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ritratto del duca

Il ritratto del Duca, l’imperdibile british humor di una storia vera

5 minuti di lettura

Il ritratto del Duca è una pellicola del 2020, presentata alla 77a mostra del cinema di Venezia, per la regia di Roger Michell, già autore di Nottingh Hill. Il film è fresco e irriverente; nei minuti iniziali, così frizzanti e veloci, riesce subito a catturare l’attenzione, con battute e controbattute che si susseguono senza un attimo di pausa.

Scopri la storia vera che ispirato Il ritratto del Duca

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La storia raccontata in Il ritratto del Duca prende spunto da un fatto realmente accaduto. Nel 1961 un tassista sessantenne di nome Kempton Bunton, rubò il quadro Ritratto del Duca di Wellington, dipinto dall’artista Francisco Goya, dalla National Gallery of London. In seguito, mandò una richiesta di riscatto, con l’obiettivo di devolvere la somma agli anziani più indigenti, in modo da permettere loro di pagare il canone televisivo e sgravare quella spesa dalla pensione. Questa fu una delle sue più grandi battaglie, il cui risultato venne raggiunto quasi 40 anni dopo, nel 2000, quando il governo inglese rese il canone gratuito per gli over 75.

Il ritratto del Duca: generazioni a confronti

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Roger Michell si diverte a costruire una commedia leggera, che funziona soprattutto quando si mettono in scena i duetti tra Jim Broadbent e Helen Mirren (rispettivamente nei panni del ladro improvvisato Kempton Bunton e di sua moglie Dorothy). I primi venti minuti presentano il contesto e i personaggi attraverso ironia e scherzo.

Il film impiega un intreccio semplice e lineare, con qualche sorpresa sul finale. Il ritratto del Duca riesce nell’intento di divertire e intrattenere attraverso una ricostruzione storica e sociale non didascalica ma pregna, fatta di contesti e situazioni, di sogni e speranze, di ideali e cuore.

Infatti, quello che emerge dall’ora e mezza di visione, condita da ottime interpretazioni e da una regia energica, è la descrizione delle generazioni che vediamo rappresentate sullo schermo. È un cinema di ideali e politica positivi e propositivi. Attraverso il personaggio di Kempton Burton si individua e si indaga la generazione operaia uscita dalla seconda guerra mondiale, ormai sull’orlo della terza età.

La contrapposizione tra Bunton e il figlio Jackie (interpretato da un ottimo Fionn Whitehead, che dopo Dunkirk e Black Mirror si riconferma un buon attore) crea uno spunto di riflessione nel confronto tra le due generazioni, e creano un parallelismo tra i sogni di un giovane ragazzo e gli ideali di un uomo anziano che, per fortuna, non è ancora disilluso dalla vita. Kempton è caparbio e tenace, quasi un radicale nella sua espressione politica fatta di atti volti a ottenere piccole vittorie per molte persone.

Divertimento senza banalità: potere al british humor!

La struttura de Il ritratto del Duca si rifà a quelle classiche commedie dove un uomo normale, in seguito a una serie di vicissitudini, si ritrova a parlare ai potenti, traendo forza dalla sua esperienza, dal suo vissuto, e in qualche modo cambia il mondo (o almeno una piccola parte di esso). Il ritratto del Duca, però, non si adagia sul bieco idealismo e riesce ad essere una pellicola autoironica nei confronti del protagonista stesso e pungente verso istituzioni e giornali.

Una piccola commedia che intrattiene, un film indipendente che diverte e descrive, che scruta il passato per darci qualcosa nel presente, due grandi attori, Jim Broadbent e Helen Mirren, che ad ogni interpretazione riconfermano la loro classe, il tutto inserito in una pellicola organica e leggera che riesce a parlare a tutti.

Questi sono gli ingredienti de Il ritratto del Duca, che come il suo personaggio protagonista riesce ad essere, in pieno stile british humor, frizzante e irriverente nel suo mostrare un working class hero.


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Nato a Fermo, anno 1997. Scopro la passione per il cinema e per le serie tv durante l'università, studiando tutt'altro. Appassionato di film scomposti, imperfetti ed esageratamente lunghi, il mio regista preferito è Guillermo Del Toro. Le altre passioni sono la letteratura, il ciclismo e la politica.

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