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Il naso o la Cospirazione degli Anticonformisti: Khrzhanovskiy ripensa Gogol tra satira e animazione

5 minuti di lettura

Il 5 maggio esce in Italia l’ultimo film di Andrey Khrzhanovskiy. Il naso o la Cospirazione degli Anticonformisti, premio della giuria ai festival d’animazione di Annecy e Zagabria, si contraddistingue per il connubio creativo di varie tecniche di animazione e riferimenti che ci portano in un passato sfortunatamente fin troppo simile ai nostri tempi odierni.

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Diviso in tre parti che si intersecano, la pellicola ha come fulcro una ri-narrazione del famoso racconto dello scrittore Nikolaj Vasil’evič Gogol’ Il naso. In un teatro avviene la messa in scena dell’opera teatrale di Šostakovič tratta dal famoso racconto di Gogol a cui poi parteciperà lo stesso Stalin nell’ultima parte del film.

In un continuo gioco meta-cinematografico si raccontano le vicende di alcuni degli artisti russi più toccati dal regime e di come le vicende vissute da questi, obbligati a sottostare o ad essere censurati, siano più attuali che mai.

Cos’è la Cospirazione degli Anticonformisti

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Nel racconto strambo e pieno d’ironia del regista vi sono continui riferimenti ad artisti noti del ‘900: riferimenti a Picasso e a Malevic, rifacimenti di una delle scene più ricordate della La Corazzata Potemkin di Ejzenstein e infine riferimenti all’arte sovietica.

C’è l’arte funzionale allo stato, come quella sovietica e c’è l’arte che sconquassa e che porta i cosiddetti artisti anticonformisti ad essere contro corrente. Il vero focus del film è quello di mostrare il lavoro di quei visionari che vanno contro il regime e sconvolgono la società, forse non capiti nel loro tempo storico ma poi ricordati e celebrati. Le tecniche usate nel film stesso sono esempio di questo pensiero, Il naso o la cospirazione degli anticonformisti viaggia continuamente tra vari stili di animazione, fino ad arrivare al materiale d’archivio o alla visione stessa del “making of” delle scene del film.

Riguardo questa scelta Khrzhanovskiy racconta di aver voluto mostrare chi ha lavorato a questa stramba fiaba mostrando come i collaboratori hanno avuto una direzione comune per creare qualcosa. Il tema degli artisti e il loro rapporto con la società è l’anima di questo grottesco film dove la messa in scena del racconto di Gogol’ non fa altro che adempiere pienamente a quell’effetto grottesco.

Scene dove Kovalëv deve inchinarsi al cospetto del suo naso vestito da consigliere di stato fanno capire come le persone si trovano in una società che si dilunga e invischia in cerimonie senza senso, cerimonie che gli artisti notano e descrivono in modo grottesco, tragico e critico.

Un film per oggi

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Pensando alla condizione di registi come Kantemir Balagov, che ha dovuto lasciare la Russia durante la guerra con l’Ucraina, e tanti altri artisti il film appare più che attuale.

Sulle note continue delle sinfonie di Šostakovič questo viaggio bizzarro diventa amaro sul finale dove le immagini di archivio di Stalin sono da avviso agli anticonformisti. Il Naso o la Cospirazione degli anticonformisti è stato designato Film della critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI  con la seguente motivazione:

“Ci sono momenti in cui il cinema riesce a cogliere il senso della Storia, e la tragedia dell’umano. L’ottantaduenne regista russo, partendo da Gogol e Šostakovič, utilizza diverse tecniche di animazione, e le sposa con brani di film sovietici per raccontare la ciclica ricaduta nella repressione politico/ideologica in Russia e ribadire il ruolo delicato e centrale della cultura. La messa in scena dell’utopia di un’arte rivoluzionaria da mettere a servizio di un popolo rivoluzionario, scacciata via dalla “cospirazione” del Potere centrale verso gli intellettuali”.

Un testamento sulla condizione imperitura degli artisti, che non si fermano mai e sono sempre pronti a scontrarsi con lo stato sperando un giorno di essere liberi come lo si è sugli aeroplani, presenti ne Il Naso o la Cospirazione degli anticonformisti che aprono e chiudono la visione di questo spaccato di storia di un paese.


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Classe 2000, studio cinema e arti contemporanee. Sono interessata anche al mondo dell'editoria e della comunicazione e vorrei fare troppe cose nella vita. Per ora scrivo, un modo per guardare oltre la provincia in cui vivo.

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