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Hansan: Rising Dragon

Hansan: Rising Dragon apre il 21° Florence Korea Film Fest

Uno spettacolare film di guerra che esplora il concetto di bene e male

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7 minuti di lettura

La ventunesima edizione del festival del cinema sudcoreano più antico d’Europa si apre con Hansan: Rising Dragon, seconda pellicola della trilogia incentrata sulle vicende dell’ammiraglio Yi Sun-sin e preceduta da Admiral: Roaring Currents. A introdurre il film al pubblico lo stesso regista Kim Han-min, onorato di essere nuovamente a Firenze ad otto anni di distanza dalla presentazione al festival del primo capitolo.

Hansan: Rising Dragon

Presente in sala anche l’attore protagonista (nonché ospite d’onore di questa edizione) Park Hae-il, che definisce Hansan: Rising Dragon un film “non certo incentrato sulle bellezze di Firenze, ma ritratto di un periodo storico molto doloroso per la Corea e soddisfacente dal punto di vista visivo”. Parole calzanti per descrivere una potente storia di sconfitta e rivalsa che rimarca l’intenzione di questo Florence Korea Film Fest di essere ancora più incisivo del precedente.

Una battaglia spettacolare

Hansan: Rising Dragon

La battaglia in questione è quella dell’isola di Hansan combattuta nel giugno del 1592, terminata con la vittoria schiacciante della flotta coreana guidata dall’ammiraglio Yi Sun-sin (Park Hae-il) e il brusco arresto dei piani espansionistici giapponesi verso la Cina; un risultato fondamentale per rinvigorire l’esercito di Joseon, stremato moralmente e fisicamente dalle precedenti sconfitte subite.

Di questo spaccato di storia coreana Hansan: Rising Dragon è una dettagliata e spettacolare ricostruzione composta da una prima parte dominata dalla strategia, ed esplicativa delle dinamiche precedenti l’azione bellica, a cui segue più di un’ora di combattimento in mare che ha del maestoso. Una narrazione didascalica che diventa azione pura ma che nella transizione resta chiara e dettagliata, tale da non lasciare mai il pubblico incredulo di fronte a schemi e tattiche militari ma rendendolo consapevole delle peculiarità nonostante la scarsa conoscenza della storia e dei suoi fattori.

Hansan: Rising Dragon

Kim Han-min dietro la macchina da presa esalta in pieno il valore storico del racconto. A primi piani contemplativi della fase preparatoria allo scontro il regista contrappone riprese aeree spettacolari per catturare i momenti salienti delle battaglie, sfruttando in aggiunta una colonna sonora fragorosa per caricare le scene dal punto di vista emotivo. Considerati anche gli effetti speciali sbalorditivi l’esperienza che ne deriva è pervasiva e potente, ancor più godibile (come suggerito dallo stesso Kim) se pensata come una vera partita a battaglia navale.

Ma quella di Hansan: Rising Dragon è ben oltre la versione del gioco che conosciamo, meno pacata e decisamente più scenografica: il mare che fa da sfondo allo scontro delle due flotte è più simile a un palco su cui si esibiscono i ballerini, gli uomini al comando ai direttori artistici responsabili della riuscita delle coreografie. E la nave, oltre che un’arma da guerra, è un simbolo: il desiderio dell’uomo, piccolo com’è, di condensare in un’unica opera tutta la forza e la determinazione con cui intende dare battaglia, di dimostrare al nemico che le sconfitte subite non hanno scalfito in alcun modo lo spirito.

Hansan: Rising Dragon è la guerra dei giusti

Hansan: Rising Dragon

Di tutto lo spettacolo di Hansan: Rising Dragon Yi Sun-sin non è l’unico protagonista, non tecnicamente: il personaggio costruito alla perfezione da Park Hae-il condivide infatti il palcoscenico con l’ammiraglio Wakisaka, a cui presta il volto un abilissimo Byun Yo-han (noto per il suo ruolo in Mr. Sunshine e The Book of Fish) alla sua prima performance interamente in giapponese.

I due ammiragli rappresentano due lati del combattente non sempre antitetici, ma nella pellicola quasi estremizzati in modo da dare l’idea di uno scontro tra buono e cattivo piuttosto che tra due ordinari nemici. Yi Sun-sin è riflessivo, risoluto e indulgente, uno di quegli strateghi la cui abilità è silenziosa e si rivela inaspettatamente nei momenti cruciali della battaglia; Wakisaka, pur essendo uno stratega altrettanto abile, pecca di caparbietà e si rivela brutale quando si tratta di combattere come di guadagnare alleati.

Hansan: Rising Dragon

Di Hansan: Rising Dragon Park Hae-il è più il protagonista morale, portatore di nobiltà che combatte in nome di un ideale più alto e tratta i suoi alleati in quanto soldati e uomini, non come mere spade da conteggiare. La rappresentazione del giusto nelle sue mille sfaccettature, che comunica poco a parole ma molto con le sue azioni, contrapposta alla ferocia nel pensiero e nell’attitudine da cui non molto può derivare fuorché dissapori e altra violenza, anche al di fuori del campo di battaglia.

Quella narrata da Kim Han-min in Hansan: Rising Dragon è in effetti, come affermato dallo stesso Yi Sun-sin, una battaglia dei giusti contro gli ingiusti, in cui più che una contrapposizione tra fazioni la distinzione tra bene e male è identificabile e proprio dala vicenda alla base del film è resa più netta. Un film (non privo di difetti) sulla celebrazione del coraggio e della nobiltà d’animo da vivere con lo spirito e gustare con gli occhi, adatto agli amanti dell’azione e dei giochi intelligenti, ma specialmente a chi al cinema va per lasciarsi meravigliare.


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Classe 1996, dottoranda in Ingegneria Industriale all’Università di Napoli Federico II, il cinema è la mia grande passione da quando ho memoria. Nerd dichiarata, accanita lettrice di classici, sogno di mettere anche la mia formazione scientifica al servizio della Settima Arte. Film preferito? Il Signore degli Anelli.

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