è bastata una piccola macchiolina nera nell’angolo di questa tela perfetta per rovinare ogni cosa. Lenta ed inesorabile, la macchiolina, si è allargata fino ad inghiottire tutta la tela e cancellando il duro lavoro dietro a quel dipinto che era solo appena abbozzato. Ancora una volta questa serie ci fa da maestra di vita e vuole ricordarci che il nostro equilibrio è sempre precario e che siamo tutti sull’orlo del baratro: basta una leggera brezza per farci precipitare nell’oscurità.
Non si può sfuggire al proprio passato
Il passato fa un grande ritorno in questi ultimi otto episodi. BoJack (Will Arnett), ripulito ed intento nella nuova sfida come insegnante di recitazione, si sente finalmente appagato, tranquillo, soddisfatto nell’aver trovato un senso a questa sua vita altalenante. Sembra quasi dimenticarsi di tutto il dolore che ha sofferto e di tutte le terribili sciagure che sono capitate a lui e alle persone a cui tiene. Ma il passato non perdona. Inesorabile rientra nella vita di BoJack ed è intenzionato a portargli via ogni cosa.
Quest’ultima parte della serie ha come tema centrale la redenzione. Dopo una vita sregolata, fatta di alcol, droghe, comportamenti inappropriati e ferite difficilmente rimarginabili, ecco che finalmente arriva la resa dei conti. Ogni personaggio si trova rivolto con lo sguardo verso gli anni precedenti, restando in attesa di una riappacificazione con i propri demoni. Ogni linea narrativa viene chiusa con la magistralità a cui siamo ormai abituati, senza essere prevedibile, né tanto meno scontata; perfettamente coerente.
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La resa dei conti (Con SPOILER)
Per riuscire a parlare nel miglior modo possibile di questo finale spietato e nichilista bisogna scendere nel particolare, quindi vi avvisiamo che da qui in poi saranno presenti molti spoiler. Se non avete ancora visto la stagione finale di BoJack Horseman vi consigliamo di interrompere qui la vostra lettura.
Le porte del baratro si spalancano: BoJack, sotto accusa dal mondo intero per la morte di Sarah Lynn (Kristen Shaarl) ed eliminato dalla versione rimasterizzata di Horsin’ Around ha nuovamente perduto la sua identità. Dipinto ancora una volta come un mostro, non si riconosce più, è spaesato, e nonostante il suo voto alla sobrietà ricasca nuovamente in quel turbinio di stupefacenti, pillole ed alcolici in cui vede l’unica soluzione alla sua caduta libera verso la miseria. Il colpo di grazia sono una lettera scritta dalla sorella Hollyock (Arpana Nancherla), di cui possiamo solo immaginare il contenuto dal momento che non ci viene svelato, e persino la vendita della sua villa per far fronte alle spese delle cause giudiziarie contro di lui. Solo e strafatto BoJack irrompe nella sua vecchia casa e dopo essersi riguardato i dvd di Horsin’ Around per l’ennesima volta decide di farla finita.
Nel quindicesimo episodio viene rappresentata l’esperienza pre-morte del protagonista, angosciante e triste come solo la sua mente poteva renderla. Ritroviamo molti dei personaggi che ci avevano salutato durante le stagioni precedenti. Innanzi tutti Sarah Lynn ed HerbKazaz (StanleyTucci). Troviamo anche la famiglia di BoJack: BeatriceHorseman (Wendie Malick), lo zio CrackerJack (Linn Manuel Miranda) e Butterscotch Horseman (Will Arnett)nelle sembianze del famoso Secretariat (John Krasinski). Prendono parte a questo trip anche gli attori Corduroy Jackson-Jackson (Brandon T. Jackson) e Zach Braff (Zach Braff).
«Il panorama a metà strada», il percorso di Bojack Horseman
Il penultimo episodio ci riserva un viaggio allucinogeno nella mente di BoJack. Veniamo introdotti in una casa dall’aspetto lugubre che trasuda una misteriosa materia nera, simile al petrolio. La riunione tra BoJack e le persone che ha perso si fa particolarmente interessante quando i personaggi, seduti intorno ad un tavolo da pranzo, banchettano con il loro ultimo pasto. Per BoJack pillole e acqua che sa di cloro, per Herb delle noccioline, per Corduroy un limone. Durante questa sequenza BoJack, perseguitato dall’oscura materia vischiosa, ascolta la conversazione che intrattengono i suoi commensali sul significato della vita. Profonde riflessioni si intervallano con uno spietato nichilismo e una buona dose di incomprensione ed indifferenza verso la vita, cosa che ormai non appartiene più a nessuno degli interlocutori.
