HBO torna dove era accaduto il misfatto. Con House of the Dragon, dal 22 agosto su Sky Atlantic, torna a quel mondo che aveva fatto appassionare (e arrabbiare) molti fan. Game of Thrones è stata una serie epocale, per l’importanza data a un cast variegato e numeroso, per l’epopea fantasy e per la crudezza e la crudeltà con cui alcune storie venivano portate avanti.
House of the Dragon torna quindi a Westeros, ma in un tempo diverso, in un’epoca di splendore per la dinastia Targaryen, di apparente pace nei sette regni. La storia mai raccontata della guerra civile Targaryen è pronta per conquistare gli schermi.
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Il primo episodio inizia subito mostrandoci la grande fortezza di Harrenhal. La serie mostra i muscoli, con una ricostruzione monumentale e con la seconda scena che ci presenta subito il primo drago su diciassette (si dice) che vedremo nella serie. Approdo del re poi è magnifica come non lo è mai stata ne Game of Thrones. Bastano questi primi cinque minuti per lasciare qualsiasi spettatore a bocca aperta.
House of the Dragon rinnova la mitologia di Westeros
La prima puntata di House of the Dragon ci introduce subito nelle diatribe che verranno poi sviscerate nel corso di tutte e dieci le puntate. Una serie con un respiro diverso, più aulico e magniloquente, quando i draghi comandavano e i Targaryen venivano considerati dei in terra. Non mancano però il sesso e la violenza, marchio di fabbrica di Westeros.
House of the Dragon colpisce per la mitologia che introduce solamente con questa prima puntata di un’ora. Segno del fatto che gli showrunner Miguel Saponick e Ryan Condal sono andati ad ampliare e stratificare la storia riportata nel libro prequel della saga letteraria, Fuoco e Sangue.
La serie è basata su quei racconti, riportati in forma di resoconto storico, della dinastia Targaryen. In particolare, House of the Dragon si concentra sulla Danza dei Draghi, nome dato alla lotta di successione avvenuta circa 170 anni prima degli eventi narrati nella saga originale di George R.R. Martin.
Un cast degno della serie originale
La bravura degli showrunner si nota anche nelle scelte di cast, a partire dal re Vyserys interpretato da Paddy Considine, passando per il Daemon di Matt Smith, almeno per il momento il Villain della serie. House of the Dragon è narrata dal punto di vista di Rhaenyra Targaryen, interpretata da Milly Alcock. Sappiamo già che alcuni personaggi nel corso della prima stagione cambieranno volto. Questo perché la storia raccontata copre un arco molto ampio e con lo prime puntate si è voluto raccontare il seme che poi porterà ai conflitti che vedremo in questa e nelle prossime stagioni.
Anche i personaggi di Rhys Ifans e Steve Toussaint, rispettivamente Otto Hightower e Corlys Velaryon, sono scritti e interpretati magnificamente, ricreando le dinamiche del consiglio che tanto abbiamo amato in Game of Thrones.
Una serie che potrebbe cancellare le critiche che l’ormai franchise si è addossato dopo il finale dell’ottava stagione di Game of Thrones, ridando speranza ai fan della saga. Il respiro è quello delle grandi storie, e le sensazioni sono più che positive. La storia è già completamente scritta e il coinvolgimento diretto di Martin ci mette al riparo da infedeltà al materiale originale e retcoon.
Non ci resta che aspettare il prossimo lunedì notte, per vedere la seconda puntata in contemporanea con gli Stati Uniti e addentrarci completamente nella storia dopo questo splendido ma introduttivo pilot. Ci sono tutti i presupposti giusti. Fuoco e sangue, intrighi e potere, cappa e spada. La prima puntata di House of the Dragon sembra solo un assaggio. Come un drago bellissimo ma sopito, è pronta a sputare fuoco. Dracarys!
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