Il mondo della pallacanestro torna prepotentemente sui fogli di una sceneggiatura grazie a Hustle, film diretto da Jeremiah Zagar che vede Adam Sandler e il cestista Juancho Hernangomez co-protagonisti e uno stuolo di star del passato e del presente della pallacanestro mondiale a fare da contorno.
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Distribuita da Netflix dal 3 giugno 2022, l’opera di Zagar è un connubio tra dramma e commedia che punta, senza paura di renderlo esplicito, sui modelli classici dei film ambientati nel mondo dello sport.
Stanley Sugarman (Adam Sandler) è un osservatore per i Philadelphia 76ers, squadra professionistica della NBA: l’entusiasmo per la sua promozione al ruolo di assistente allenatore viene frustrata dalla morte del proprietario della franchigia e dal cattivo rapporto che Stanley ha con il nuovo capo che lo riassegna al vecchio ruolo.
Una storia semplice ed efficace
Nel successivo viaggio in Europa alla ricerca di giocatori da chiamare al draft ,Sugarman incontra Bo Cruz (Juan Hernangomez), giocatore di strada spagnolo, che attira tutte le sue attenzioni.
In seguito a nuove divergenze con la dirigenza, lo scout si licenzia per diventare procuratore e allenatore del giovane spagnolo dal passato difficile, per fare di tutto per farlo diventare un professionista.
Hustle ha una trama semplice, tipica dei film sportivi, che prevede il più classico dei viaggi dell’eroe e un numero di insidie e difficoltà da superare che sono proporzionali all’altezza di Hernangomez.
Una storia che però funziona, che fa tornare Philadelphia ai tempi di Rocky (immancabile la citazione) e che sa soffermarsi su piccoli particolari in grado di caratterizzare i personaggi e di incastrare i pezzi nel migliore dei modi.
Molto bravo Adam Sandler, credibile in un personaggio dai molti risvolti psicologici e fondamentale nel tenere in piedi quasi da solo il film per la sua intera durata.
La regia di Zagar cerca di farsi notare e di sfruttare l’ambito cestistico per costruire scene particolari e ben sviluppate, aiutata da una colonna sonora importante che si inserisce prepotentemente nei momenti chiave e sa esaltare grazie all’intensità e alla scelta delle tracce, in sintonia con il mondo della pallacanestro.
Star NBA ovunque
La peculiarità che intriga e divertirà gli appassionati di pallacanestro risiede nell’enorme numero di cameo e piccoli ruoli dedicati a personaggi del mondo della palla a spicchi che recitano nel ruolo di se stessi o di personaggi fittizi in quello che risulta essere un continuo easter egg e che trasforma il film in una sorta di sfida nel cercare di individuare tutti i nomi coinvolti.
Il ruolo di Lebron James come produttore è sicuramente stato il motore di una scelta di questo tipo, tanto azzardata quanto riuscita e che, nonostante il rischio, non fa decadere il livello del prodotto ma anzi lo impreziosisce senza mettere in difficoltà e in cattiva luce gli attori che attori non sono.
Un film, quello distribuito da Netflix, che vale la pena di essere visto, che saprà stupire gli appassionati di basket e che va ad aggiungersi alla lista di ottimi film sulla pallacanestro che hanno illuminato le sale o i piccoli schermi dei salotti di casa.
Non resta che puntare al ferro, con tutta la decisione del mondo, come sempre.
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