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Innamorati di John Carpenter: guida alla filmografia

La nostra guida ufficiale a John Carpenter, una mappa del tesoro per sapere quali passi fare nell'incredibile filmografia di un grande maestro.

12 minuti di lettura

John Carpenter è uno dei più grandi registi contemporanei, una vera e propria leggenda vivente che ha fondato la sua carriera su opere che riescono a fondere un certo gusto per i film di genere (horror, fantascienza, western) con una forte impronta personale e d’autore. I risultati sono spesso film dalla forma e ambientazione chiaramente riconducibili a immaginari già noti (metropoli in contesti postatomici, il deserto, lo spazio) ma dal contenuto profondo e personale.

Oltre alla regia, Carpenter è solito curare le musiche delle sue opere, il loro montaggio e la sceneggiatura. Tutte le pellicole risultano essere di facile fruizione, mai troppo lunghe e pesanti, sono film sempre accattivanti e dal fascino irresistibile.

Ecco dunque la nostra guida ufficiale a John Carpenter, una mappa del tesoro per sapere quali passi fare nell’incredibile filmografia di un grande maestro.

John Carpenter: di chi stiamo parlando

John Carpenter NPC Magazine

Carpenter nasce negli Stati Uniti nel 1948 e suo padre è un musicista, dettaglio che segnerà in maniera decisa l’arte del figlio, il quale curerà quasi sempre le colonne sonore dei suoi film con uno stile molto legato al sound vintage e sintetico dato da tastiere e sintetizzatori.

Un esempio su tutti è il tema del film Halloween – La notte delle streghe: una musica iconica tra le più famose in tutto il panorama horror che, curiosamente, è sviluppata con un ritmo in 5/4, molto meno comune del solito 4/4. Carpenter ha dichiarato che suo padre gli ha insegnato questa scomposizione ritmica da ragazzino e quindi per lui è stato un processo naturale comporre in questa maniera. Il suo lavoro come musicista prosegue anche al di fuori del mondo delle colonne sonore con 3 dischi a suo nome (Lost Themes, Lost Themes 2 e Lost Themes 3: Alive after death) e un tour di concerti.

Come regista firma ben diciotto lungometraggi per il cinema e prende parte a cinque importanti progetti televisivi (due lungometraggi, un film a episodi co-diretto con Tobe Hooper e due partecipazioni a film antologici).

Con cosa iniziare: Halloween – La notte delle streghe

Halloween John Carpenter NPC Magazine

Titolo: Halloween – La notte delle streghe (Halloween)

Anno: 1978

Durata: 91′

Interpreti: Jamie Lee Curtis, Donald Pleasence, Nick Castle, Nancy Keys

Halloween – La notte delle streghe (1978) è il terzo lungometraggio del regista, si tratta forse del più grande slasher realizzato nella storia del cinema, un film horror di forte tensione, sempre sul filo del rasoio.

In quest’opera tutto è perfetto, la storia è semplice, e forse proprio per questo funziona così bene. Il maestro si può concentrare nel realizzare una messa in scena a dir poco impeccabile e il risultato è uno dei film più spaventosi dell’epoca. Questo film ha fatto scuola, è stato citato e imitato da tantissimi registi. Oltre alla musica iconica già segnalata, può vantare la presenza di almeno due grandi attori: Donald Pleasence e la splendida Jamie Lee Curtis che proprio grazie a questo film riceve a diritto l’appellativo di scream queen per eccellenza. Atmosfera notturna, storia che si svolge in un’unica notte e un mitico finale. Al suo terzo film il regista è già entrato nella storia del cinema e ha saputo creare una figura iconica e mitica come quella di Michael Myers: un babau che può competere solo con Freddy Krueger (saga di Nightmare) e Jason Voorhees (saga di Venerdì 13).

Il film è un grande successo di critica e pubblico e darà il via a un fortunato franchise. Le opere derivate si susseguono con risultati altalenanti ma senza mai riuscire a raggiungere i fasti del primo capitolo che risplende grazie alla mano personale del grande regista. Carpenter rimarrà sempre legato a questo splendido film e si ritroverà coinvolto più volte in altre opere legate a Michael Myers. È sceneggiatore del secondo capitolo (Halloween II – Il signore della morte), produttore di ben cinque film, e compositore di ben sei film (considerando anche che, ovviamente, il tema principale viene ripreso spesso).

Con cosa proseguire: Grosso guaio a Chinatown

Grosso guaio a Chinatown John Carpenter NPC Magazine

Titolo: Grosso guaio a Chinatown (Big trouble in little China)

Anno: 1986

Durata: 99′

Interpreti: Kurt Russell, Dennis Dun, Kim Cattrall, Victor Wong, Kate Burton, Donald Li, Suzee Pai, James Hong, Carter Wong, Peter Kwong, James Pax, Al Leong, Jerry Hardin

Kurt Russell è l’attore feticcio di John Carpenter, i due lavorano insieme a molti film a partire dalla produzione televisiva di Elvis, il re del rock (1979). Insieme ottengono molti risultati di qualità tra cui 1997: Fuga da New York (1981) che è un cult post atomico dal look molto dark, il suo seguito Fuga da Los Angeles (1996) in cui l’attore è anche produttore e il meraviglioso film di fantascienza La cosa.

