Uscito nelle sale italiane il 6 Aprile, I Tre Moschettieri-D’Artagnan è il primo dei due film che andranno a comporre la saga de I Tre Moschettieri del regista francese Martin Bourboulon, già noto in patria per la commedia di successo Papa ou Maman del 2015.
I Tre Moschettieri – D’Artagnan, di cosa stiamo parlando?
Adattamento del capolavoro di Alexandre Dumas, questa pellicola ne conserva i tratti caratteristici rileggendoli in chiave ironica e più contemporanea. Ci si trova catapultati nella Francia del XVII secolo, tra corse a cavallo, corsetti, spade sguainate e tradimenti al sapore di polvere da sparo.
Il giovane D’Artagnan (François Civil) sopravvive a un attacco che lo legherà indissolubilmente alla figura di Milady, interpretata da una perfetta Eva Green, e giunto a Parigi tenterà di realizzare il suo sogno: diventare uno dei moschettieri del re. Sarà proprio nella capitale francese che si imbatterà nelle figure di Athos (Vincent Cassel), Porthos (Pio Marmaï) e Aramis (Romain Duris), i tre fedeli moschettieri del Re che hanno più di qualche problema con la legge. Ne nascerà un legame molto forte, che li unirà per combattere contro i complotti del cardinale Richelieu e di Milady e per salvare il regno di Luigi XIII (Louis Garrel) in una Francia spaccata a metà dalla religione, dalla politica e da tradimenti di corte.
I Tre Moschettieri – D’Artagnan, un film che stenta a decollare
I Tre Moschettieri – D’Artagnan è un film che, al di là della eccellente resa estetica e attoriale, stenta a decollare e perdendo il filo del discorso più volte, lo recupera successivamente in maniera sbrigativa e confusionaria. Risulta piuttosto facile perdersi tra i molti personaggi, i quali risultano bidimensionali e con poco mordente, in effetti sarebbe stato interessante vedere un approfondimento psicologico di quello che pare essere il personaggio più interessante del film, Athos, ma del suo oscuro passato non ci è dato sapere e la sensazione di incompletezza è difficile da ignorare.
Da un lato abbiamo un cast di tutto rispetto, con filmografie anche importanti alle spalle, ma dall’altro lato la sceneggiatura un po’ scarna non rende giustizia a degli attori che sarebbero stati in grado di rendere il film magico se solo fosse stato loro permesso. Infatti, il budget utilizzato per la realizzazione del film è piuttosto ingente (circa 36 milioni di euro), ma era davvero così necessario impoverire lo script per lasciar spazio a scene che poco aggiungono a una trama già abbastanza contorta?
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Molto caricato il D’Artagnan di Civil, che poco ci racconta al di là della sua innegabile abilità come moschettiere: appare infatti fin troppo goffo nelle relazioni inter-personali e poco credibile nel contesto in cui è inserito. Si percepisce uno sforzo nel voler far combaciare per forza i tanti elementi del racconto, e quando il film pare prendere una certa direzione ecco che una collana di diamanti diventa il fulcro della storia capitalizzando tutta l’attenzione su di sé, lasciando lo spettatore smarrito tra i suoi “perché”.
Tiriamo le somme…o quasi
I Tre Moschettieri – D’Artagnan non è sicuramente un disastro di dimensioni bibliche, questo no, quanto piuttosto un film che ha messo tanta carne al fuoco e questo, si sa, è sempre un’arma a doppio taglio.
Sarà necessario continuare con il secondo film in uscita, I tre Moschettieri – Milady (nelle sale francesi il 13 Dicembre 2023), registrato in concomitanza con questo primo atto, al fine di sciogliere i nodi e tentare di far ordine nella confusione mentale in cui si viene immersi, e allora lì saremo veramente in grado di tirare le somme e giudicare questa opera come si deve.
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Concordo pienamente!!!!Ottima descrizione!!!!