Keanu Reeves torna in grande stile con il quarto capitolo della sua saga d’azione, John Wick 4, accompagnato da vere superstar del cult come Donnie Yen, Hiroyuki Sanada, Scott Adkins e Clancy Brown. Contro tutte le previsioni, pare che questo film segni la conclusione della saga (almeno per ora), e la conclude col botto: sequenze d’azione interminabili, un sacco di nuovi comprimari, una quantità infinita di scagnozzi da uccidere, colpi di scena a non finire, e una durata di quasi tre ore, oltre a un delizioso omaggio al film cult The Warriors di Walter Hill. I fan della saga, che potranno vedere il film in sala dal 23 marzo, saranno più che soddisfatti dalla furia omicida di Wick e dei suoi alleati.
John è finalmente pronto per la guerra
Dopo gli alti e i bassi di John Wick 3: Parabellum, fin troppo dispersivo nel voler espandere la sua mitologia, John Wick 4 torna invece alle sue origini più urbane e underground, pur svolgendosi in diverse parti del mondo, tra New York, Osaka, Berlino e Parigi. La lore del mondo di John Wick viene espansa, riemergono regole e tradizioni, ruoli e personaggi chiave nella struttura gerarchica della Gran Tavola, senza per questo risultare ingombranti o intaccare la trama come era successo nel capitolo precedente.
Ed è evidente ora come il sottotitolo di John Wick 3 (si vis pacem para bellum, ovvero: se vuoi la pace prepara la guerra) si applichi completamente a questo sequel: le regole infrante da John hanno scosso le fondamenta del mondo criminale, portando ad una guerra senza precedenti tra i membri della Gran Tavola.
Una situazione senza precedenti, che costringe il Marchese de Gramont (Bill Skarsgård) a intervenire, mostrando nessuna pietà. Le conseguenze delle azioni di John sono immediate e colpiscono tutte le persone a lui vicino, alleati vecchi e nuovi: le sue amicizie saranno testate, e molte teste rotoleranno, anche quelle più inaspettate. Insomma, John Wick 4 inizia col botto e si annuncia subito come un film dalle pesanti conseguenze per i personaggi della saga, se non per la saga stessa.
I nuovi personaggi introdotti hanno un forte peso, soprattutto il carismatico Caine, interpretato dalla leggenda dei film di arti marziali Donnie Yen. Caine condivide un forte legame con John, e ha un bell’arco nel corso del film, forse il migliore di tutto John Wick 4. La sovrabbondanza di nuovi personaggi però rischia di surclassare la presenza di John Wick stesso, che per tutta la prima parte del film sembra quasi scomparire a causa dell’introduzione e l’approfondimento di tutti questi comprimari.
Infatti si presagisce che questa non sarà l’ultima volta in cui vedremo questi personaggi: se si pensa che è in produzione lo spin-off Ballerina, con Ana De Armas nel ruolo della ballerina assassina introdotta in Parabellum, è evidente che anche molti dei personaggi di John Wick 4 saranno protagonisti dei propri spin-off personali (anzi, è stato quasi ufficializzato dalla scena post-credits).
John Wick perde colpi
Sicuramente il punto debole di tutto questo quarto capitolo è il fatto che John Wick passa molto in sordina per buona parte del film, e anche quando è il protagonista delle sue scene sembra aver perso il fascino iniziale che aveva nei film precedenti. John non è più quell’assassino folle che uccide con oggetti insoliti: la matita del capitolo 2 e il libro del capitolo 3 scompaiono, sostituiti invece da comunissime armi bianche e da fuoco.
Anche se qui utilizza una carta da gioco per ferire un villain, questa non si rivela essere l’arma del colpo finale. John Wick è diventato quindi un comune assassino, uguale a quelli di tanti altri franchise d’azione, che riesce certo a combattere da solo contro schiere interminabili di cattivi e scagnozzi, ma che sembra aver perso quel fattore che lo distingueva dai personaggi action di altri film.
Anzi, in John Wick 4 sono proprio i suoi comprimari a rubargli il carisma: il Cacciatore (Shamier Anderson) è accompagnato nelle sue missioni dal fidato cane, mentre il cane di John compare solo in una scena, e Caine ruba a John la mossa mortale con una matita. Sembra quasi che John Wick 4 sia un passaggio della torcia a questi personaggi, che si spartiscono le caratteristiche che rendevano speciale e memorabile John Wick.
