È disponibile su Netflix a partire dal 24 marzo Il mio amore è un fiore di ciliegio, il nuovo dramma a sfondo romantico made in Japan scritto da Keisuke Uyama e diretto da Yoshihiro Fukagawa. Scopriamo se si tratta di un valido prodotto, o dell’ennesima pellicola strappalacrime destinata a finire nel dimenticatoio.
Che cos’è Il mio amore è un fiore di ciliegio
Haruto Asakura è un giovane aspirante fotografo che ha da poco accantonato i suoi desideri di carriera, convinto di non avere la stoffa per realizzarsi. Quando però, dopo mesi di tentativi, riesce a ottenere un appuntamento con la giovane parrucchiera di cui è innamorato, Misaki, il ragazzo ritrova la forza d’inseguire il suo sogno.
I due giovani iniziano così a vivere un’appassionata storia d’amore, finché un evento inaspettato non sopraggiunge: riuscirà il loro rapporto a resistere di fronte al destino?
Pregi e difetti ne Il mio amore è un fiore di ciliegio
Il mio amore è un fiore di ciliegio presenta un rapporto innocente e genuino, animato da sentimenti autentici tra due giovani ricchi di sogni e di speranze, una tentazione irresistibile soprattutto per il giovane pubblico. In più, il paesaggio dipinto di rosa dalla stagione primaverile giapponese non fa altro che aggiungere un tocco di magia, ipnotizzare lo spettatore e invogliarlo a guardare.
La colonna sonora della pellicola sembra rispecchiare la bellezza del suo paesaggio, coinvolge nei momenti clue, e nel contempo infonde in chi guarda un vago senso di spensieratezza quando richiesto, senza però mai risultare fuori luogo.
Il contesto sociale in cui si svolge la narrazione e le premesse su cui l’intera storia si fonda chiariscono fin dal primo momento come la pellicola di Fukagawa non abbia nulla a che fare con i soliti teen movie sfornati a Hollywood. Ma pur riuscendo a mantenere intatta questa certezza, andando avanti la pellicola si perde inciampando più volte in errori grossolani che fanno storcere il naso.
Mentre le interpretazioni dei personaggi secondari non risultano fuori contesto per l’intera durata del film, i protagonisti interpretati da Kento Nakajima (Haruto) e Honoka Matsumoto (Misaki) presentano tratti quasi caricaturali, toccando picchi di esagerazione talvolta perdendo di credibilità, superando la linea sottile tra drammaticità e cringe.
Inoltre, procedendo con la visione, diventa sempre meno chiaro quale sia il tema principale del film, a causa della presenza di scene in apparenza importanti ma affrettate o ridotte al minimo. Nel contempo, la pellicola tende a trattare alcuni importanti aspetti della vita quali il contesto lavorativo, la famiglia, il trascorrere del tempo, in modo (volutamente?) aggressivo e a tratti brutale, provocando nel pubblico la sensazione, in parole povere, che sia un po’ too much.
Un’occasione sprecata
Da sempre i fiori di ciliegio esercitano sul pubblico innegabile fascino, forse perché sono così incantevoli da rendere uno stradone di città come il paradiso, forse per il simbolismo che vi si associa; sta di fatto che Il mio amore è un fiore di ciliegio è un’esplicita dimostrazione di questa magia. Infatti, proprio come ogni fiore appassisce e cade dall’albero, allo stesso modo questa pellicola perde credibilità a mano a mano, fino a lasciare nel pubblico, insieme a qualche lacrimuccia, un inevitabile senso di delusione.
Indipendentemente dal fatto che sia in grado di far piangere, di emozionare, o di far fiorire un sorriso sul volto di qualcuno, Il mio amore è un fiore di ciliegio mostra evidenti segni d’indecisione nello sviluppo della trama e dei personaggi, optando per una trattazione approssimativa di alcune tematiche. Alla fine di tutto, resta la sensazione di aver sprecato risorse preziose senza averne adeguatamente sfruttato il potenziale, insieme alla bellezza dei fiori di ciliegio.
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