Recentemente, in alcune stazioni italiane e luoghi celebri sparsi per il mondo, come la MSG Sphere di Las Vegas, è comparsa una scritta minacciosa, “Siete Insetti“, accompagnata da una serie di glitch e da un conto alla rovescia. Alcuni si sono allarmati e altri hanno intuito l’ennesima spettacolare mossa di marketing di uno dei colossi dello streaming mondiale che ricorda la celebre radiocronaca di Orson Welles per la promozione dello sceneggiato de La Guerra dei Mondi.
Il problema dei 3 corpi, la nuova Serie TV targata Netflix, è una storia di invasione aliena che ha più suspence e materia rispetto ai tripodi marziani e parla al pubblico di come una possibile civiltà possa cercare di conquistarci attraverso un plagio di menti su larga scala, attraverso una tecnologia molto simile alla nostra ma di un livello superiore e sublimale.
Il problema dei 3 corpi è l’adattamento della saga fantascientifica di Liu Cixin, Memoria dal passato della terra, realizzato dai creatori de Il Trono di Spade, David Benioff e D.B Weiss, e da uno degli sceneggiatori di True Blood, Alexander Woo.
L’opera originale, molto acclamata in patria e vincitrice del premio Hugo, appartiene al sottogenere dell’hard sci-fi, la cui narrazione è fortemente legata alla scienza moderna e fa ampio uso di conoscenze e teoremi legati alla fisica, biologia, ingegneria e matematica. Il titolo infatti è un riferimento alla classe di problemi di dinamica di base applicati in questo caso all’astrodinamica, ovvero ad un ambientazione spaziale che descrive un sistema solare che presenta tre soli che condizionano un pianeta su cui una civiltà extraterrestre si sviluppa, decade in modo instabile e cerca un nuovo pianeta da colonizzare.
Il problema dei 3 corpi, una trama che si dipana nella Storia umana
Ye Wenjie, una fisica con un passato difficile, durante la Rivoluzione Culturale viene reclutata dall’esercito per un progetto di comunicazione con civiltà extraterrestri, nella base segreta Costa Rossa: un messaggio del sistema trisolariano viene captato e la risposta della scienziata metterà in moto una serie di eventi che condizioneranno il futuro della Terra e della scienza. Infatti nei nostri giorni molti scienziati e ricercatori a causa di inspiegabili e anomali eventi spariscono o si suicidano, mettendo in crisi il mondo scientifico: alcuni di questi eventi colpiscono in modo particolare un gruppo di giovani scienziati inglesi che hanno avuto un stretto rapporto con la nipote della fisica cinese.
Alcuni di loro, tra cui Auggie Salazar, che da poco ha messo a punto una tecnologia rivoluzionaria nel campo della nanotecnologia, e Jin Cheng e Jack Rooney, amici e colleghi di università, ricevono segnali dal sistema trisolariano e dai seguaci della loro venuta: la prima comincia a vedere un countdown che non l’abbandona e che solo lei può vedere e gli altri due ricevono un visore che li trasporta in una realtà virtuale alternativa in cui devono calcolare le ere di caos e di ordine per salvare una civiltà prima che venga spazzata via da immani catastrofi naturali.
Le loro vicende vengono sorvegliate dal detective dei servizi segreti inglesi, Da Shi che con il suo superiore Thomas Wade cerca di risolvere il mistero dei suicidi e di capire chi si approfitti di questa situazione e quali siano le sue intenzioni. Dall’altro lato c’è l’organizzazione del miliardario Mike Evans che cerca senza scrupoli di raccogliere più sostenitori per accogliere gli esseri superiori che dovranno ricostruire il pianeta e la civiltà umana da zero.
Ne Il problema dei 3 corpi, questa partita a scacchi interstellare e virtuale si gioca in periodo lungo che parte dalla tumultuosa Cina della Rivoluzione Culturale fino ai giorni nostri. Dove la minaccia di un invasione dei trisolariani o San- TI, seppur lontana di 400 anni luce, mina la fiducia nelle autorità scientifiche e governative che fanno di tutto per combattere una tecnologia che li rende onniscienti, strategicamente pericolosi e imbattibili.
