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Le eroine di Miyazaki, protagoniste atipiche e sfaccettate

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9 minuti di lettura

Perché le eroine di Miyazaki sono personaggi femminili atipici? Da quando lo Studio Ghibli è stato fondato nel lontano 1985 dalle menti brillanti di Hayao Miyazaki, Isao Takahata, Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma, ha portato all’attenzione del pubblico ben 21 pellicole che hanno avuto il potere e la forza di stregarlo, sorprenderlo, farlo riflettere.

In particolare nei film diretti e ideati da Hayao Miyazaki è presente una forte componente femminile, poiché in buona parte di essi i personaggi femminili sono protagoniste atipiche, giovani, inserite in un contesto che le mette alla prova, e “fragili”. Ma vediamo meglio cosa intendiamo e perché le modalità con le quali Hayao Miyazaki rappresenta le donne sono così rilevanti, analizzando alcuni dei suoi film.

Chihiro de La città incantata, piangere non è da deboli

Eroine di Miyazaki Chihiro La città incantata

La città incantata, film liberamente ispirato al romanzo fantastico Il meraviglioso paese oltre la nebbia di Sachiko Kashiwaba, narra le avventure di una bambina di appena dieci anni di nome Chihiro, che entra senza rendersene conto insieme ai genitori nel mondo degli spiriti o yokai. Qui i genitori di Chihiro vengono tramutati in maiali dalla strega Yubaba e la piccola deciderà di rimanere in quel regno bizzarro e magico per tentare di liberarli.

La protagonista, appunto Chihiro, è giovanissima ed è spaventata, separata per la prima volta forse nella sua vita dalle due figure adulte e genitoriali, fonte di sicurezza e protezione. È in un mondo sconosciuto, popolato da creature che forse nemmeno nei suoi peggiori incubi ha saputo immaginare, ma nonostante il terrore e la confusione che la attanagliano decide comunque di restare e lottare a modo suo.

Non vediamo dunque una bambina trasformata dalla magia cinematografica in una creatura dotata di chissà quale dote particolare che le permette di superare i test a cui viene sottoposta, o provvista di una sicurezza nelle proprie capacità fuori dal comune, ma solo una ragazzina che la maggior parte del tempo non sa cosa fare, che piange disperata ritrovandosi sola in quel posto sconosciuto, investita di una responsabilità troppo grande per le sue piccole spalle: quella della salvatrice.

Chihiro è così umana ed è così istantaneo sentirsi vicini al suo stato d’animo, immedesimarsi nelle sue sensazioni così struggenti, che da un lato la si vuole proteggere e dall’altro ci si sente compresi, proprio in quella parte tanto umana di ognuno di noi che nei momenti difficili vuole solo piangere e disperarsi. Ma allora cosa c’è di così “forte” in lei? Il fatto che si alzi: va bene avere una crisi, piangere a dirotto, ma poi ci si deve alzare. Chihiro introduce agli spettatori uno spettro emotivo completo, rappresentato con chiarezza nella pellicola, e vederla affrontare le proprie paure sembra concederci di affrontare anche le nostre.

Sophie de Il castello errante di Howl, la forza dell’insicurezza

Eroine di Miyazaki Sophie Il Castello errante di Howl

Tra le eroine atipiche di Miyazaki non si può non citare Sophie da Il castello errante di Howl, film sempre tratto da un romanzo e uscito nel 2004. La storia salta all’occhio per il fatto che sembra essere una versione alternativa e “inversa” della fiaba de La Bella e la Bestia. Sophie è una cappellaia che subisce da sempre l’avvenenza della madre e della sorella minore, ritrovandosi quasi a nascondersi nel retro della vecchia bottega ereditata dal padre, dove realizza dei cappelli di rara bellezza. Ma un giorno la Strega delle Lande la maledice facendola invecchiare improvvisamente, costringendola a cercare il grande Mago Howl affinchè spezzi quel vile incantesimo.

Il mago è uno degli uomini più affascinanti e belli del regno, e una Sophie sotto forma di vecchina si infiltrerà nella sua casa errante come donna delle pulizie, divenendo in poco tempo un elemento essenziale per la salvezza non solo del Regno ma anche di Howl stesso.

Perché Sophie è un’eroina atipica? La trasformazione in donna anziana in qualche modo appare come il riflesso di come lei già si sente: insicura del proprio aspetto fisico. Tale caratteristica di Sophie è presente anche in Howl, solo che mentre lei non si fa fermare dalla propria insicurezza, lui ne fa un vero dramma (letteralmente, arrivando al punto di dire che “senza avere la bellezza, non c’è nessuna ragione per vivere”) creando un interessante contrasto rispetto all’affrontare le proprie fragilità e sé stessi.

Sophie dunque è un’eroina che sfrutta la propria insicurezza e maledizione per affrontare gli ostacoli che le si frappongono davanti, mostrando al pubblico che odiarsi serve a poco, che piangersi addosso può capitare ma che non deve diventare la norma, che bisogna imparare ad amare ogni parte di sé, anche quando non ci piace per niente.

Da Nausicaa a Sheeta passando per Kiki e Mononoke, la diversità è una forza

Eroine di Miyazaki Nausicaa della valle del vento

Le eroine atipiche di Miyazaki sono molteplici e riescono con aspetto e personalità a estendere il ventaglio di rappresentazioni di donne nel cinema regalando un ritratto delle stesse estremamente realistico ed umano.

Nausicaa da Nausicaa della Valle del Vento è dotata di empatia e gentilezza in un mondo arido dove a vivere e sopravvivere sono solo quelli disposti a violare la natura e continuare a distruggerla. Sheeta da Laputa – Il castello nel cielo invece è una principessa che dimostra di sapersi adattare a ogni condizione, provando ed imparando dai propri errori e infine Mononoke da Principessa Mononoke, fragile quanto prona all’ira, impulsiva, umana, ma che nel corso della sua storia impara che non tutto si può fare da soli e che chiedere aiuto non è un male.

Per non parlare di Kiki da Kiki – Consegne a domicilio, che porta sullo schermo il momento in cui l’insicurezza sopraggiunge e ci si sente persi forse per la prima volta nella vita, mettendo l’accento su come sia normale questa sensazione, e che non dobbiamo farcene una colpa: quello che crediamo di aver perso troverà il modo di tornare a noi se davvero ci serve.

Eroine di Miyazaki Fio Porco Rosso

Gli esempi spaziano anche tra coloro che non sono vere e proprie protagoniste, toccando personaggi femminili sparsi anche in pellicole come Porco Rosso (Madame Gina affascinante e insospettabilmente tenera e Fio intelligente, sfacciata, gentile) o Si alza il vento (Miori e la sua resilienza), ma ciò che è sempre ben visibile in questi film è come lo straordinario sia parte di ciò che reputiamo ordinario, di quella complessità di emozioni e pensieri tutta umana di cui per fortuna, ognuno di noi, è dotato. Basta solo ricordarlo.


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Biotecnologa, appassionata di cinema dalla più tenera età, si muove con facilità tra animazione e horror, non privandosi della delicatezza delle pellicole nipponiche o dell'orrore insito in produzioni più macabre. Curiosa e aperta alle novità, adora i particolari, che sono quelli che le rimangono più impressi nei film. Lo storytelling e i personaggi sono i suoi punti deboli.

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