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I Predatori dell'Arca Perduta

I Predatori dell’Arca Perduta, 40 anni di Indiana Jones

Indie è ancora qui, scopriamo perché

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11 minuti di lettura

Esattamente 40 anni fa da oggi usciva nelle sale il primo capitolo dell’amata saga di Indiana Jones, I Predatori dell’Arca Perduta (1981), realizzato dalla coppia vincente Steven Spielberg e George Lucas, rispettivamente alla regia e alla sceneggiatura. Questo film, diventato iconico, ha fatto partire una ondata di imitazioni, e una nuova concezione dei film d’avventura, che va avanti fino ad oggi: basti pensare ai film di Pirati dei Caraibi o ai videogiochi di Tomb Raider e Uncharted, che prendono a piene mani ispirazione dalle atmosfere delle avventure di Indiana (o Indie, per gli amici). Ma dopo quasi mezzo secolo, come è invecchiato I Predatori dell’Arca Perduta?

Indiana Jones nella Nuova Hollywood: perché è importante

I Predatori dell'Arca Perduta

Per capire il successo della prima avventura di Indiana Jones, interpretato da un più che mai iconico Harrison Ford, bisogna capire il contesto culturale cinematografico della Hollywood di quegli anni. Ci troviamo infatti negli ultimi anni della cosiddetta Nuova Hollywood, un’era di grande rinnovamento per il modo di fare cinema in America. Iniziata verso la fine degli anni ’60, questo periodo ha generato (o forse dovremmo dire che è stato generato da) grandi registi tra cui Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Woody Allen, Sidney Lumet, solo per citarne alcuni. In questa lista rientrano ovviamente anche Spielberg e Lucas, che con film come Lo Squalo (1975) e il primo Star Wars (1977), contribuirono ad arricchire questa sorta di movimento/periodo storico.

Sono tanti e diversi i fattori che hanno formato la Nuova Hollywood, ma tra questi c’è sicuramente l’avvento di questi nuovi giovani registi, che hanno portato una ventata d’aria fresca con le loro idee e i loro metodi, non solo di fare film ma anche di marketing. Tra i primi film considerati pietre miliari della Nuova Hollywood troviamo Bonny e Clyde (1967) di Arthur Penn, che ha aperto le porte a una autorialità più centrata sul regista e non sui produttori esecutivi dei grandi studios. Altri film successivi sono Taxi Driver di Scorsese, Chinatown di Roman Polanski, Serpico di Lumet, e sostanzialmente tutti i film dei registi citati usciti in quel periodo, per non parlare di quelli con attori come Al Pacino e Meryl Streep, all’epoca volti nuovi ma subito lanciatissimi.

Come è nato Indiana Jones

I Predatori dell'Arca Perduta

Al primo Star Wars si attribuisce la nascita del blockbuster come lo conosciamo oggi, e I Predatori dell’Arca Perduta fa parte di questa categoria di film, rientrando nell’ultima fase della Nuova Hollywood, finita appunto verso i primissimi anni ’80 a causa del fallimento di film come I Cancelli del Cielo (1980) di Michael Cimino. Il primo film di Indiana Jones fu concepito da Lucas e dal suo amico Philip Kaufman (regista di The Wanderers del 1979) come un film di serie B che voleva omaggiare i vecchi serial di avventura diffusissimi negli anni ’30 e ’40. Lucas aveva in mente come protagonista un docente universitario che era anche un esploratore archeologico, e a Kaufman venne in mente di introdurre l’Arca dell’Alleanza come elemento principale della trama. Lucas ne parlò con Spielberg e affidò a lui la regia del film.

Per la scelta del famoso archeologo avventuriero Lucas aveva pensato ad attori non ancora famosi e disponibili e girare una trilogia di film: tra questi attori vi erano Nick Nolte, Tom Selleck e Jeff Bridges, ma anche attori più comici come Steve Martin e Bill Murray. La scelta finale oscillava tra Bridges e Selleck, ma per una serie di eventi nessuno dei due fu preso. Durante le riprese di L’Impero Colpisce Ancora Lucas voleva Harrison Ford per il ruolo, anche se l’aveva già reso famoso nella saga di Star Wars e non voleva fare troppo affidamento su di lui coinvolgendolo in un altro progetto. Ma Ford fu entusiasta e accettò volentieri. Col senno di poi la scelta si è rivelata davvero azzeccata, dando vita a un personaggio dal carisma irresistibile regalato dalla fisicità e l’espressività di Ford. Nel film sono presenti anche Karen Allen (Starman e Cruising) e John Rhys-Davies (007 – Zona pericolo), e un giovanissimo Alfred Molina (Frida e Spider-Man 2) nel prologo.