La ricchezza del materiale e la scrittura brillante
Il problema dei 3 corpi ha una narrazione densa e ferrata nell’azione seppur abbia dei rallentamenti e delle cadute di ritmo verso la seconda parte, chiusa con degli ottimi cliffhanger che promettono bene per un probabile e già annunciato seguito.
Il materiale a disposizione, nonostante a volte non sia di facile comprensione, è rielaborato in maniera coinvolgente ed affascinante, specialmente dalla scrittura chiara, curiosa e intelligente del duo Benioff-Weiss, che si cimenta nell’immaginare e raffigurare fenomeni fisici quasi impossibili da adattare sullo schermo, come potenti super computer dalle dimensioni infinitesimali o strutture multidimensionali che collassano su loro stesse. Alcune sequenze più che una carica spettacolare acquistano una carica sentimentale che fa riavvicinare o scontrare i protagonisti della serie.
Il cast de Il problema dei 3 corpi vanta molti volti noti specialmente nel panorama internazionale televisivo, approdati dal Trono di Spade e non solo: oltre a Liam Cunnigham, John Bradley e Jonathan Pryce troviamo, alla seconda esperienza televisiva internazionale, Eiza Gonzalez, resa celebre recentemente al cinema con Baby Driver e Alita, che qui si misura con un ruolo più sporco e emozionale nei panni di una scienziata che mette al primo posto l’etica e il bene comune al successo e al guadagno personale.
Ne Il problema dei 3 corpi ci sono inoltre Jovan Adepo, attore già visto in Babylon e in molte Serie TV americane, e Benedict Wong, che lascia da parte il suo aspetto comico per un dare un carattere più drammatico e trasandato al suo detective che quasi ricorda per il suo piglio sarcastico il coreano Song Kang-Ho. Una nota a parte alle giovani interpreti della misteriosa Tatiana e della versione giovane di Ye Wenjie.
Il problema dei 3 corpi, Il potere della trasversalità e dell’ambiguità
Molti sono i temi che si possono avvertire nel corso de Il problema dei 3 corpi, essendo una serie così densa di eventi e ricca di livelli narrativi e storici: la questione della tecnologia e della scienza sono discusse da un punto di vista etico e ci avvertono delle possibili implicazioni e dell’utilizzo di esse, di come siano ambigue nelle mani di chi le approfondisce e studia sia per fini positivi, ovvero di rinnovamento e benessere per il prossimo, sia per per fini di difesa, attacco e occultamento agli occhi del presunto nemico.
Il visore argentato è un mezzo esemplificativo di come uno strumento creato dall’uomo (o da altri) possa avere più di una valenza, che di fatto lo rende ambiguo e attraente nella sua natura e nell’uso che se ne fa. L’uomo usa ogni sua tecnologia per nascondere qualcosa, al contrario dell’alieno, incapace di mentire, che non si fa problemi a dichiarare gli strumenti per comunicare e assoggettare il rivale. Ne Il problema dei 3 corpi, l’ambiguità negli strumenti e la loro pericolosità è presente nei mezzi di comunicazione, come le antenne sulle navi e sulle montagne, o nelle invenzioni degli stessi protagonisti, come i cavi super sottili in grado di tagliare acciaio, metallo e carne come se fossero carta.
Con Il problema dei 3 corpi siamo di fronte ad un kolossal fantascientifico televisivo che porta molti quesiti da risolvere e temi complessi da trattare, tipici del genere. Seppur Il problema dei 3 corpi abbia ricevuto alcune critiche rispetto allo spostamento delle location e all’assenza di qualche personaggio dei libri, per ora si può definire un buon adattamento televisivo, quasi al pari di quello prodotto in Cina dalla Tencent.
Si spera che una seconda stagione de Il problema dei 3 corpi possa sorprenderci ancora di più, con l’introduzione di nuovo materiale e senza perdersi troppo né in tecnicismi né in romanticismi esagerati o surreali. Magari mantenendo una narrazione incredibile e mozzafiato come quella dei primi due episodi che ci introducono in questo nuovo universo.
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