La presenza di Donnie Yen non aiuta il povero Keanu, che nonostante ce la metta tutta nelle scene d’azione, viene completamente surclassato dalla maestria di Yen, dal suo carisma e dal suo personaggio, molto approfondito e sfaccettato per la saga.
L’azione shoot ‘em up di John Wick 4
John Wick, nonostante venga aiutato e salvato più volte nel corso del film, risulta comunque fin troppo onnipotente: centra subito tutti i bersagli, mentre tutti gli scagnozzi, che lo attaccano anche in quattro alla volta, lo mancano clamorosamente. È vero che questo tipo di sequenze d’azione sono il marchio di fabbrica della serie, ed è quello che i fan vogliono, ma in questo caso, se si pensa soprattutto alle origini della saga, risulta veramente troppo. John Wick le dà, ma non le prende, se non nelle scene veramente clou o nei numerosi climax. Il corpo di John Wick è semplicemente indistruttibile: che venga sparato, investito o che caschi per tutti i 222 gradini del Sacre Coeur.
I combattimenti sono come sempre il pezzo forte del film, e visto che si tratta del (apparente) capitolo finale, è evidente che il regista ha voluto raddoppiare non solo la quantità dei combattimenti, ma anche la loro durata: ci sono numerosissime sequenze d’azione, interminabili, anche della durata di ben dieci minuti, se non di più. Questo purtroppo risulta in uno spettacolo ripetitivo ed estenuante, visto che ci sono solo poche modalità per continuare ad ammazzare schiere e schiere di cattivi nell’arco di un solo film. La mancanza di uccisioni creative come nei film precedenti contribuisce alla ripetitività delle esecuzioni.
Mai prima d’ora guardare un film di John Wick dava l’impressione di guardare un gameplay di un videogioco shoot ‘em up: un piano sequenza dall’alto, verso la fine di John Wick 4, sembra essere l’adattamento live action perfetto di Hotline Miami, celebrato videogioco top-down shooter.
Riflessioni sul futuro della saga di John Wick
ATTENZIONE: SPOILER DA QUI IN POI! LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE LEGGETE!
John Wick 4 ovviamente non è tutto da buttare, poiché risolve con efficacia i problemi di Parabellum, e si rivela una epica, degna conclusione per la saga, che renderà i fan entusiasta e li soddisferà. Ma dopo il glorioso finale di John Wick 4, viene spontaneo domandarsi che ne sarà del futuro della saga. In una scena del film, Winston avvisa John riguardo al Marchese:
Uccidilo, ma uccidilo con furbizia.
Questa frase sembra quasi meta testuale, visto che si potrebbe applicare a tutto il film: molti fan infatti cominciavano a temere la deriva della saga, che più sarebbe andata avanti e più si sarebbe messa in ridicolo da sola, citando i casi di saghe come Die Hard e Fast & Furious. Con Parabellum, e anche un po’ con questo film, ci è andata pericolosamente vicino. Come uccidere quindi la saga, ma con furbizia?
Uccidendo il protagonista che ne dà il titolo, ma allo stesso tempo portando avanti il ricco mondo che si è costruito: personaggi come la ballerina di Ana De Armas, Winston e il suo Continental Hotel (è infatti già in produzione la miniserie prequel The Continental in uscita quest’anno), il Caine di Donnie Yeng, che ha un conto in sospeso con Akira (Rina Sawayama) nella scena post-credits, la Sophia di Halle Barry, e molti altri ancora, creano quindi infinite possibilità.
A provocare molti grattacapi sono le numerose interviste in cui Keanu Reeves afferma di voler tornare in prossimi capitoli, anche se non è ben chiaro in che ruolo: saranno camei? Saranno scene ambientate nel passato? O i produttori tireranno fuori delle scuse poco credibili? John Wick resusciterà dalla morte per perseguitare i criminali sotto forma di un letterale spirito di Baba Yaga? O in realtà non è veramente morto come lasciato intuire dalla fine di John Wick 4? Effettivamente lo scambio di battute e le risate tra Winston e il Re alla fine rimangono ambigue.
Qualunque sia il caso, Reeves è pronto a tornare, se non in nuovi capitoli principali, almeno nei numerosi spin-off che sono già in lavorazione. Certo è un rischio continuare la saga senza il carisma di Reeves, visto l’affetto del pubblico nei suoi confronti. Ma d’altra parte il mondo che è stato costruito nella saga è così vasto e ricco da poter rivelarsi una sorpresa vincente. Morienti cuncta supersunt, John.
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