In seguito la scena si sposta in un piccolo teatro in cui i personaggi sono chiamati a turno ad eseguire ognuno il proprio numero che finisce per tutti allo stesso modo: un volo nel buio oltre una porta misteriosa. BoJack si sente perso, non capisce che cosa gli stia succedendo, vorrebbe scappare e fermare tutto questo, ma il tempo scorre e il suo sta quasi per scadere.
Toccante la poesia che recita Secretariat prima di cadere inghiottito dalla massa nera che lo attende dietro le sue spalle. L’indole poetica del padre, Butterscotch, e l’animo tormentato dell’atleta fusi in un unico personaggio ci regalano una sequenza memorabile che riesce a trasmettere alla perfezione la dualità della morte: l’angoscia e al tempo il sollievo per la fine di ogni tormento terreno.
Herb e BoJack si salutano per l’ultima volta: «ci vediamo dall’altra parte?» gli chiede il cavallo. «Non c’è un’altra parte. È tutto qui», risuona profetica la risposta di Herb mentre sta svanendo nell’oscurità. Le sue parole cadono nel vuoto che sta lentamente avvolgendo BoJack e colpiscono lo spettatore come un forte pugno allo stomaco. Una sequenza decisamente amareggiante e carica di tristezza, risentimento e disincanto; cruda nella sua semplicistica verità. BoJack ancora una volta cerca la sua salvezza presso Diane (Alison Brie), la chiama, vuole sentire la sua voce un’ultima volta. Presto il protagonista si rende conto che la sua fine è vicina, cerca di fuggire da quella melma nera che lo rincorre e vuole inglobarlo. Vede sé stesso inerme e galleggiante nella piscina della sua villa; quella stessa piscina che è sempre stata presente nella serie, quasi come un presagio. Dalla sigla, al quadro appeso nello studio di BoJack, l’acqua ha forse voluto rappresentare la vicinanza e la convivenza con la fine imminente, ma anche un mezzo per il riscatto e la redenzione; la nuova nascita attraverso la catarsi e la disintossicazione.
L’ultimo saluto di Bojack Horseman
BoJack non è morto. Salvato dai soccorsi è confinato al carcere, dove per la prima volta paga veramente per i propri errori. Nell’ultimo episodio aleggia nuovamente un sentimento di ritrovata serenità. Al matrimonio di Princess Carolyn (Amy Sedaris) e Judah (Diedrich Bader) troviamo l’immancabile buonumore di Mr Peanutbutter (Paul F. Tompikins) e Todd (Aaron Paul), anch’essi più sereni dopo aver affrontato le situazioni che li angosciavano. Ovviamente c’è anche Diane, pronta a legarsi al suo fidanzato perfetto nel vincolo del matrimonio. Nella sequenza finale Diane e BoJack (con permesso di libera uscita) si trovano sul tetto, proprio come all’inizio. I due sono finalmente pronti a salutarsi per sempre, a lasciare che l’altro viva la propria vita senza più interferire, senza più infierire; lasciandosi il proprio spazio.
Si conclude con il botto questa serie, poetica ed intensa, con una stagione finale contro ogni previsione che ci regala momenti di altissima tensione e commozione. Nonostante si denoti leggermente la fretta nel dover concludere la storia sotto ogni suo aspetto, il risultato non può che lasciarci a bocca aperta. Dalla sigla, forse la più bella in assoluto, che racchiude il riassunto di tutti i più grandi errori commessi da BoJack, fino alla sequenza finale quasi statica; una conclusione degna del capolavoro che è BoJack Horseman. Anche noi, come Diane e BoJack, siamo costretti ad un addio un po’ controvoglia. Sotto il cielo stellato di Hollywoo(B) salutiamo i protagonisti di queste strampalate vicende che ci hanno accompagnati per sei anni.
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