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Il principe cerca figlio: Eddie Murphy e quel cinema di sequel inutili

6 minuti di lettura

A partire dal 5 Marzo, Amazon Prime distribuisce Il principe cerca figlio, sequel del celebre Il principe cerca moglie di John Landis. A trentatré anni di distanza dal primo film, cosa ci dobbiamo aspettare dal protagonista Akeem, interpretato da Eddy Murphy, e dal regno di Zamunda?

Ne Il principe cerca figlio, il regista Craig Brewer ci fa progredire di trent’anni nella vicenda che avevamo lasciato: Akeem, ora cinquantenne e regnante in carica, si vede costretto da circostanze politiche a designare il proprio erede, pur non avendo generato che figlie femmine. Quando viene a scoprire inaspettatamente di avere un figlio illegittimo a New York, lo vediamo precipitarsi nel Queens per conoscere il ragazzo e condurlo, insieme alla madre, allo zio e a tutte le difficoltà che questi porteranno con sé, nel proprio regno.

Da questo momento in poi, il film sarà quasi interamente ambientato nel fittizio stato di Zamunda, tra lusso sfrenato, danze tribali, leoni ed elefanti.

Il film ha ricevuto una candidatura ai Premi Oscar 2022 nella categoria Miglior trucco e acconciatura.

Eddie Murphy ritorna alle origini

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Se a muovere il protagonista nel film di Landis era una forza centrifuga che lo spingeva ad allontanarsi dal proprio mondo regale per cercare qualcosa d’altro, il neo principe Lavelle (Jermaine Fowler) viene invece riportato alle proprie origini, e, nonostante qualche perplessità, il giovane sembra essere perfettamente d’accordo, pronto a gettarsi nella nuova esistenza.

In Il principe cerca figlio è evidente l’intenzione di tornare alle origini: l’incipit è pressoché identico a quello di Landis, con il lungo e spettacolare travelling che, partendo dal monte della Paramount e passando per il verde del paesaggio naturale africano, giunge allo sfarzoso castello dei Joffer.

Anche nel momento in cui rivediamo per la prima volta Akeem e la consorte Lisa (Shari Headley) viene ricreata la stessa scena con cui nel primo film abbiamo conosciuto il protagonista, con la variante di una diversa ricorrenza: a vent’anni viene svegliato ricordandosi del proprio compleanno, a cinquanta del proprio anniversario.

Innumerevoli sono le altre gag che vengono riprese dal passato (il plagio di McDowell a McDonald’s, i battibecchi dal barbiere); come se non bastasse, la sceneggiatura si appoggia anche a una quantità di flashback che rievocano gli eventi vissuti dal protagonista e dalla sua spalla Semmi (Arsenio Hall) trent’anni prima, prelevando e trasponendo scene del film di Landis.

Il principe cerca figlio: tradizione contro innovazione

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Il tema portante del film vuole essere il confronto tra vecchio e nuovo: quando Akeem vola nel Queens, trova un’America cambiata, tecnologica e moderna che viene incarnata dal personaggio di Lavelle, il quale non viene inizialmente compreso appieno dal padre. Eppure questo cambiamento si percepisce soltanto attraverso frettolose allusioni alla cucina vegana e alla transessualità, alle immagini di smartphone e tablet e alla colonna sonora rap, con abbondanza di scene cantate e ballate che fanno spesso sembrare il film un video musicale.

Per il resto, in Il principe cerca figlio troviamo le stesse situazioni: l’incontro tra due culture, una sposa sottomessa e un principe determinato a rifiutare un matrimonio combinato per ricercare comunicazione e connessione, insomma, il vero amore. Lo stesso Fowler ricorda spesso Eddie Murphy nelle espressioni facciali.

L’umorismo risulta a volte esageratamente demenziale, con personaggi e gag caricate all’eccesso, e il problema della parità di genere viene risolto con una retorica antisessista che suona didascalica anche per una commedia che non si prende troppo sul serio.

Un cinema di “sequel di vecchi film che nessuno voleva”

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Il principe cerca figlio si prende in giro, a un certo punto, facendo parlare il personaggio di Mirembe (Nomzamo Mbatha) del cinema statunitense, fatto di “sequel di vecchi film che nessuno voleva”; e forse, visto il risultato, di un sequel non c’era in effetti un’estrema necessità.

Come Imani (Vanessa Bell Calloway), la promessa sposa abbandonata all’altare da Akeem, continua dopo trent’anni ad abbaiare come le era stato provocatoriamente ordinato dal principe, anche tutto il resto è rimasto fermo, ancorato agli anni Ottanta.

Il pregio del film è di riportare i fan nostalgici al mondo che hanno amato trent’anni fa, ma senza aggiungere a esso qualcosa di veramente significativo: nel confronto con la tradizione, l’innovazione ha perso.


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