Oggi Johnny Depp compie cinquantasette anni. È un padre di famiglia, un amante controverso, un personaggio affascinante ed eccentrico. Ci piace però ricordarlo in quel 1993, con i capelli ramati e il volto sbarbato, ma già maturo. Quando interpretò Gilbert Grape in Buon compleanno Mr. Grape di Lasse Hallström, ora disponibile su Amazon Prime Video. Tuttavia, il titolo in italiano non rende giustizia al personaggio di Johnny.
Quello originale, invece, What’s eating Gilbert Grape, è più significativo, in quanto illustra metaforicamente il carico di preoccupazioni che divora Gilbert. È ancora un ragazzo, che si addossa sulle spalle i problemi di tutti. E quando Juliette Lewis, nel ruolo della giramondo Becky, gli chiede: “Non vuoi niente per te?“, lui risponde: “Voglio essere una brava persona“.
Una famiglia disfunzionale
Gilbert deve destreggiarsi con una famiglia complicata. A partire dal fratellino autistico Arnie (Leonardo DiCaprio), suo compagno quotidiano di avventure, ma imprevedibile. È lui che compie diciott’anni, anche se i dottori dicevano che non sarebbe arrivato a quell’età, il che rende tutto più speciale e indimenticabile. C’è poi la madre, Bonnie (Darlene Kates), definita da Gilbert «una balena insabbiata», da quando ha cominciato a mangiare a dismisura dopo aver trovato, sette anni prima, il marito impiccato in cantina.
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A chiudere il cerchio si aggiungono le sorelle Amy (Laura Harrington) ed Ellen (Mary Kate Schellhardt). La prima, più grande e responsabile, aiuta Gilbert a gestire la famiglia. Quando Arnie si arrampica sull’albero di fronte a casa, per esempio, i due giocano a Dov’è Arnie?, creando un importante collante per la famiglia nei momenti difficili. Ellen, invece, è ancora un’adolescente, alle prese con la scuola e i trucchi, e stenta a capire l’importanza dell’impegno degli altri.
La metafora dei caravan
«L’arrivo dei caravan è il nostro unico rito annuale. Fanno quello che devono fare, passano e se ne vanno.»
La famiglia Grape vive in uno sperduto paesino dell’Iowa in cui non succede mai niente, Endora. Il nome sembra richiamare una delle Città Invisibili di Italo Calvino, che sopravvive nelle brevi pagine di un racconto, per poi lasciare spazio a un’altra città. Così la metafora del cambiamento, dove tutto scorre e niente sembra durare, si adatta ai caravan che, una volta l’anno, attraversano la superstrada davanti a Endora.
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Il giorno del compleanno di Arnie, però, un caravan con il motore danneggiato è costretto a fermarsi. Lascia Becky, una giovane ragazza che ha girato l’America, ma non si è mai affezionata a qualcuno. Tra lei e Gilbert sboccia un primo amore. Sembra essere l’unica persona in grado di tenerlo a galla, tra le rovine di una città che sta sfumando dai ricordi di coloro che l’abbandonano.
Gli adii, Quelli che vanno, Quelli che restano
Buon compleanno Mr. Grape si potrebbe così declinare nel trittico pittorico di Umberto Boccioni, Gli Stati D’Animo. Ci sono Gli addii, Quelli che vanno e Quelli che restano. Questi ultimi sono sempre i più penalizzati perché rimangono fermi in una realtà in continua trasformazione. Come Gilbert, che sembra destinato a esserci sempre per tutti. Così la sua prima amante, Betty Carver (Mary Steenburgen) gli dice: “Hai l’aria di chi c’è sempre, di chi non mi lascerà mai”.
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Ma Gilbert soffre la chiusura soffocante della sua vita, dove il suo ruolo sembra piegarsi alla sostituzione della figura paterna. Anche la trama è avvolta da una drammaticità che si nutre dei temi della morte, dell’abbandono e dell’addio. Questi motivi ricorrenti sono smorzati dall’ingenuità e dalla leggerezza di Arnie, che pensa che un addio e una buonanotte siano la stessa cosa. Forse non bisogna dare un significato alle parole, così che durino per sempre.
Cosa ci lascia «Buon compleanno Mr. Grape»
Buon compleanno Mr. Grape è una storia per chi si prende cura degli altri. Nella cacofonia quotidiana, dove il tempo sembra sfuggire tra le mani, i momenti dedicati a qualcuno si fossilizzano nella memoria. Il compleanno è uno di questi. Una ricorrenza con una data fissa, che ci segue per tutta la vita, nonostante tutto intorno cambi.
Così ci piace ricordare quel Johnny Depp, che nei suoi trent’anni ne dimostrava venti. Era un periodo difficile della sua vita quando iniziò le riprese. Tuttavia, la sua sola presenza nel film fu descritta come «vincere alla lotteria» da un’emergente DiCaprio. È suo il compleanno cinematografico che si ricorderà, ma oggi la festa è solo per Gilbert. Buon compleanno Johnny Depp!
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