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Jeanne du Barry

Jeanne du Barry – la Favorita del Re, tra libertà e anticonformismo

5 minuti di lettura

Jeanne du Barry – La Favorita del Re è un film francese, diretto da Maïwenn, che mostra la storia di amore e passione tra re Luigi XV, interpretato da Johnny Depp, e Jeanne Vaubernier, interpretata dalla stessa Maïwenn. In una Versailles colorata e splendente seguiamo questo scorcio del regno di Luigi XV, l’ultima prima della rivoluzione, che colpirà il regno del suo successore, Luigi XVI.

Jeanne du Barry, la trama

Jeanne du Barry

Jeanne Vaubernier è una donna proveniente dalla classe operaia. Sin da piccola, grazie alle premure del conte, per cui la madre serviva come cuoca, ha ricevuto un’istruzione che l’ha portata a interessarsi a cultura e svago, riuscendo a farsi strada nell’alta società grazie al fascino, all’intelligenza e alla scaltrezza.

Dopo anni di libertinaggio, trova finalmente una stabilità come compagna del conte du Barry. Qui continuerà a vivere di feste e divertimento, con il benestare del compagno. Attraverso Richelieu farà poi la conoscenza del re, che la sceglierà come sua favorita. Una storia di passione e sentimenti, tra l’apparenza e la realtà. La storia prende spunto dalla vera identità di Marie-Jeanne Bécu, divenuta in seguito contessa du Barry e infine ultima favorita di Luigi XV di Francia.

Una storia di amore e libertà

Jeanne du Barry

Maïwenn cuce su sé stessa un personaggio curioso e scaltro; una donna che non vuole essere umile e che per questo sceglie, attraverso il libertinaggio e il meretricio, di diventare una cortigiana e di essere libera. Questa visione viene però incrinata quando arriva alla corte di Francia. A quel livello anche le cortigiane devono sottostare ad un rigido controllo e a regole prestabilite.

La sceneggiatura, scritta a sei mani da Maïwenn, Teddy Lussi-Modeste e Nicolas Livecchi, racconta una storia in cui la passione diventa amore e riesce a distruggere le catene della consuetudine e dalla società. Un ritratto divertito e audace di una donna che ha attraversato la Francia. L’impostazione è infatti leggiadra e autentica, cresce nello spettatore senza stancare.

La libertà, tema portante del film, la troviamo anche nella scelta dei costumi e nella rappresentazione della corte. La voglia è quella di mettere in ridicolo usanze arcaiche persino per il tempo, figlie di un cerimoniale impregnato di tradizione, che fa della figura del re un dio in terra.

Non si parla mai di femminismo o rivendicazioni femminili. È il personaggio stesso di Jeanne che, nel suo essere anticonformista e fuori dagli schemi, sprigiona nello spettatore la riflessione su queste tematiche, che però non sono al centro della narrazione, la quale ha invece il solo e unico scopo di raccontare l’incontro passionale tra il re e la cortigiana, che attraverso la libertà e la sfrontatezza di quest’ultima, diventa qualcosa di più.

La regia e la fotografia giovano della magnifica ricostruzione storica e di una Versailles luminosa e magniloquente, accompagnata da una colonna sonora mai ingombrante, come spesso invece capita ai film in costume.

Il ritorno di Depp accanto a Maïwenn in Jeanne du Barry

Jeanne du Barry

I personaggi sono il punto forte del film. La Jeanne di Maïwenn regge il film sulle sue spalle, risultando convincente sia nell’iniziale ilarità del film, sia nella parte finale più complessa e sfaccettata.

Il Luigi XV di Depp è abbozzato ma promosso. Avendo meno battute a disposizione, Depp è riuscito a tratteggiare un ruolo con il corpo e con i movimenti, senza risultare macchiettistico. Quando i due attori si trovano insieme in scena, il film si eleva e riesce a distaccarsi dal solito film in costume. Oltre loro c’è veramente poco, se non la parte dell’assistente del Re, Jean-Benjamin de La Borde, interpretato da Benjamin Lavernhe.

Un film che riesce a intrattenere e a non appesantire, che vola via in poco più di un’ora e quaranta e che non ha l’ardire di ragionare su temi importanti e condizioni particolari. Ha voglia di raccontare una storia d’amore, passione e libertà.


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Nato a Fermo, anno 1997. Scopro la passione per il cinema e per le serie tv durante l'università, studiando tutt'altro. Appassionato di film scomposti, imperfetti ed esageratamente lunghi, il mio regista preferito è Guillermo Del Toro. Le altre passioni sono la letteratura, il ciclismo e la politica.

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