Particolarmente importante è la collaborazione del 1986: Grosso Guaio a Chinatown è un film mozzafiato, pieno di inventiva e di ritmo. Come in altri film di Carpenter il mix è esplosivo e il risultato finale ha un valore ben al di là della somma delle parti: si trova cinema del fantastico, di azione, dell’orrore, ma c’è spazio anche per commedia, misticismo orientale e film di arti marziali in un perfetto e delicatissimo equilibrio.

Il protagonista é un camionista di San Francisco, Jack Burton: si tratta del classico personaggio sopra le righe, ma in questo caso più simpaticamente sbruffone e spavaldo rispetto alle altre interpretazioni di Kurt Russell per il regista, quindi meno cupo.

Per salvare la ragazza di Wang Chi, rapita da una sorta di gang cinese, Jack Burton verrà coinvolto in avventure che gli faranno scoprire un mondo al di là della normale facciata di Chinatown, un mondo fatto di superstizione e magia.

John Carpenter vuole fare un film di azione che ha uno stile leggero, molto da fumetto e in cui i ruoli sono ribaltati. A differenza di ciò che accade di solito in questo tipo di film qui non è il personaggio occidentale ad avere la situazione sotto controllo e la spalla orientale lo aiuta e basta, è invece proprio il contrario con Jack Burton più goffo di Wang Chi.

Anche la colonna sonora, dello stesso regista, assume un tono meno inquietante che in passato e si fa più leggera. Al consueto reparto di sintetizzatori e suoni sintetici, si sommano alcuni brani rock realizzati da una band in cui militano lo stesso Carpenter e Tommy Lee Wallace (aiuto regista).

Con cosa non iniziare: Dark Star

Dark star John Carpenter NPC Magazine

Titolo: Dark star (Dark star)

Anno: 1974

Durata: 83′

Interpreti: Dan O’Bannon, Brian Narelle, Cal Kuniholm, Dre Pahich, Joe Saunders

Non ha senso cominciare dal film d’esordio del regista, in quanto è un film ancora troppo acerbo e imperfetto che non rende giustizia alle visioni dell’artista e alla loro concretizzazione che arriverà solo successivamente.

Dark star è una parodia dell’immenso 2001 – Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, un film che non si prende sul serio e di fatto è lo sviluppo di un cortometraggio realizzato come progetto universitario in giovane età, con un budget risicato (evidente nella realizzazione dell’alieno per esempio).

È comunque riscontrabile la passione e l’amore del giovane Carpenter per i classici di fantascienza. Le atmosfere non ricordano molto il capolavoro di Kubrick, quanto piuttosto opere minori ma importanti come Il Pianeta proibito o alcuni episodi della serie Ai confini della realtà. Finale ridicolo ma mitico.

Per innamorarsi: Il seme della follia

Il seme della follia John Carpenter NPC Magazine

Titolo: Il seme della follia (In the mouth of madness)

Anno: 1994

Durata: 95′

Interpreti: Sam Neil, Julie Carmen, Jurgen Prochnow, David Warner, John Glover, Bernie Casey, Charlton Heston, Wilhelm von Homburg

Il Seme della follia è uno dei più grandi capolavori del regista e si tratta del capitolo conclusivo della Trilogia dell’apocalisse: tre film legati concettualmente, non dal punto di vista narrativo, quindi uniti solo dai temi trattati, ma non vengono condivisi personaggi o trama. Un vero e proprio horror, uno dei più lovecraftiani del regista (lo scrittore di Providence viene citato in molti dettagli del film, a partire dal titolo originale In the mouth of madness, molto simile a quello del romanzo At the mountains of madness). Altri film di Carpenter in cui è forte l’influenza dello scrittore sono Fog e La Cosa, ma soprattutto Il signore del male.

Il seme della follia è un film notturno, forse il più visionario del maestro, è un’opera molto surreale che mette in scena veri e propri incubi seguendo a volte più la logica onirica che quella lineare della realtà che tutti conosciamo. L’attore protagonista è l’ottimo Sam Neil (Jurassic Park) qui in una delle sue interpretazioni più stralunate. Le vicende narrate nel film esplorano il confine tra finzione letteraria e realtà.

Il villain del film è Sutter Cane, uno scrittore di romanzi horror di successo, le cui visioni prendono vita. Non è difficile cogliere una analogia tra questo personaggio e il famigerato Stephen King le cui iniziali del nome, guarda caso, sono molto simili a quelle del nome del personaggio del film. Difficile descrivere un film come questo, un film che alcuni hanno criticato definendolo “confuso” ma che proprio nella sua natura criptica trova il suo irresistibile fascino, certamente non per tutti, ma risulta uno degli apici creativi per chi ha imparato a amare il grande regista americano.


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Sono un musicista e compositore, attivo soprattutto come batterista nel mondo rock/metal/progressive dai primi anni 2000 e ho avuto il piacere di suonare a livello internazionale con band come Power Quest, Arthemis, Hypnotheticall, Watershape. Sono un grande appassionato di cinema e dal 2014 compongo musica per film. Amo tutto il cinema, ma soprattutto le proposte più visionarie e surreali e da sempre sono legato al mondo del cinema horror. I miei registi preferiti sono David Lynch, Alejandro Jodorowsky, David Cronenberg. Sono laureato in architettura.

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