I Predatori dell'Arca Perduta

Le riprese furono effettuate in Francia, Tunisia e alle Hawaii, oltre che nei set ricostruiti. Come tutti i blockbusters, anche I Predatori dell’Arca Perduta fa affidamento su un grosso budget, qui di 20 milioni di dollari, e sulla presenza di elaborati effetti speciali, come nel climax finale con la catastrofica apertura dell’Arca. A causa delle cruente e fantasiose morti dei villains, la Motion Picture Association of America voleva applicare il divieto ai minori di 17 anni, ma Spielberg aggiunse ulteriori effetti speciali per coprire le scene più impressionanti e così evitò il bollino rosso.

Il film fu un successo al botteghino, incassando quasi 390 milioni di dollari, con grande sorpresa di tutti, poiché prima dell’uscita il film non aveva suscitato abbastanza interesse nel pubblico (Superman II era il film più anticipato dell’anno). Una volta arrivato nelle sale invece fu un trionfo al punto tale da confermare i due sequel, anch’essi entrati nella storia dei cult.

L’eredità de I Predatori dell’Arca Perduta

I Predatori dell'Arca Perduta

Come detto prima, I Predatori dell’Arca Perduta ha dato inizio a una nuova concezione di film, non solo di blockbuster, di cui Hollywood piano piano stava capendo il potenziale, ma proprio del genere d’avventura. Anche se Lucas e Spielberg hanno voluto riprendere le atmosfere e i canoni dei serial di 50 anni prima, hanno di fatto attualizzato (per l’epoca almeno) e modernizzato dei tópoi letterari e cinematografici. La nostalgia è una delle componenti principali più palpabili nel film: anche se il film è pieno di azione e movimento, si percepisce facilmente una patina familiare che tranquillizza e mette a proprio agio il pubblico, proprio grazie ai rimandi classici di libri e film precedenti.

Il film infatti è ambientato negli anni ’30, durante l’ascesa di Hitler e dei nazisti, ricreando un setting temporale ben conosciuto, oltre ai luoghi ormai diventati quasi tradizionali nella storia del cinema: la città del Cairo, con le sue bancarelle e i suoi deserti, è un omaggio ai serial d’avventura di quegli anni ma anche a film come Lawrence d’Arabia, pilastro cinematografico di David Lean del 1962. O ancora il tempio/caverna in Perù del prologo infestato da trappole e micidiali marchingegni, è un altro tópos che rimanda alle avventure raccontate nei romanzi d’appendice. Questi luoghi misteriosi e antichi hanno sempre affascinato il cinema, e Spielberg non è da meno. Inoltre la scelta di voler integrare un artefatto mistico come la biblica Arca dell’Alleanza aggiunge al film la componente fantastica e sovrannaturale tipica dei soliti serial e feuilletons di altri tempi.

I Predatori dell'Arca Perduta

Anche la figura dell’eroe riprende un classico luogo comune: Indiana Jones è l’eroe maschile individualista a cui tutte le donne cascano ai piedi, compresa la giovane Marion (Karen Allen), che adesso invece lo detesta, anche se alla fine tornerà ad innamorarsi di questo indifferente eroe. La Allen aveva combattuto molto per dare più spessore e indipendenza al suo personaggio, scrivendosi da sola la sua backstory e il rapporto con il suo defunto padre, e propose il tutto a Spielberg, che invece si attenne alla sceneggiatura originale. Alla fine Allen fu delusa dal film e dal suo ruolo, poiché Marion è più motivata dalla sua relazione con Jones che dalla sua storia e le sue motivazioni personali.

I Predatori dell’Arca Perduta, e i film successivi di Indiana Jones, hanno lasciato un’impronta indelebile nei film d’azione e d’avventura, riprendendo formule datate ma vincenti, e modernizzandole in un momento storico in cui l’America aveva bisogno di scappare dalla realtà e intraprendere viaggi in altri tempi e in altri luoghi, accompagnati da personaggi forti e coraggiosi, ma anche simpatici. Lo spettatore americano, e non solo, sentiva il bisogno di dimenticare i propri problemi e lasciarsi trasportare da avventure movimentate ed entusiasmanti, e Lucas e Spielberg hanno contribuito a creare uno standard di evasione nel fantastico che perdura tutt’oggi: i videogiochi d’avventura ormai hanno come protagonisti delle imitazioni di Indie, e sono ambientati in setting antichi e pericolosi come quelli visti nei suoi film, mentre franchise come Pirati dei Caraibi o il meno recente National Treasure presentano il medesimo gusto per l’avventura e la rivisitazione di tópoi classici.

Inoltre, a ben 40 anni di distanza, rimane ancora un film perfetto per trascorrere 2 ore di emozioni e divertimento. Il prossimo anno uscirà il quinto capitolo per mano di James Mangold, regista di Logan e Ford v Ferrari. Ad maiora, Indie!


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Nato a Roma, studia attualmente al DAMS di Padova.
Vive in un mondo fatto di film, libri e fumetti, e da sempre assimila tutto quello che riesce da questi meravigliosi media.
Apprezza l'MCU e anche Martin Scorsese.

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