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«Into the Inferno», dentro i vulcani con Werner Herzog

4 minuti di lettura

Distribuito da Netflix nel 2016, Into the Inferno di Werner Herzog è un documentario che terrà con gli occhi incollati allo schermo per le riprese spettacolari (e rischiose) di vulcani attivi. Come sempre Herzog è in prima linea nelle riprese del suo film e ad accompagnarlo in questo viaggio alla scoperta dei vulcani del mondo c’è il geologo Clive Oppenheimer, professore di vulcanologia all’università di Cambridge.

Inferno

Tra le principali tappe vediamo l’Australia, l’Indonesia, la Corea del Nord e l’Islanda dove, oltre all’incontro ravvicinato con i vulcani (in molte riprese vediamo tutta la troupe pericolosamente vicino ai crateri), Herzog entra in contatto con le popolazioni autoctone che esprimono, a volte in modo ingenuo ma onesto, la propria opinione sui fenomeni vulcanici.

Nonostante ci si trovi in un’epoca tecnologica, permane ancora l’aspetto mitico del vulcano che viene tutt’ora utilizzato dal potere politico o religioso come emblema della propria forza. È quello che accade ad esempio in Corea del Nord dove il dittatore Kim Jong-Un si fa rappresentare con alle spalle il Monte Paektu, luogo simbolo della nazione. Oppure come a Lamakara dove è nato un culto spontaneo chiamato culto del cargo che vede come divinità salvatrice John Frum, un misterioso soldato americano il cui spirito vivrebbe nel vulcano Mount Yasur. Da lì un giorno farà ritorno portando con sé beni di consumo: gomme da masticare, frigoriferi, Cadillac e aeroplani.

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Into the Inferno insomma, non vuole essere solo uno studio razionale del fenomeno, ma vuole anche mostrare tutto quel mondo di mistero e magia che si nasconde dietro le leggende dei vari luoghi visitati.

«Ovviamente, il nostro viaggio aveva uno scopo scientifico ma quello a cui stavamo davvero dando la caccia era il lato magico nonostante le cose potessero diventare davvero strane»

Herzog

E di personaggi “strani”, ma sempre autentici e straordinari ce ne sono parecchi: dal rocambolesco professor Tim White dell’università della California, al capo villaggio di Lamakara, Herzog instaura con tutti i soggetti un rapporto particolare, quasi intimo, spinto dalla curiosità di conoscere l’animo delle persone regalandoci delle narrazioni che ci fanno aprire il cuore e ampliare la nostra percezione del mondo. Un vero e proprio viaggio all’interno della natura fisica e spirituale che arricchisce lo spettatore sotto tutti i punti di vista.

«Moltissimo di ciò che compare nei miei film non è mera invenzione; è la vita stessa, la mia vita»

Lo stile di Herzog è unico e inconfondibile, come inconfondibile è la sua voce narrante fuori campo che accompagna lo spettatore per tutta la pellicola raccontando ed esprimendo la propria opinione sui fatti narrati con un rispetto, un’empatia e una passione che lo contraddistinguono.


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Ciao! In queste poche righe mi devo descrivere e ne sto già sprecando parecchie quindi andiamo al sodo. Sono Azzurra, copywriter freelance e mi occupo di comunicazione creativa. Figo vero? Dalla mia bella Verona scrivo per lavoro e per passione. Venite a trovarmi! Sono quella col cappello e l’orologio da taschino.